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REVIEWSLE RECENSIONI
19/01/2022
Sick Luke
X2
Sick Luke, dopo cinque anni da produtore nella scena rap e trap italiana, con X2 pubblica il primo disco a suo nome, con cui riesce sia a fotografare la scena Urban del momento sia ad essere protagonista, nonostante i numerosissimi ospiti. Nonostante ciò, preso come album in sé, X2 contiene tanti alti e bassi, che ne inficiano il risultato finale.

Dopo cinque anni in cui ha fatto da protagonista nelle produzioni della scena rap e trap italiana, Sick Luke ha inaugurato il 2022 pubblicando il suo primo disco, X2. Il progetto contiene 17 canzoni in cui si alternano i protagonisti del panorama Urban italiano (più qualche nome della scena it-pop) per un totale di 54 minuti. Negli ultimi anni i producer album sono diventati un’abitudine nel panorama italiano e, in un momento e con un genere in cui i suoni contano quasi più dei testi, anche il ruolo del produttore ha avuto un’esposizione mai vista prima. Proprio per questo, a partire da Fritz da cat e Night Skinny, che hanno dato il via a questo trend negli scorsi anni, tanti altri produttori hanno deciso di sperimentarsi con un loro progetto.

L’apertura di X2 è affidata a Gazzelle e Tedua, che con "Notte Scura" si limitano ad eseguire una intro chill su una strumentale minimal, in cui si contraddistinguono un basso e il classico clap, diventato ormai un segno di riconoscimento del produttore romano. Le tre canzoni successive si rifanno a tre generi decisamente diversi: il rap con "Creatur", l’ottimo brano assieme a Geolier e Ernia, l’indie con Mecna e Ariete (che in "Il giorno più triste del mondo" nonostante il loro spessore artistico, realizzano un brano piuttosto banale, sia nei testi che nelle soluzioni melodiche) e la trap con "Solite Pare" una hit che ricorda molto, forse troppo, “Stuck in a dream” di Lil Mosey e Gunna, ma che grazie alla presenza di Sfera e Thasupreme sarà sicuramente incoronata dai numeri sulle piattaforme di streaming.

La quinta traccia si chiama “Falena” e vi si alternano Franco126, Coez e Ketama126, ognuno con degli ottimi contributi, anche se a vincere la medaglia d’oro per la prestazione è Franco126. Ciò che colpisce maggiormente, però, è la parte strumentale, alla Shoreline Mafia, dove ai tre romani viene steso un insolito tappeto sonoro in tipico stile west coast.

Seguono quindi due banger di livello. Il primo, "Dream Team", più dritto e cupo, dove a farla da padrone è Pyrex (nonostante anche l’alternarsi dell’inedita coppia Capo Plaza e Tedua nella prima strofa suoni perfettamente e l’outro di Shiva stupisca positivamente). Il secondo, "Hentai", è un riuscitissimo esperimento con Ghali e Tony (entrambi più che in forma) che ricordano i suoni usati per produrre Twins.

“La strega del frutteto” è stato l’unico singolo che ha anticipato l’album, in cui Chiello si presenta nella sua veste pop affiancato dalla leggera voce di Madame. Un altro cambio radicale avviene invece con la successiva “Clochard” in cui i suoni più vuoti e ritmati sono sostenuti da Taxi B e Pyrex: un inno alla vita spericolata delle pop star.

Le tre canzoni che seguono ("Sogni Matti", "Faccio Cose" e "Mosaici") non sono particolarmente memorabili se non per la strofa di Izi in “Faccio cose”. Nello stesso brano, in cui collaborano anche Jake La Furia e Fabri Fibra, ci si sarebbe aspettati piuttosto una bella performance da parte di Fibra, ma la strofa è discutibile e purtroppo sono convinto che se l’avesse scritta qualcun altro nessuno si farebbe il problema ad ammetterne la mediocrità. Per quanto riguarda invece i contributi negli altri due brani, sia per Leon Faun e Drast con "Sogni Matti" che per Gaia e Carl Brave con "Mosaici" il risultato è stato del tutto dimenticabile.

Con la successiva "Temporale" ritornano Ketama e Izi con l’aggiunta di Luchè: un ottimo brano in cui la melodia di chitarre sul ritornello riporta al Ketama dei tempi migliori, il quale regala un’atmosfera pesante e cinica che nel disco mancava. Subito dopo ci si sposta verso l’elettronica con il "Funeral Party" di Pop X e Cosmo, un brano che potrebbe essere tranquillamente uscito da Cosmotronic per produzione e melodia, ma in cui il testo lascia un po’ a desiderare, sfiorando il cringe in alcuni passaggi; il risultato è comunque più che gradevole, anche se sarà uno dei brani più difficili da digerire per l’ascoltatore medio di Sick Luke.

Ci avviamo verso la conclusione con il brano più sfacciatamente rap del disco (“Pezzi da 20”) in cui sia Emis Killa che Side Baby regalano due strofe magistrali, e a cui segue la rilassatissima “Camel e malinconia”, dove le capacità melodiche e di scrittura di Coco trainano gli Psicologi nel portare a casa il risultato. 

Arriviamo quindi a “Libertà”, dove Sick Luke si mette al microfono insieme al padre, Duke Montana, in una narrazione familiare e molto genuina, dove il giovane produttore si augura di ripagare a dovere il padre per avergli trasmesso la passione per questa musica e in cui Duke promette di rappare solo su beat prodotti dal figlio, con una strofa molto old-school che chiude il progetto perfettamente.

X2 è un disco importante per Sick Luke e per l’intera scena, perchè in un colpo solo vengono raggiunti i due obiettivi principali di un disco da produttore: fotografare quella che è la scena Urban del momento e riuscire ad essere protagonisti del disco nonostante i numerosissimi ospiti. L’impronta delle strumentali, inoltre, recupera le caratteristiche tipiche delle sue produzioni precedenti, di modo che anche senza la tag inziale sapremmo perfettamente che ha produrle è stato proprio Sick Luke.

Nonostante ciò, preso come disco in sé, contiene tanti alti e bassi che ne inficiano il risultato finale, appesantendo l’ascolto dell’intero progetto. Per questo temo che, a parte qualche singolo brano, non rimarrà nella memoria collettiva per molto.