Quando desideravo scrivere una biografia, cronologica ma non solo, su Hugo Pratt avevo anche un titolo (che non svelo) che avrebbe dovuto far presente l’approccio non agiografico della medesima.
Quando desideravo scrivere una biografia, cronologica ma non solo, su Hugo Pratt avevo anche un titolo (che non svelo) che avrebbe dovuto far presente l’approccio non agiografico della medesima.
È andata come è andata, per ora almeno.
Da qualche anno, comprare tutto quello che è pubblicato di/su Hugo Pratt ha una serie di controindicazioni, si compiono delle scelte e poi si giudicano.
L’ultima acquisizione è un libro in lingua francese di non grande spessore: poco oltre le cento pagine che si riducono all’ottantina scritte, di un formato leggermente inusuale, illustrato con vignette tratte dalla storia “Y todo a media luz” (cioè “Tango”): è Hugo Pratt: la rencontre de Buenos Aires di Michel Rime, pubblicato nel luglio 2014 da Favre.
Volume godibile, con alcune considerazioni sul Maestro di Malamocco non orientate e come tali critiche o anche solo descrittive e come tali non “santificanti”. Si capisce di chi sia la “farina” leggendo i ringraziamenti: Marina Pratt, Anne Frognier, …
Se facessi delle citazioni vi toglierei il gusto della lettura, ed allora vi segnalo alcune pagine, partendo da righe dedicate all’inimitabile Anne: 16-17, 24-26, 44-45, 56-58, e forse qualcosa d’altro che troverò di seguito.
Mi azzardo a metterlo – pur coi limiti della sua consistenza quanto a pagine – al fianco (oltre che dei “classici” libri più o meno firmati da Dominique Petitfaux) di: Un romanzo d’avventura, Le pulci penetranti, Corto come un romanzo(prima edizione) e Avevo un appuntamento.