Endtime Signals è forse il lavoro dei Dark Tranquillity più ispirato dai tempi di Fiction: una pervasiva oscurità di fondo che contribuisce a dotare il disco di una tensione e di un’urgenza che non si sentivano da un po’.
Il ritorno, dopo venticinque anni di assenza, dell'ex Suede, Bernard Butler, con Good Grief: un disco malinconico, ma non rassegnato, elegante, ma non appariscente, intenso ma senza essere melodrammatico.
Dichiarazione d'amore di Damien Chazelle per la settima arte. Dopo l'esito sottotono di "First man - Il primo uomo" il regista torna con un'opera strabordante, un gran cast e un entusiasmo che lo porta a più riprese a qualche sbavatura. Il viaggio vale comunque la pena.
Always Centered at Night è un album che vale la pena ascoltare per un’atmosfera scura e suadente in grado di non abbandonarti mai, lasciando la sensazione di partecipare ad un dj set notturno in un piccolo club con un sacco di ospiti vocali che sono anzitutto amici e persone di cui si ha stima.
Dopo sette anni di silenzio, tornano i Black Country Communion con l'ennesimo, riuscito disco di hard rock di matrice settantiana, che chiama in causa Led Zeppelin e Deep Purple.
Il Post Punk fuso con la musica da Club. Synth, tastiere e cassa dritta, aggiungendoci pure una buona dose di klezmer. Il collettivo di South London che promette di divenire la prossima next big thing in ambito musicale si chiama Fat Dog e questo è il loro album, Woof. Freschi, divertenti, senza peli sulla lingua e a quanto pare fortissimi in sede live. Pronti a farvi travolgere dal "cane grasso"?
Libertà, voglia di raccontare le proprie emozioni e condividere le piccole cose. Tutto questo affiora in uno dei dischi intramontabili di Ludovico Einaudi, Una mattina. Andiamo a riscoprirlo esattamente a vent'anni dalla sua pubblicazione.
Esordio scoppiettante nel noir per Victor Gischler con una storia diretta e violenta, che sa bene come intrattenere il lettore e incollarlo alla pagina per seguire le imprese criminose del protagonista Charlie Swift.
Torniamo al cinema di Hou Hsiao-hsien e alla New Wave di Taiwan con il primo tassello di una nuova trilogia che comprenderà anche il celebre "Città dolente" e "Il maestro burattinaio"
Una canzone che parla di amore e pace, di un mondo senza barriere e senza guerre, che, però, fece imbestialire gli ultraconservatori circuiti country, per un verso che difende i diritti dei gay
Born Horses dei Mercury Rev è un disco camaleontico: spazia da fragori jazz, ad un post rock di matrice psichedelica, passando per pertugi quasi ECM. Un viaggio in gorghi sonori che lambiscono gli spazi laterali dell’animo. La particolarità di questo nono album? Essere più che cantato, recitato. Chi riuscirà ad accettare la forma sonora dello spoken word sarà tuttavia ripagato da un sound fuori dal mainstream (anche rock) imperante.
Venuto meno l'effetto sorpresa del brillante esordio, i francesi Seth continuano però a scrivere grandi canzoni: La France Des Maudits è un altro ottimo disco, che rilegge il genere black metal con intelligenza e originalità.
Tra neorealismo (meno) e commedia all'italiana (un po' di più) I vitelloni di Federico Fellini rimane un pezzo di storia del nostro cinema da rispolverare senza remore.
Una serata dal sapore speciale quella dell'altra sera al Castello Sforzesco con i La Crus: di nuovo nella loro Milano, tra ricordi, molti ospiti e materiale inedito. Sempre al passo con i tempi e sempre legati alla loro storia, di gente che scrive e suona come loro c’è ancora tanto bisogno.
Steve Wynn torna dopo dieci anni dalla sua ultima produzione singola, certificando definitivamente come possa essere considerato oramai un “classico” dell’American Way of Rock. Dieci brani per farci riscoprire il perché continuiamo ad amare questo grande artista. Un disco che dovrebbe essere letto in combo con il suo nuovo memoir “I Wouldn’t Say If it Wasn’t True” ma che, per chi ha una idiosincrasia per la lettura, basta e avanza da solo.
Un concerto dei Massive Attack non ha mai solo a che fare con la musica, quanto piuttosto una modalità di fare i conti con il mondo. Siamo andati a sentirli al TOdays e questo è quello che è successo. Spoiler: forse sono ancora tra le cose più belle che si possano vedere in giro in questi nostri anni confusi e complicati.
Dopo sei anni di silenzio, la londinese Kate Nash torna con un disco di pop solare e traboccante di speranza, concepito, però, nei giorni oscuri della pandemia.
Se vi piace il Jangle Pop e gli Smiths o se, più semplicemente, desiderate sentire una canzone scritta come Dio comanda, datevi un bell'ascolto ai Brigitte Calls Me Baby, il loro "The Future is our Way Out" potrebbe il vostro prossimo album da alta rotazione.
Se esiste una certezza nella carriera di John Fogerty è l’imprevedibilità. La sua attività solista è infatti andata avanti a scatti, con poche opere pubblicate senza intervalli regolari nell’arco di decenni. Giunge ora il momento di rivalutare un suo lavoro ritenuto minore, “Deja Vu All Over Again”, quanto mai attuale per liriche e sonorità.
Un romanzo inquietante, un crescendo rossiniano di paura e angoscia, che introduce la bravissima Camilla Sten nell'affollato panorama del thriller nordico.
Yorgos Lanthimos firma un film tanto glaciale quanto cattivo, una rivisitazione del mito greco di "Ifigenia in Aulide" trasportato ai giorni d'oggi con tanto di tocco sovrannaturale per riflettere su colpa e giustizia.
La canzone più popolare di Frank Sinatra non fu scritta dal cantante, che, peraltro, non la sopportava, nonostante gli diede gloria imperitura. E state attenti a cimentarvi con questo brano in un locale di karaoke delle Filippine: potreste finire ammazzati...
Ben lungi dall'essere solo mera operazione commerciale, Songwriter restituisce ai suoi fan, attraverso undici belle canzoni datate 1993, un Johnny Cash umile, appassionato e sincero, lontano dai giorni di gloria del passato e di quelli che arriveranno in seguito, grazie a Rick Rubin.
“Frequenze esistenziali: questo è l’unico modo che concepisca per descrivere la musica che ti colpisce, ti avvolge ed infine si posiziona in quel posticino dentro ognuno di noi esattamente tra la testa e il cuore". Questi sono i La Crus per il nostro Simone, che in occasione del live al Castello Sforzesco del 3 settembre ne scrive una rievocazione intima e appassionata. I La Crus rimangono tutti da ascoltare, ma questa rimane tutta da leggere.
The Story of Mr. Bogd è il nuovo concept album dei Ritual, una delle band più incredibili del panorama Progressive mondiale: una brillante miscela di Prog e Folk senza troppi barocchismi, con una grande attenzione all’aspetto melodico e, cosa non da poco, un’impronta di assoluta originalità.
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LEGGIUna serata dal sapore speciale quella dell'altra sera al Castello Sforzesco con i La Crus: di nuovo nella loro Milano, tra ricordi, molti ospiti e materiale inedito. Sempre al passo con i tempi e sempre legati alla loro storia, di gente che scrive e suona come loro c’è ancora tanto bisogno.
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