Eden, progetto dell’australiano Sean Bowley, debuttò con questo curioso impasto di sonorità vagamente medioevali (influenzate da cadenze mediorientali) e aggiornate dall’elettronica. Il risultato può certamente richiamare i connazionali Dead Can Dance (inevitabili) e, per l’interpretazione di Bowley, certe sperimentazioni, pur posteriori, di Arcanta.
Il riferimento al Medioevo è chiaro nei riferimenti a Santa Genoveffa (420-500 circa, protettrice di Parigi dall’invasione unna), in “Saint Genevieve Dance”, e a Santa Brigida di Svezia (1303-1373[1], asceta, mistica e vigorosa prosatrice) in “The Unveiling Of Brigid”, nonché nelle caratteristiche percussioni del salterello “Heads On The Hearth”; l’influenza orientale affiora nell’iniziale “Mystes”, in “Fears From Fire”, in “Rain Washed” e, più in generale, dalla vocalità da minareto di Bowley. La commistione è meno ardita di quanto sembri, poiché, proprio in epoca altomedioevale, campanili e minareti convivevano nell’Europa cristiana: Federico II, stupor mundi, poteva intrattenere cordiali rapporti con gl’infedeli mentre la radice stessa dell’Occidente, la filosofia e la scienza del mondo greco-romano, perdute nei secoli dopo la caduta di Roma, rientravano nel gioco speculativo grazie alle traduzioni sivigliane dei manoscritti arabi (che le avevano preservate) ed ai commenti dei maggiori pensatori infedeli: Avicenna, Averroé, Alhazen. Anche Arcanta, da Chicago, ha provato come si possa dar vita a pezzi d’afflato religioso derivanti da tradizioni apparentemente irriducibili come quella cristiana-gregoriana e mediorientale (tanto da richiamare la coralità melkita).
Si potrebbe parlare di operazioni di sincretismo sonoro, tanto più ammirevole poiché promanante da autori apparentemente estranei a quella doppia temperie musicale. Nelle singole creazioni, peraltro, le due influenze vengono smussate ed amalgamate da arrangiamenti perfetti come nelle bellissime “Removed From Darkness” e nelle due “The Unveiling Of Brigid”. Altrove (“The Disenchanted Dream”, “Searching For Angel’s Hands”) prevale il filtro elettronico.
Dall’ora di musica esaminata emerge, inoltre, una sicura vocazione di Eden per la ballata dark; nel successivo Fire And Rain, infatti, Bowley, deposto il tono più scoperto di Gateway To The Mysteries, concepirà undici tracce tenebrose venate, in alcuni casi, persino da un brillantissimo abbandono alla canzone pop (le iniziali “The Darkness In Me”, “Snake”, la splendida “Why” - in ossequio, sembrerebbe, all’altro ben noto connazionale, Nick Cave - la finale “Just Like Water You Run From My Eyes” con una chitarra in primo piano). Le atmosfere, tuttavia, gradatamente tornano ad incupirsi con la vocalità filtrata di “Hooveless Horses” e “Breath Upon New Eyes” per poi attestarsi (“Fire And Rain”, “Song Slowly Song”, “Stretched On Your Grave”) su plumbei tappeti sonori su cui Bowley esercita i propri inni da profeta solitario.
Purtroppo, a parte Earthbound, registrato nel 1994, non si conoscono ulteriori prove di questo trovatore eclettico ed affascinante.
[1] Morì a Roma. L'omonima chiesa, in prossimità di Piazza Farnese, sorge sulle fondamenta della sua dimora capitolina.