Mi piace parlare di rivoluzione, è vero, specie se quella Francese, visto il loro sfacciato richiamo a quel periodo quando il film “The Dreamers” ha sfoggiato e non poco un certo modo di concepire per se stessi il concetto di “rivoluzione”. Loro sono Siciliani di Augusta. Sergio e Sebastiano Longo con Giulia Serra a completare il trio. Sesso, droghe, alcool, ma soprattutto acidi dentro i pensieri e quanti graffi sulla pelle per questo suono vintage ultramoderno. Le voci appena distorte, il sapore garage nel senso di stanze periferiche, il fumo che arriva dal pavimento e il beat digitale di un Ginsberg dell’era moderna. Perché i LeadtoGold non sono certamente figli dell’epoca delle rivoluzioni. Loro sono figli dei social e dei like. Ma questo disco proprio non ci sta a recitare la parte e cambia le carte in tavola come poche volte prima. Si intitola “I” questo loro primo lavoro che vi consiglio di ascoltare… ora… prima che la rivoluzione arrivi per davvero.
Acidi, psichedelia, downtempo e quell’aria un poco dannata. Tutta questa introspezione da una terra solare come la Sicilia. Com’è possibile?
Beh innanzitutto la Sicilia ha una sua cultura musicale folkloristica molto “dark”: un titolo eloquente “Vitti na crozza” (Vidi un teschio) [risate].
Scherzi a parte comunque, noi siamo di Augusta, una cittadina a metà fra Siracusa e Catania, che a partire dagli anni ‘50 ha sviluppato una forte vocazione industriale grazie alla costruzione di una grossa raffineria e per il suo porto commerciale, uno dei più grandi d’Europa. Va da sé che questo ha avuto un forte impatto non solo a livello paesaggistico e ambientale, ma anche da un punto di vista culturale.
Uno scenario alla “The Dreamers” come in fondo cercate anche di citare nelle foto di copertina. Qual è la vostra personale rivoluzione?
Non so se di rivoluzione si può parlare, perché tanti prima di noi lo hanno già fatto, ma la nostra intenzione è far emergere quegli aspetti, dentro ognuno di noi, che il mondo è poco propenso ad accettare.
Il sesso, la violenza, l’evasione, sono tutti elementi che vanno sedati e controllati e che finiscono poi per alienarti o, nella peggiore delle ipotesi, far del male a qualcuno o a sé stessi
Parlando del titolo di questo disco: “I” significa “io” oppure…?
Oppure “primo” come numero romano. In entrambi i casi comunque ha lo stesso significato, il senso di tutto il disco risiede nel nome stesso della band “LeadtoGold”; deriva da una miniatura medievale che raffigura l’accidia, la trasformazione del piombo all’oro come metafora delle elucubrazioni mentali. È questo il senso più profondo del disco, raccontare quel mondo che risiede nell’IO più profondo e che è alternativa a un mondo reale, un mondo che è motivo di tedio, di accidia appunto.
Uno scenario totalmente distante dall’Italia che in qualche modo vi contamina ogni giorno. Fuga volontaria o digressione artistica? Insomma, che c’è di italiano in questo lavoro?
Direi più una digressione artistica; il background familiare mio e di Sergio magari un po' influenza, avendo mamma venezuelana e avendo avuto la fortuna di viaggiare molto da piccoli, anche in USA dove abbiamo parenti. Ma non c’è nulla di forzato o di troppo programmato in quello che facciamo, avviene tutto in maniera molto naturale e spontanea. Non stiamo lì a ragionare "questo è italiano, questo è internazionale" stile Stanis La Rochelle di Boris ecco.
L’obiettivo che ci siamo dati inconsciamente è di creare qualcosa che vada aldilà della lingua o della nazionalità, ma che parli di umori ed emozioni universali con le modalità a noi più congeniali.
Parliamo del video di “Milionaire”: anche lì il taglio è decisamente vintage. Eppure ci sono i synth…
Tutto il nostro lavoro è permeato da contrasti estremi, quasi contraddittori. Fa parte del nostro modo di vedere le cose, accostare bellezza all'orrido (2.57), l'odio all'amore (Eurotrash) o la frivolezza all'alienazione (Millionaire). Sono tutte facce della stessa medaglia.
Questo inevitabilmente si traduce in scelte di composizione, arrangiamenti o d'immagine che accosta elementi anche distanti tra loro, ma che cercano di trasmettere un messaggio univoco e organico.
Leadto Gold nascono da uno smartphone… e poi?
Poi ho coinvolto Giulia e Sergio, abbiamo dato seguito a "Where'd You Run" sfruttando quel potenziale e quell'immaginario che il brano ci suscitava: abbiamo "rubato" un po' ovunque per far questo, dalla letteratura al cinema alle produzioni musicali che crediamo avessero attinenza alla nostra idea, anche da artisti totalmente differenti. A questo abbiamo associato anche delle competenze che abbiamo acquisito in tutti questi anni; un amico ci ha messo a disposizione lo studio per registrare e ci siamo prodotti il disco da soli, dalle riprese fino al missaggio. Che è un bel salto dal garageband dello smartphone.