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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
05/07/2017
The Runaways
Le scappate (di casa)
La regola è che bisogna apprezzare ciò che non si apprezza particolarmente. Quindi occorre costruire su “Neon Angels On The Road To Ruin” piuttosto che su “Cherry Bomb”. Difficile
di Stefano Galli - http://steg-speakerscorner.blogspot.it/

La regola è che bisogna apprezzare ciò che non si apprezza particolarmente.

Quindi occorre costruire su “Neon Angels On The Road To Ruin” piuttosto che su “Cherry Bomb”.

Difficile1.

The Runaways a Milano – oggi – impegnerebbero la magistratura penale non poco. Trattasi di avventure di groupie-smo senza pentimenti o scrupoli2 - mentre noi, in fondo, pagavamo poco: solo il prezzo del vinile come biglietto per un peepshow musicale -, anche in riferimento al disprezzo delle proprie tendenze sessuali (sempre mi sono genuflesso innanzi alla splendida3 e musicalmente enciclopedica Joan “I hate myself…” Jett).

Le ragazze forse non erano punk musicalmente, ma lo erano esistenzialmente. In quella California paludosa che andrebbe sempre vista con diffidenza da tutti coloro che non sono degni di cavalcare una tavola da surf marchiata Bear.

Gli pseudonimi delle componenti il gruppo sono simili a quelli delle attrici porno.

I titoli delle loro canzoni evocano i luridi romanzi pulp degli anni ’50 (quegli stessi che banalizzavano la ribellione contro “quel che c’è”, per dirla “selvaggia”).

Le cinque ragazze sanno suonare e cantare (e mi riferisco anche ai cori).

Cosa volete di più? Wikipedia?

Le cinque fuggitive hanno le loro “cadute”, le inconciliabili differenze, i futuri andati male, le reali sessualità se del caso nascoste (come già accennato).

Non sono in grado di realizzare una esposizione strutturata e articolata, ma fidatevi. Cercate i primi quattro album di The Runaways. Poi avventuratevi su quello che “hanno fatto dopo”4.

Per quel che riguarda “la” musica, potete anche fermarvi a Joan.

Gli argomenti con lei sono i capotasti, le pedaliere et similia.

Una donna con balls o un uomo con tits, a vostra scelta (e rischio).

Riff glitteriani (nel senso di Gary) sans egal, una dieta di rock ‘n’ roll priva di sbavature.

La portata delle altre quattro (compatibilmente con i cambi di formazione) teenag-ine potete misurarla voi.

O avete paura di non reggerle?

Che dire di Kim Fowley, loro svengali senza pentimenti?

Ah, dimenticavo: provate a paragonare a loro le girl band italiane e poi sappiatemi dire: rrriot che? Chi? Quando?

Runaway with us, we’ll love you tilli t hurts”.

 

1 Mi rendo conto che richiedo acrobazie post-collodiane e post-vambiane ai lettori (Carlo Collodi era un innovatore, come lo era Vamba, appunto).

2 Sapete quando vi dicono quelle idiozie sulla “vita rock”? Ve le racconta tutta (o quasi) gente che non ne ha mai presi o succhiati (maschi e femmine; e “no age limit” per dirla alla X-Rated) per divertimento o per carriera.

3 Certo non perfetta, stante il suo sabotaggio del documentario sulla band.

4 Magari, in entrambi i casi, cercate aiuto nella rete.