Poche canzoni nella storia sono sopravvissute all’usura del tempo come In The Summertime, un brano che ogni estate trova posto nelle playlist da spiaggia e viene costantemente commissionata per film, programmi TV e spot pubblicitari. Tanto che, nei paesi anglosassoni, è diventata un evergreen, entrato nella cultura popolare, al pari di Happy Birthday, perché quando tutti pensano all'estate, pensano inevitabilmente a In The Summertime. Una sorta di riflesso incondizionato, esattamente come quando arriva il momento di fare gli auguri a qualcuno.
Questa vivace e irresistibile melodia fu scritta da Ray Dorset, che era il cantante e chitarrista dei Mango Jerry. La band, alla fine degli anni ’60, era conosciuta come Memphis Leather e, poi, come The Good Earth; ma quando ottenne il primo contratto discografico, i produttori fecero loro cambiare nome in Mungo Jerry, ispirandosi al personaggio Mungojerrie, dal libro di TS Eliot, Old Possum's Book of Practical Cats, che in seguito venne usato come canovaccio per la celebre commedia di Broadway, Cats.
Dorset scrisse la canzone nel 1968, quando per lui la musica era solo un hobby, e la band non si era ancora affacciata al mondo dello star system. Il processo di scrittura fu rapidissimo: la melodia gli venne in mente in un momento di cazzeggio, e in un solo giorno la canzone era completata. Il brano ha una struttura molto semplice: non c’è ritornello, ma solo una melodia che si ripete all'infinito, su cui si srotola un testo che evoca la celebrazione della vita. Delle liriche che si sposano perfettamente con l’esuberanza dei giovani: è una bella giornata, sei riuscito a prendere una macchina, preferibilmente con il tettuccio aperto, vai in giro, e, se sei un ragazzo, vai a rimorchiare belle coetanee.
In The Summertime fu il primo singolo pubblicato dalla band, e decollò immediatamente, raggiungendo il primo posto nel Regno Unito e il terzo posto in America. Le fortune britanniche della canzone furono aiutate dall'apparizione del gruppo all'Hollywood Music Festival nello Staffordshire, in Inghilterra, il 23 maggio 1970, poco dopo la pubblicazione del brano. Condividere il palco con artisti del calibro di Grateful Dead, Black Sabbath, Free e Traffic, attirò sui Mango Jerry l’attenzione dei 35.000 fan presenti, e il successivo passaparola, diede grande rilevanza mediatica alla band.
Il marchio distintivo della canzone, a parte la melodia di facilissima presa, è dato dalla particolare strumentazione utilizzata per registrarla. Ray Dorset ha cantato e suonato le chitarre (acustiche ed elettriche), e uno strano strumento chiamato cabasa, Paul King il banjo e una brocca, Mike Cole il contrabbasso e Colin Earl il piano. La peculiarità più evidente è che mancano completamente le percussioni, anche se si può sentire Dorset che batte i piedi al ritmo, una tecnica, questa, influenzata dal grande bluesman John Lee Hooker, che spesso usava il suo piede come strumento a percussione.
L’altra, più evidente, anomalia strutturale è che il titolo del brano, In The Summertime, viene ripetuto solo due volte in tutta la durata dell’esecuzione, cosa stranissima per un brano che ebbe un successo eclatante.
Un’ultima curiosità, per cogliere la quale, chi ascolta, deve prestare molta attenzione: intorno al minuto numero due, la canzone si interrompe, e si può sentire il rumore di un'auto di passaggio, come contrappunto alla frase "andremo tutti in città". Quella era la macchina sportiva di proprietà dell’ingegnere del suono, che si era allontanato dagli studi per un’improvvisa urgenza.