Cerca

logo
REVIEWSLE RECENSIONI
24/10/2017
The Blow Monkeys
The Wild River
“The Wild River” non ha niente dell’effimera gloria di un tempo, si ha come la sensazione che sulle canzoni sia calato un velo di calma malinconia, come a dire: “ehi, siamo tornati anche noi, abbiate la bontà di ascoltarci”

Il tempo. Il tempo passato. Il passato che ritorna. Il passato che non passa.

Il presente. Il presente non esiste. Il presente è già passato anche quando apriamo la bocca per parlare, le parole vagano nello spazio e il passato le ghermisce.

Il passato di trenta anni fa che ritorna in un disco, una band di cui avevo perso le coordinate e che ricordo solo per una hit, “Diggin Your Scene”, che sbancò nei due lati dell’Atlantico.

Le chitarrine mid tempo, il sax ruffiano, la voce lasciva; no, non è cambiato niente nel presente dei Blow Monkeys, qui nella line-up originale più una new entry, l’ex Galliano Crispin “The Pump” Taylor, un presente che è già passato e si nutre di quello.

“The Wild River” non ha niente dell’effimera gloria di un tempo, si ha come la sensazione che sulle canzoni sia calato un velo di calma malinconia, come a dire: “ehi, siamo tornati anche noi, abbiate la bontà di ascoltarci”.

Dieci canzoni che viaggiano tranquille nel mare magnum del pop che tutto comprende, talvolta venate di blues, il soul come punto di riferimento, il fantasma di Curtis Mayfield che ogni tanto fa capolino tra i solchi, Shuggie Otis e Darondo i desiderata che il vocalist, Dr. Robert, indica come ispiratori. Canzoni tranquille come un pomeriggio assolato in una calle spagnola, non a caso il disco è stato colà registrato. Forse troppo zucchero in questo lavoro, comunque piacevole, ma che se preso in dosi eccessive, sapete bene che problemi può dare.

Il passato, come una corsa in cui rimani al punto di partenza, che ritorna sempre e per sempre, anche quando pensi di essertene liberato.

E la musica dei Blow Monkeys non aiuta a toglierti quel peso che ti schiaccia, di quegli anni, bastardi e fantastici.