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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
09/07/2017
Iggy Pop
L'idiota di Iggy Pop
Morchia di catena di trasmissione di motocicletta, scintillio di lame fuorilegge al chiaro di luna futurista, jeans (se del caso) ballardianamente copulati, eccipienti sintetici (not in my backyard, but if you like them I don’t judge you)

L’idiota di Fëdor Michajlovi? Dostoevskij è un’opera ponderosa, secondo la common opinion per cui “i Russi scrivevano tanto dato un clima non benevolo”.

The Idiot, formalmente album di Iggy Pop, ma per tutti coloro che hanno approfondito una gemma (per me un capolavoro) berlinese di Iggy Pop e David Bowie, è ancora legato alle durate viniliche e, essendo singolo, nominalmente tanto impegnativo quanto altre centinaia di LP pubblicati nel 1977.

L’immagine di copertina è ispirata a un quadro riconducibile alla corrente pittorica die Brücke: Roquairol di Eric Heckel.

Una sera, sfogliando il numero del mese corrente (quale non ricordo) di Musica 80 arrivai a un articolo scritto da Maurizio Bianchi in tema di afterpunk.

Quindi, alla luce della abat-jour scorsi i dorsi del vinile della mia discoteca ed estrassi un copia promozionale1 di The Idiot. Era ancora inviolata.

Credo sia uno dei casi in cui la parola epifania possa essere da me e per me usata senza tema di smentita.

Grazie a Maurizio Bianchi.

Recensire l’album dopo 37 anni non ha senso. Non scriverne è indice di mancanza di senno.

Quoi faire?

Qualche puntino sulle i.

Non ci sono più The Stooges. Altrimenti i suoni sarebbero stati rabbiosi ma vecchi.

Per i più piccoli: andate a cercare da qualche parte “La lega umana”, Sheffield senza lame e con già tastiere (zero chitarre), e scheggiatevi le unghie per estrarre quel gioiello che è “Medley: Rock ‘N’ Roll/Night Clubbing”. Brividi? Me lo auguro.

Adesso, sbavatevi il mascara (se ne avete) e andate a sudare per e con “Nightclubbing” cantata da Grace Jones.

Per il resto, se siete pigri vi basta Wikipedia.

Morchia di catena di trasmissione di motocicletta, scintillio di lame fuorilegge al chiaro di luna futurista, jeans (se del caso) ballardianamente copulati, eccipienti sintetici (not in my backyard, but if you like them I don’t judge you)

I ragazzi dum dum surfano onde macchiate di petrolio.

Gli anni settanta erano – finalmente e anche – loro morti.

Davanti a noi non c’era che presente. Allora ci bastava.

1 Omaggio di un oscuro giovane giornalista, insieme a Marquee Moon dei Television. Lui preferiva – ancora e irrimediabilmente – l’ovvio liverpudiano e si era disfatto volentieri di quei due dischi (anche da lui ottenuti gratis) e, udite udite, stampati in Italia.