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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
28/07/2017
Edwige Belmore
...o intorno ai nostri morti
Una sola, triste consolazione: Edwige non vedrà il suo quarantesimo compleanno e per noi resterà sempre quel viso ribelle e imbronciato, giovane e möderno.
di Stefano Galli steg-speakerscorner.blogspot.com

Mi accingo a scrivere questo post, quasi di corsa, comunque con l’urgenza che merita.

Ma prima mi dirigo a uno scaffale di una mia libreria, a cercare un volume – così, è una ispirazione abbastanza sicura, sebbene non certa – perché magari trovo una sua foto: lo apro a caso (e si apre a caso, in quanto come molti miei libri è quasi “fresco” di libreria, come stato di conservazione), a pagina 173 c’è una doppia serie di sue foto, “da macchinetta”, il che non  stupisce in quanto il libro è Autobiographies en photomatons, di Pierre et Gilles.

“Sue” di Edwige Belmore – o Braun-Belmore secondo Patrick Eudeline[1], ma all’anagrafe Edwige Gruss – le foto.

In verità di sue foto ce ne sono molte altre, questo un break-down non asettico: alle pagine 15, 17, 82, 93, 95, 96, 115, 122 (“Edwige a coupé ses cheveux”), 130, 134 (“La reine du punk”), 140 e 141 (punkissima), 145 (finalmente una foto non solo bella ma anche di buon formato), 154, 155 (angelo perossidato), 159 , 166 (le famose foto per la copertina di Façade[2]), 170, 173, 186, 190 (a colori), 192, da 196 a 199, 202, da 218 a 221, 254, 292, 322 e 323, 365.

22 settembre 2015-20 novembre 2015. Questo scarto di giorni non deve stupire: è come per Maurizio Arcieri (ha senso il paragone, credetemi), la notizia della cui morte chissà quanto tempo avrà impiegato per arrivare in Francia.

22 settembre 2015 è dunque la data della morte di Edwige, a Miami, per conseguenze di una epatite C mal curata.

20 novembre 2015: è il giorno in cui apprersi della sua morte da Rock & Folk, numero datato décembre 2015, e leggendo la sola parola “Edwige” sulla copertina, altrimenti dedicata ai Velvet Underground, uno di quei casi in cui non potendo sfogliare la rivista, la compri sulla fiducia. Speravo in un ritorno alle scene di Edwige.

Che profilo volete leggere su di lei? Beh c’è quello precitato di Eudeline, ma anche quello alla pagina 434 del libro di Pierre et Gilles dove lei è ancora viva.

Va bene, ma cosa ha di importante Edwige?

Lei è sicuramente una delle prime mover della scena parigina punk (dichiara “Je suis née le 6 décembre 1976!”, ormai trasformata e biondo platino, fisico da amazzone) e poi növo-punk (per dirla innanzitutto alla Yves Adrien).

Scrematrice di pubblico a Le Palace, modella per gli stilisti emergenti francesi, dunque faccia e corpo della scena della capitale dell’Esagono, e poi alla porta del newyorkese Area verso il 1983.

Anche musicista di una all-girl band ancora più punk di The Slits: le LUV di Edwige, Fury, Liliane Vittori e Aphrodisia oltre a non saper suonare (e a non imparare a farlo) non si esibiscono in alcun concerto.

Ma è tutto statico. Se volete sentire la sua voce dovete cercare i Mathématique Modernes, quelli di “Disco Rough” in cui è in duo con Claude Arto: non solo eletto singolo (anche a 12”, preciso, pubblicato dalla Celluloid nel 1980) della settimana per il New Musical Express, ma anche nella playlist di Leonardo “Leopardo” Re Cecconi a Radio Milano International.

Arrivano a realizzare un album (che abbiamo in sei fuori dalla Francia?) intitolato Les Visiteurs du soir, pubblicato nel 1981, la cui copertina è opera di Jean-Baptiste Mondino ed è riprodotta a pagina 9 del libro Le Palace remember, di Jean Rouzaud e Guy Marineau, insieme a un suo sintetico profilo. Ivi trovate anche una foto di Edwige come Diana cacciatrice (e dipinta oro?) e un’altra del suo matrimonio.

E poi a breve, finalmente, si potrà vedere (almeno in DVD) quel documentario Des Jeunes Gens Mödernes (intitolato cioè come l’esposizione e l’album antologico[3] che però non ci regalano molto di Edwige).

Una sola, triste consolazione: Edwige non vedrà il suo quarantesimo compleanno e per noi resterà sempre quel viso ribelle e imbronciato, giovane e möderno.

 

[1] Passano gli anni, ma preferisco sempre lui, lo trovo più cinico (o meno agiografico, se si vuole) al fratello Christian.

[2] A quando una ristampa di questa rivista. O avete tutti la collezione completa in doppia copia?

[3] Un doppio CD in cui trovate un’altra canzone dei Mathématique Modernes. Per “Disco Rough” (vinile a parte), posso consigliarvi di cercare una ulteriore antologia di vari artisti: So Young But So Cold.