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(anche i mod non godono di grande trattamento)
Il libro MODS e l’editore Castelvecchi
REFLECTIONS CARTA CANTA
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09/01/2018
Il libro MODS e l’editore Castelvecchi
(anche i mod non godono di grande trattamento)
Ho rinvenuto una mia lettera, dell’11 novembre 1997, inviata per posta tradizionale all’editore Castelvecchi ed all’autore del volume; missiva che non ha mai avuto risposta. Dopo vent’anni dubito che ne avrò. Nel frattempo devo dire che di Castelvecchi leggo molto meno, non perché sia rimasto senza risposta, è solo un dato di fatto.
di Stefano Galli steg-speakerscorner.blogspot.com

MODS – La rivolta dello stile

Spettabile Castlevecchi, Gentile Signor Gazzara,

ho acquistato il libro Mods sia perché sono un discreto lettore dei titoli Castelvecchi (a partire dal primo Labranca fino all’ultimo Scòzzari), sia perché fui una delle prime due parka (fishtail parka) di Milano (no, non ho mai fatto gruppo).

Premetto che ho semplicemente sfogliato il libro, ma sulle appendici mi ci sono già soffermato abbastanza, e ho alcune considerazioni critiche da svolgere.

 

  1. La bibliografia

È buona regola che le bibliografie servano al lettore per la più facile consultazione dei testi ivi citati, nel caso di opere straniere tradotte, volendo essere molto precisi, occorrerebbe indicare sia il titolo originale (con tutti gli estremi) sia la traduzione italiana. Sempre per motivi di praticità di ricerche, talvolta è opportuno indicare le ristampe.

Ho invece rinvenuto non poche inesattezze, e di quelle che rendono il tutto meno utile del previsto.

Non ho trovato le indicazioni delle fonti originali, ad esempio, per tutti i volumi citati ed editi in Italia da Costa & Nolan e da Edt. Lo stesso vale per Kerouac e per lo Stuart Home tradotto da Castelvecchi, così come per Savage e Sillitoe.

Cose più curiose accadono per il Colin McInnes di Absolute Beginners, notoriamente edito nel 1959 e più volte ristampato nel Regno Unito durante gli anni Ottanta (e Novanta), nonché tradotto in italiano da Mondadori in occasione dell’uscita del film omonimo. Trovare citata un’edizione Penguin del 1964 può scoraggiare più di un lettore.

Presumo sia scelta dell’autore non indicare gli altri due romanzi della trilogia: City Of Spades e Mr Love And Justice.

Che dire di J.D. Salinger, The Catcher In The Rye? Il libro è del 1951, edito originariamente negli USA dalla Little, Brown & Co., best seller anche italiano per i tipi della Einaudi (devo proprio scrivere che si tratta de Il giovane Holden?). Rinvengo invece citata un’edizione inglese del 1967.

Il Revolt Into Style di George Melly è stato ristampato nel 1989 da Oxford University Press con una brevissima postfazione dell’autore. Forse era utile indicarlo anziché mandare il lettore alla ricerca di quello del 1970.

Mi pare strano l’editore di Hamblett-Deverson, Generation X citato: in tutte le bibliografie (incluse quelle di alcuni volumi che appaiono nella bibliografia di Mods) è indicato Tandem (come è di Tandem la mia copia) e non Routledge. Poiché dall’autore di Mods viene indicato Londra come luogo di pubblicazione, non è molto plausibile che si tratti di edizione statunitense a cui ha attinto. Posso avere lumi?

Due brevi considerazioni quanto a tre biografie sulle band più influenti che non sono state citate: che ne è di Before I Get Old, London, Plexus, 1982 di Dave Marsh e di The Who Maximum R&B, London, Eel Pie, 1982 di Richard Barnes sugli Who, e di Small Faces – The Young Mods’ Forgotten Story, London, Acid Jazz, 1995 di Paulo Hewitt sugli Small Faces?

Una nota dio plauso per aver incluso il libro di Kevin Pearce.

 

  1. Discografia

Qui, tradendo lo spirito mod che non darebbe mai riferimenti, sarebbe stato necessario tradire fino in fondo.

Nel settore British Rhythm & Blues mancano infatti le indicazioni degli album compilation Edsel degli Action, The Ultimate Action!, e dei Creation, How Does It Feel To Feel (entrambi con extra-track nella versione CD).

Gli Who, poi, sono quasi snobbati nel settore album, e così mancano per lo meno le edizioni in CD rimasterizzate e con extra-tracks di A Quick One e Sell Out (fra l’altro a coprire il famoso Ready Steady Who EP con il primo e i jingle usati nel film Quadrophenia con il secondo), la gloriosa antologia in vinile Meaty, Beaty, Big & Bouncy su cui tutti si sono fatti le orecchie, il cofanetto CD quadruplo (almeno per il primo CD che compila gli High Numbers) di 30 Years Of Maximum Rhythm & Blues.

La casa discografica di My Generation (l’album) non era la Decca (per cui uscì negli USA The Who Sing My Generation), ma la Brunswick, e poteva essere utile indicare la ristampa in vinile della Virgin (in attesa di una già annunciata ristampa in CD basata sui master originali).

È causata da purismo l’omissione del cofanetto quadruplo Immediate/Charly Records degli Small Faces? Ma dov’è The Decca Anthology 1965-1967 (doppio CD) senz’altro non sospetto?

Nel settore Revival ’79 e power pop ’80 non capisco le omissioni di Extras e dei primi due album dei Jam (fra l’altro nel primo c’è una Batman Theme cover di una cover degli Who dell’originale di Neal Hefty; do per scontato che il libro fosse in bozze quando è uscito il cofanetto dei Jam) e dei due volumi di Mods Mayday (Aa. Vv.).

Non discuto, anche se vorrei, certe omissioni sui singoli di Purple Hearts e C. e di qualche singolo dei Jam (valga per tutti il b-side di Down In The Tube Station).

Passando a Soulful ‘80, scopro che manca il CD It Was like This che compila tutto il materiale EMI dei Dexy’s Midnight Runners.

 

  1. A legal matter or two

Neanche una riga per dire da dove è tratta la foto di copertina di Mods: ovviamente da Mods! di Richard Barnes, per di più dalla copertina.

E poi l’intera prefazione di Paul Weller: qui non credo basti invocare l’articolo 70 della legge numero 633 del 1941 per giustificare la non richiesta di licenza a Vostro favore da parte della Eel Pie o del Signor Weller per la sua pubblicazione e traduzione integrali.

Insomma, la mod sharpness è andata un po’ a farsi benedire. Peccato.