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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
14/12/2017
I luoghi simbolo spariscono
(le targhe commemorative non servono a nulla)
Attualmente, soprattutto in certe zone del mondo, un edificio e ancor di più un esercizio commerciale hanno una vita accelerata.
di Stefano Galli steg-speakerscorner.blogspot.com

La pubblica amministrazione, ovunque, soffre di una incapacità innata di essere contemporanea. Per questo motivo essa non riesce oggi nemmeno nei settori dove nel passato non sfigurava.

Attualmente, soprattutto in certe zone del mondo, un edificio e ancor di più un esercizio commerciale hanno una vita accelerata.

Impossibile, allora, per una struttura che ha dato il nome a un aggettivo negativo – burocratico – reggere l’impatto e “proteggere” il passato.

Tempo fa scrissi di un’insegna fondamentale per Manhattan, NYC: GEM SPA.

Trattandosi di un’insegna commerciale (dunque assolutamente privata) la voce in capitolo della City Hall e del Major è minima o nulla.

Ma pensiamo ad altro: CBGB’s chiuso da tempo (ad essere onesti il Max’s Kansas City avrebbe dovuto preoccupare prima e anche di più).

Nell’aprile 2013 ha chiuso Bleecker’s Bob (118 West 3rd Street) per essere soppiantato da una rivendita di yogurt (e ora?); un negozio “di dischi” che è stato, almeno nei vent’anni precedenti (esisteva nel Greenwich Village dal 1967) non fondamentale o quasi per chi comprava musica (come accadeva anche dal più modaiolo Midnite sulla East 23rd Street): roba per gonzi disposti a spendere troppo per avere poco; dovevate andare da Subterraneans (in Cornelia Street) o da Other Music (sulla West 4th Street), semmai: il primo ha chiuso da tempo, ma nessuno, proprio nessuno, sembra essersene accorto.

Nonostante tutto - questi negozi che mollano il colpo e nessuno negli uffici del City Hall, giù verso Wall Street, che muove un sopracciglio – spiace molto.

Anche perché le targhe e le ipocrite toponomastiche gothamite (si dirà che almeno nella Nuova Amsterdam almeno fanno quello, vero, ma fare l’inutile non serve, appunto) non servono a nulla: se leggo “angolino Joey Ramone” non provo proprio nulla a meno di essere uno dei molti modesti che si esaltano quando arrivano a Dublino per via degli U2, mentre io provo un poco di fastidio – per colpa loro – sulla sotterranea linea rossa nella città bagnata dalla Spree.

Ma c’è ancora qualcosa da proteggere? O si dovrà ricostruire in studio anche la facciata dello stabile dove abitavano David Bowie e Iggy Pop a Berlino per il film a loro dedicato?