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7: piano di rinascita spirituale
Stato Nero
2025  (Dischi Bervisti)
NEWS ELETTRONICA/AMBIENT
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09/12/2025
Stato Nero
7: piano di rinascita spirituale
Il secondo album di Stato Nero, 7: piano di rinascita spirituale, è un inno dissacrante che destruttura le sacrosante certezze imposte dall’alto dei cieli. In uscita il 12/12, racconta tramite le fasi del processo alchemico un crescendo musicale che smantella ritmi prevedibili e risucchia l’ascoltatore in un vortice catartico. Un mondo sonoro fatto di cortocircuiti elettronici, registrazioni ambientali e cronaca.
di La Redazione

Il secondo album di Stato Nero, 7: piano di rinascita spirituale è un inno dissacrante che destruttura le sacrosante certezze imposte dall’alto dei cieli.

La prima parte dell’opera è un percorso interiore suddiviso in 5 fasi, quelle del processo alchemico che porta alla realizzazione della pietra filosofale, simbolo di maturazione dello spirito, per il raggiungimento della verità.

 

Il primo brano, "Nigredo", coincide con la dissoluzione, che rappresenta la discesa nell’oscurità interiore, dove si affrontano le proprie ombre e le paure più profonde. È questo il momento in cui si riconosce ciò che è impuro dentro di noi, abbandonando vecchie abitudini e credenze limitanti: ciò può essere paragonato a una morte simbolica, necessaria per creare spazio per il rinnovamento.

"Albedo", la fase di purificazione, è il processo di chiarificazione dello spirito, durante il quale ci si connette con una purezza interiore e si sviluppa una maggiore consapevolezza; la luce dell’Albedo simboleggia l’inizio della comprensione e dell’armonia interiore.

"Citrinitas", la terza fase, rappresenta l’illuminazione e il risveglio, un momento di gioia e di integrazione, in cui si percepisce un profondo senso di connessione con l’universo: è la trasformazione dell’intelletto e l’integrazione delle intuizioni spirituali nel mondo materiale.

Infine "Rubedo", il culmine del lavoro interiore, porta a una trasformazione completa in cui si realizza l’unione degli opposti (spirituale e materiale), raggiungendo l’equilibrio: questa fase rappresenta la fusione dell’essere umano con l’insondabile, il compimento del cammino spirituale.

"Spiritus", la pietra filosofale, è il vero inganno sonoro di questo lavoro, un brano che può essere ascoltato in triplice forma - solo il lato sinistro, solo il lato destro o entrambi - ma è l'ascoltatore che decide quale.

 

Così da una campana iniziale, attraverso un sussurro grave, suoni stridenti, sordi, liquidi con pause e lievitazioni si srotolano in un lamento cupo, in un tintinnare di cristallo percuote le false credenze, in un crescendo musicale che smantella ritmi prevedibili e risucchia l’ascoltatore in un vortice catartico.

Ma attenzione a non lasciarsi ingannare: il percorso iniziatico, il piano di palingenesi dello spirito, è qui ironica demistificazione di ogni forma di mistagogia.

E così la voce sussurrata, quasi posseduta, il “non credere”, che apre la seconda parte dell’album, non è semplice invito ad abbandonare pericolose metafisiche, ma diviene imperativo esistenziale per emanciparsi dal potere di chi impone, per mero interesse, noia o sadico divertissement, un’unica verità.

Per liberarsi da questa menzogna occorre, prima di tutto, ricollocarsi al centro. Il refrain della prima strofa, “ci sei solo tu, materia ed energia”, scandisce con un andamento martellante la consapevolezza di una condizione solitaria, libera da catene.

 

Niente di metafisico o mistico, piuttosto qualcosa di vagamente epicureo. In questo percorso d’iniziazione al logos (ragione e parola), le Bestie di Satana, che avanzano in un paesaggio sepolcrale dalle tinte fosche, rappresentano il lato oscuro che si espande a macchia d’olio (o di viscoso petrolio?) sull’intero consesso umano.

Il mondo, pervaso dalla morte, si fa rappresentazione scenica di un romanzo gotico in cui la bestia provoca inutili spargimenti di sangue (“sangue versato per un’illusione”).

Da qui la domanda disperata, “distruzione divina in nome di chi?”. Distruggere dio o in nome di dio? Una polisemia irrisoria che svela, di nuovo, il sarcasmo di Stato Nero.

La furia bestiale, descritta nelle strofe successive e cadenzata da una musica corrosiva, devasta e demolisce, semina tormento e assassinio: in una setta devota a Satana è il segno del suo Regno oscuro. Qui Satana, però, non è esaltato né esecrato ma equiparato a una qualsiasi divinità da cui liberarci.

La danza macabra di scheletri di Satana (“scheletri danzano in un regno oscuro”) riecheggia i passi della Morte nella Danse macabre di Baudelaire. Ritroviamo “occhi vuoti”, quasi cavi, come quelli “de vide et de ténèbres” evocati dal cantore dei fiori del male, male che scintilla corrusco in una marcia ineluttabile. È la bestia che divora ogni cosa e che invade ogni nostra azione.

Ed è proprio quando il noi si aggruma e condensa nella marcia funebre dell’oppressore e la musica si fa tetra che l’urlo bestiale si trasforma in corale sfida al divino, atto di hybris indigesta, urlo dell’emarginato che valica ogni barriera e resiste ai falsi profeti.

La maschera dell’autorità che detta legge è stata strappata e giace divelta al suolo. “Il re è nudo”, urlano i dannati della terra. E così i rituali, irrigiditi in routine asfissianti, si svuotano di senso, o forse un senso non lo hanno mai avuto e sono soltanto invenzioni di falsi profeti, infidi strumenti di controllo e oppressione.

In altre parole, i dogmi ci strozzano nel loro abbraccio letale (“fedi che opprimono, dogmi che soffocano”) e, una volta che ce ne siamo liberati, vaghiamo smarriti. Ma la dislocazione è compensata da un senso di leggerezza e libertà.

 

Stato Nero con 7: piano di rinascita spirituale ci sta suggerendo una possibilità di riscatto: l’autoassoluzione dalle catene delle fedi tiranniche e delle norme.

Si risente in questo invito estremo, ultima speranza di emancipazione sociale e individuale, l’accusa lucreziana: “Religio peperit scelerosa atque impia facta” ovvero “la religione ha generato fatti delittuosi ed empi”.

I sacerdoti del vessillo religioso (e verrebbe da dire di qualsiasi vessillo) sono i bugiardi per antonomasia, quelli che parlano di perdono ma diffondono odio (“non voglio più ascoltare i sacerdoti d’odio parlare di perdono”), quelli che vivono dei tormenti altrui.

Solo rivendicando la propria logica esistenza ci si svincola dalla verità rivelata. Stato Nero dimostra ancora una volta la capacità di scuotere l’ascoltatore dall’apatia attraverso immagini e suoni detonanti, esplorando esperienze collettive di sofferenza, identità e resistenza.

In un periodo storico in cui più di un genocidio viene trasmesso in diretta tra l’indifferenza generale, Stato Nero lancia un dirompente grido per risvegliarci dalla fiacca condizione di zombie.

 

 

BIOGRAFIA

Stato Nero è un nuovo progetto musicale nato nel 2023 dall’idea di due musicisti di Pordenone, Sigma e Omega, che, dopo diverse esperienze nel mondo del rock alternativo (ex membri di Ulan Bator e Sick Tamburo) e della musica cantautorale sperimentale (Debora Petrina), hanno deciso di dare vita a un mondo sonoro fatto di cortocircuiti elettronici, registrazioni ambientali e cronaca. Il nome ha due significati: lo stato nero individuale come forma di lutto interiore e lo stato nero collettivo come lato nero dello Stato, giudicato nero dallo Stato stesso, inteso come orrore da non dimenticare.

Il format delle composizioni è diretto ed efficace e i brani, tramite la musica e le parole, hanno la capacità di creare pressione psicologica sull’ascoltatore. Il tutto è condito da suoni ossessivi e compulsivi, ma anche morbidi e statici, in un bipolarismo cinematografico alla David Lynch.

I temi trattati sono incentrati su aspetti sociali che vogliono portare lo spettatore fuori dalla comfort zone di quel mondo idilliaco che la società propone ma che, stando ai fatti, idilliaco non è. Il logo si fa portavoce degli argomenti trattati da Stato Nero, come le ingiustizie, la religione, il maschilismo, il denaro e l’abuso di potere, argomenti che non raramente fungono da maschera detergente per profumare e nascondere il fetore degli atti criminosi di figure intoccabili.

Come dice il proverbio: “fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”.

 


CREDITI

Sigma: campane, effetti, tubofono, shruti, C.E.M.P., voce
Omega: chitarre, tubofono, anxiety box, gong, rebab, voce
Omicron: hang drum, timpani

Registrato il 2 febbraio 2025 presso la piana di Isacco (Tramonti di sotto - PN)

Mixato e masterizzato da Omega presso Omega Studio (PN)

Grafiche di Omega