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REVIEWSLE RECENSIONI
A Deeper Understanding
The War On Drugs
2017  (Atlantic Records)
ALTERNATIVE AMERICANA/FOLK/COUNTRY/SONGWRITERS ROCK
8/10
all REVIEWS
29/08/2017
The War On Drugs
A Deeper Understanding
In modo non così dissimile dall’ultimo Flotus dei Lambchop e tenuto conto delle evidenti diversità di background, approccio e prospettive (per non dire di “genere”), A Deeper Understanding è l’esempio di come la tradizione decontestualizzata possa trasformarsi in originalità senza doversi per forza impantanare nelle tortuose paludi delle astrazioni sperimentali.

“Dovrebbero essere giganteschi,” disse Jimmy Iovine in un’intervista a Billboard nel 2015.

Aveva ragione: The War On Drugs sono diventati giganteschi.

Meno cool rispetto al precedente Lost In The Dream (2014) ma non per questo meno ispirato, A Deeper Understanding è la dichiarazione d’intenti di un gruppo – posto che The War On Drugs possano definirsi “gruppo” - che vuole entrare nella storia e probabilmente sa come farlo. La mia idiosincrasia per certe espressioni mi impedisce di definirlo “disco della maturità”, preferisco definirlo “disco dell’ambizione”. Sì, perché The War On Drugs (voglio che questo nome vi entri bene in testa) sembrano essere per fortuna distanti anni luce dall’umiltà bugiarda e dal simulato low profile che il “rock” oggigiorno ama ostentare e che, peggio ancora, i critici hanno iniziato a lodare con ipocrisia da farisei verso la fine dello scorso millennio, sostituendo all’autenticità come valore (altro pallino della critica novecentesca) il voliamo-bassi-che-tanto-non-siamo-nessuno; distanti anni luce dalla paccottiglia di artisti che scendono in picchiata come mosche sulle questioni sociali del momento sperando di ottenere un po’ di visibilità grazie alla conquista di una, appunto, social credibility, la nuova patente a punti della nostra epoca.

Adam Granduciel possiede una qualità rarissima: il senso della Bellezza. Ogni singola nota, ogni parola cantata con quella voce trasandata e piena di pioggia , ogni silenzio che non è silenzio, ogni sfumatura (e ce ne sono a bizzeffe) si trova al posto giusto, ai confini della perfezione, è lì dove deve essere, senza ridondanze inutili, senza vuoti di “convenienza”.

Adam Granduciel è fiero di piazzare un paio di assoli di chitarra demodé che profumano di Neil Young, e non ha paura di far cantare al Dylan degli anni Ottanta una canzone dei Deacon Blue, né di sfidare la pazienza e i giga degli spotifiers con gli undici minuti e passa di “Thinking Of A Place”.

Adam Granduciel è un alchimista che riesce a dosare nella stessa ampolla il più classico ritornello springsteeniano con teutoniche martellate motorik, estraendone pozioni magiche con disarmante nonchalance.

Adam Granduciel potrebbe essere uno dei più grandi autori della nostra misera epoca e per il sottoscritto lo è, senza ombra di dubbio. E pazienza se sotto il profilo letterario lascia appena un po’ a desiderare o se in alcuni passaggi ci vien fatto di pensare “Ehi, questo l’ho già sentito”:  abbiamo perdonato artisti di minor talento per peccati assai più gravi.

In modo non così dissimile dall’ultimo Flotus dei Lambchop e tenuto conto delle evidenti diversità di background, approccio e prospettive (per non dire di “genere”), A Deeper Understanding è l’esempio di come la tradizione decontestualizzata possa trasformarsi in originalità senza doversi per forza impantanare nelle tortuose paludi delle astrazioni sperimentali.

Lo so, quella che doveva essere una recensione si è trasformata in una dichiarazione d’amore ma…

…se vi è mai capitato di trovarvi su una collina, consumati da una notte insonne, circondati da spazi impalpabili e sconfinati, mentre il primo chiarore s’insinua nell’oscurità e un nuovo giorno comincia a dispiegarsi davanti ai vostri occhi stanchi, allora sapete che c’è un momento in cui, fulminea, vi pervade una comprensione più profonda di voi stessi e del mondo. È il momento, fugace e irripetibile, in cui la Bellezza si fonde col vostro Essere e vi sentite una cosa sola con tutto quello su cui lo sguardo si posa, dimenticandovi della sofferenza, dei guai, delle cose meschine che avete subito e delle cose meschine che avete fatto; e diventate consapevoli di poter resistere, di poter perdonare voi stessi e gli altri, di poter affrontare anche questo nuovo giorno che sta iniziando, e realizzate che, per quanto abbattuti o rassegnati vi sentiate, la cosa più strana è quella voglia che riemerge di continuare a sperare, perché non avete più nulla da perdere e non avete più nulla da trovare, perché l’unica cosa che sapete di dover fare per ricominciare a vivere è decidere di spezzare le catene che vi legano e non ve ne frega nulla se rimarrete sempre dei perdenti: avete visto la Bellezza del dolore e provato il dolore della Bellezza e niente potrà più farvi male. È l’alba di un nuovo giorno, A Deeper Understanding.