Sono molte le canzoni che raccontano di un amore così totalizzante da creare dipendenza, così ossessivo da prendere il sopravvento sul processo decisionale del cervello, ma Robert Palmer ha trovato un modo nuovo per esprimerlo nella celebre "Addicted To Love", una hit numero uno negli States e un successo clamoroso anche a livello mondiale.
La canzone, originariamente, avrebbe dovuto parlare di abuso di sostanze, di dipendenza da droghe, alcol o cibo, ma alla fine Palmer ritenne che alleggerendo il tema e parlando d’amore, il brano sarebbe stato più attraente.
L’idea iniziale del musicista inglese era quello di fare di "Addicted To Love" un duetto, e individuò in Chaka Khan la partner ideale. I due si misero al lavoro e in men che non si dica registrarono la canzone; ma quando tutto era pronto per la pubblicazione, l’etichetta della Khan, la Warner Brothers, vietò l’utilizzo della voce della cantante statunitense, e Palmer dovette riregistrarla da capo.
Il brano, come anticipato, ebbe un grande successo, e non solo perché possedeva un tiro irresistibile, ma anche perché fu accompagnato da un video che divenne iconico.
Il clip mostra Palmer che canta di fronte a una "band" di bellissime ragazze che si assomigliano (vestono abiti identici e sono pesantemente truccate) e che fanno finta di suonare. La cosa divertente del video è che le modelle che posano come una band sono state selezionate proprio perché non sapevano suonare alcun strumento, e di conseguenza, ogni ragazza tiene il suo tempo e si muove a un ritmo diverso.
Chi erano le ragazze nel video? Ecco l’elenco:
Julia Bolino (chitarra)
Patty Elias (chitarra)
Kathy Davies (batteria)
Julie Pankhurst (tastiera)
Mak Gilchrist (basso)
La Gilchrist aveva lavorato in diversi spot pubblicitari, la Bolino e la Davies avevano partecipato ad altri video musicali, mentre sia la Pankhurst che l’Elias erano al loro esordio. Tutte ricordano che Palmer si mostrò molto professionale ed educato durante le riprese, anche quando un piccolo “inciampo” avrebbe potuto farlo arrabbiare. La "bassista" Mak Gilchrist, che allora aveva ventun anni, ricorda, infatti, che il regista Terence Donovan, per cercare di rendere l’ambiente più informale e rilassato, le fece ubriacare con del vino, e che lei, annebbiata dai fumi dell’alcol, perse l’equilibrio colpendo Palmer alla nuca con il manico del basso, facendogli così sbattere la faccia contro il microfono.
Il roboante riff di chitarra che apre la canzone giunse a Palmer in sogno. Nel 1988 dichiarò alla rivista Q: "Quel riff rumoroso mi ha svegliato. Sono sceso dal letto, ho preso il registratore, l’ho registrato e sono tornato a letto. La mattina dopo ho pensato: è fatta!”.
E fu così: Palmer, nel 1987, vinse il suo primo Grammy Award nella categoria Migliore Performance Vocale Rock Maschile proprio per "Addicted To Love". Un successo quasi inaspettato, visto che in precedenza la carriera del musicista stentava a decollare.
Palmer, infatti, aveva suonato in diverse band dalla fine degli anni '60 e pubblicò il suo primo album da solista nel 1974. Coprì una vasta gamma di generi, spesso inserendo sonorità caraibiche nella sua musica (viveva alle Bahamas), e ottenne un modesto successo in classifica, in particolare con i brani "Bad Case of Loving You" e "Every Kinda People". Nel 1985, tuttavia, trovò la sua formula vincente quando ricoprì il ruolo di frontman del supergruppo The Power Station, band che lo vedeva a fianco di Andy Taylor e John Taylor dei Duran Duran e di Tony Thompson degli Chic. La band ottenne un grande successo con "Some Like It Hot", un rock esplosivo che utilizzava la giusta dose di aggressività e sensualità. Palmer integrò quel sound nel suo album Riptide, pubblicato più tardi nel 1985, con i risultati che abbiamo appena raccontato.
Una curiosità. Questa fu la prima canzone a entrare nella Hot 100 americana con la parola "addicted" nel titolo e non ce n'è stata un'altra fino a quando i Simple Plan non scalarono le classifiche con una canzone intitolata appunto "Addicted", nel 2003.

