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REVIEWSLE RECENSIONI
28/11/2023
Marta Tenaglia
After Vercondia
Dopo la pubblicazione del suo primo album “Guarda dove vai”, Marta Tenaglia pubblica per Costello’s il suo secondo LP, “After Verecondia”, un’opera che nasce dalle ceneri pop/nu-soul del precedente capitolo per dirigersi verso un elettro-pop travolgente, che sancisce un netto passo di maturità dell’artista.

Abbiamo incontrato Marta Tenaglia per la prima volta nel 2022 con la pubblicazione del suo primo disco, Guarda dove vai, un album potente, con il quale l’artista ha fatto emergere fin da subito le sue caratteristiche: un pop estremamente internazionale che giocava tra elettro-pop e nu-soul, una voce vellutata capace di entrare sottopelle e dei testi in cui Tenaglia si racconta senza filtri e sconti. Elementi che le hanno permesso di creare solide basi e affermarsi nella scena, calcando palchi in tutta Italia.

After Verecondia, pubblicato sempre per Costello’s, rappresenta quindi un atteso secondo capitolo di questa storia, il cui impatto sull’ascoltatore, ancor prima che per la musica, avviene con il titolo e la copertina. Certo, ancor più ora che siamo nell’era delle piattaforme digitali questi sono i primi due fattori che rappresentano e riassumono il senso di un disco, ma era da un po' che non capitava di imbattersi in un titolo e una copertina così potenti e rappresentativi.

Non farò finta di sapere cosa significasse la parola “verecondia” per cui sarò sincero, me la sono andata a cercare spinto dalla potenza dei testi che fin dal primo ascolto mi hanno molto scosso: la Verecondia (citando la Treccani) è il “timore di fare cosa che possa venire rimproverata: la verecundia è una paura di disonoranza per fallo commesso (Dante). Disposizione d’animo di chi rifugge da ogni cosa che possa, anche lontanamente, offendere il pudore, la riservatezza e la modestia.”. Questo è quello che Marta Tenaglia abbandona e con questo disco possiamo godere dei risultati (e magari, alla fine, farci qualche domanda su noi stessi).

 

L’opera si presenta come un percorso di dieci brani di cui uno fa da cappello introduttivo (“Circe”) e uno da conclusione (“poetica/manifesto”). Musicalmente si tratta di un cambiamento abbastanza netto, dove Tenaglia decide di spogliarsi della veste nu-soul per abbracciare completamente quella dell’elettro-pop, scelta che esprime splendidamente grazie anche alla collaborazione con il produttore Federico Carillo e con Elasi, oltre che a Cucina Sonora per il brano “Bambi”. Il disco vede l’alternarsi continuo di brani potenti: da forti produzioni elettroniche, che spesso si affacciano nell’EDM, a brani più aperti, ariosi, ma che presentano comunque un elemento di beat in primo piano.

Una nuova veste che evidenzia subito il grande cambiamento, o forse sarebbe meglio dire la maturazione musicale di Marta Tenaglia, che con questo album è testimoniata anche in quello che si può definire come il pezzo forte dell’opera: i testi.

 

Delle dieci tracce, la prima cosa che colpisce è la scelta della prima e dell’ultima, forse le più emblematiche a livello di potenza espressiva: “poetica/manifesto” era stata infatti pubblicata come singolo, vista la nettezza del messaggio e la sua funzione riassuntiva, e forse proprio per questo stupisce la scelta di porla in posizione finale, mentre il compito di apripista viene lasciato ad un brano che, astutamente, non era stato pubblicato prima, preservandone in questo modo la sorpresa e la potenza: “Circe”.

“Circe” apre il disco con un pugno nello stomaco, secco e ruvido per la rabbia che porta, creando il giusto contesto per tutto il percorso sonoro dell’album. Il viaggio da lì in avanti diventa un susseguirsi di punti in cui Marta si rimette in gioco e rigiudica tutto ciò che ha intorno a sé, partendo innanzitutto da sé stessa, il tutto con una onestà e semplicità a volte quasi disarmanti. Lo si vede in “Allodole” dove Marta racconta di come si è liberata di pesi e macerie del passato, o in “Marmo”, dove indaga sul mistero del lutto, sull’importanza della vita e sulla sua fragilità, o ancora come in “Anima Infinita”, forse il cuore poetico del disco, dove il suo percorso personale arriva alla realizzazione dell’importanza di innamorarsi di sé stessi.

 

After Verecondia non è solo la prosecuzione del percorso artistico di Marta Tenaglia, che qui raccoglie i frutti seminati con Guarda dove vai, ma è anche una rinascita, musicale e personale, conseguenza di una maturazione incredibile che l’artista ha fatto in questo anno e che rende impossibile rimanerne indifferenti.