Cerca

logo
Banner 2
NEWSCOMING SOON
Ahimè
LOSTATOBRADO
2025  (Locomotiv Records, Ramaglie, GDG Press)
NEWS ITALIANA ELETTRONICA/AMBIENT AMERICANA/FOLK/SONGWRITER
all NEWS
12/12/2025
LOSTATOBRADO
Ahimè
LOSTATOBRADO pubblicano il 12/12 Ahimè, un disco sperimentale e intenso, instabile e drammatico, attraversato da una costante tensione musicale ed emotiva. Uno sguardo lucido e disincantato, a tratti tragicomico, per una "musica elettroacustica post-agricola".
di La Redazione

Un viaggio personale e collettivo tra musica e immagini, per riabbracciare la nostra essenza e quella del mondo. Perché in fondo, l’unica cosa che davvero conta sul grande e caotico palcoscenico della vita è trovare il proprio ruolo da recitare, scoprire il proprio modo di vivere nel presente.

Anticipato dai singoli "Tane" e "Cusna", Ahimè è il nuovo album de LOSTATOBRADO, in uscita venerdì 12 dicembre per Locomotiv Records con il supporto del collettivo Ramaglie.

 

A un anno di distanza dall’esordio con Canzoni contro la ragione, la band composta dai musicisti e sound designer bolognesi Alessio Vanni, Lorenzo Valdesalici e Lorenzo Marra torna con un disco sperimentale e intenso, instabile e drammatico, attraversato da una costante tensione musicale ed emotiva.

Ahimè è espressione sonora e immaginifica del desiderio di riuscire a vivere nel qui e ora, riscoprendo quel contatto con noi stessi e con la natura che ci circonda, nonostante tutte le incoerenze, incognite e assurdità della contemporaneità. Un elogio alla bellezza della temporaneità della vita, perché è proprio lì che risiede la nostra unicità.

Ahimè è una reazione istintiva a questa realtà già di per sé molto più surreale di qualsiasi storia immaginata: è un disco che prova a parlare di tutto, ma sarebbe meglio dire che non parla di niente afferma LOSTATOBRADO. Non importa quale significato questo album trasmetta all’ascoltatore, l’importante è che possa essere immagine ancora prima di essere suono. L’andirivieni del mondo, il su e giù del vivere, la magia dell’essere qua in questo momento.

 

Con sguardo lucido e disincantato, a tratti tragicomico, Ahimé racconta la realtà con la sua stessa voce e disegna un paesaggio sonoro stratificato, inquieto ed evocativo, grazie a quella che il gruppo definisce musica elettroacustica post-agricola: un’etichetta-non etichetta che vuole descrivere un sound originale e figlio del suo tempo, che si muove tra elettronica, sperimentazione e cantautorato, attraversato da suggestioni cinematografiche e ricco di campionamenti inediti.

Un amalgama sorprendente e suggestivo frutto di un lungo e meticoloso lavoro, in cui la tradizionale forma canzone si spinge oltre abbracciandone una nuova, inesplorata e libera, in cui riecheggiano le influenze di artisti internazionali come Radiohead, Bjork e Floating Points e italiani come CSI e Iosonouncane, arrivando fino alle colonne sonore di Ennio Morricone o Jerskin Fendrix.

Ma Ahimé non si ferma qui, portando oltre la sua spericolata ricerca sonora: ecco quindi che all’impianto strumentale del trio (voci, sintetizzatori e chitarra baritona) si uniscono il suono di uno stormo di oche, il clacson di una Dacia in Islanda, il suono di una tammorra, la voce della mezzosoprano Isabella Gilli, l’ocarina, il Touch Theremin inventato da Gabriele Puddino, richiami da cacciatore e un organo mesotonico del 1551.

Infine l’album è frutto anche di un insieme di suggestioni indotte da immagini prodotte dall’intelligenza artificiale, sulla base di frasi che ne descrivono le canzoni: un lavoro quindi non solo da ascoltare ma anche da immaginare.

 

Con le sue otto tracce dalla struttura circolare, Ahimè ritrae un mondo allo scompiglio, una caotica messa in scena in cui ognuno sceglie le proprie maschere per recitare le proprie parti. Ecco perché la cover dell’album si ispira al lavoro del Maggio Drammatico dell’Appennino Tosco-Emiliano (la foto infatti ritrae la band e altre persone con i costumi teatrali): una rappresentazione dagli innumerevoli piani di lettura attraverso un teatro di matrice fortemente popolare dove amore, coraggio, guerra, pace, dolore, gioia, potere e perdita vengono cantate e declamate in ogni scena, esemplare metafora di un mondo in cui il tempo passa e le cose cambiano per non cambiare mai.

Ahimé è anche il titolo di un film del 1983 girato con la collaborazione di pazienti psichiatrici ed infermieri da Claudio Oleari e Benedetto Valdesalici. Un tentativo di dare una risposta a tutte le domande dell’esistenza, proprio come vuole fare l’album de LOSTATOBRADO. Un esperimento disperato, ambizioso, complesso, in cui è impossibile trarre conclusioni definitive o universali. Proprio per questo, più che mai necessario.

 

 

A risvegliare il torpore delle coscienze è la prima traccia nonché primo singolo "Tane", con il suo lamento disperato, le sue sonorità cupe e sporche e il suo incedere irrequieto e funereo: un invito a vivere il presente e a non fuggire, a non farsi sopraffare dal chiassoso turbinio della mente che tira verso sé incagliandosi nel passato e gettandosi nel futuro.

La segue "Auguri", ironico titolo della focus track dell’album, a cui fa successivamente eco il brano strumentale "(Ancora) auguri": quando il tempo lineare (passato, presente e futuro) si (con)fonde con quello personale (storia privata, familiare e del mondo) si rischia di perderne i confini, ma forse sta nell’accettarlo e nel viverlo ognuno nel proprio miglior modo possibile.

 

Illusioni e speranze invece si alternano in "Chiome", che prova a suggellare il labile confine tra il mondo dei sogni e la realtà che spesso sembrano fondersi l’uno con l’altro fino ad assumere i contorni di una costante pubblicità ("Offerte di nuvole/ nei sogni mi appaiono/ Poiane sui residence/ Le onde di questa corrente Che scivola continuamente/ E adesso la pubblicità").

La natura torna come visione e suggestione nelle parole di "Sveno", un piccolo ritratto-poema bucolico scritto dal poeta muratore nonché interprete Sveno Notari (1930-2012), le cui parole descrivono la fine di una lunga giornata di lavoro e come il tramonto ritempra e conforta l’animo.

Una poesia che crea un ponte con "Pergole", il brano successivo, in cui LOSTATOBRADO mette in musica queste suggestioni (l’avvolgente luce del tramonto è incarnata dalla voce della mezzosoprano Isabella Gilli) e sancisce l’inizio della seconda parte dell’album. Alla distensione sia sonora che visiva della ballata elettro acustica "Pergole", che invita a accogliere ogni momento della vita, da quelli di gioia, agli amori fino ai lutti, segue la title track "Ahimè" che emerge con il suo ritmo funebre intenso e incalzante: è la rappresentazione sonora del dolore e della fine della vita ovvero la morte. Un brano che cresce fino ad esplodere in un urlo, in cui i battiti aumentano sempre di più fino a cancellare la musica che si sgretola e si disintegra, lasciando così spazio al vuoto, al nulla e al silenzio.

Lo stesso silenzio e quiete che si ritrova in "Cusna", traccia conclusiva dell’album, in cui l’anima si reincarna nella natura. Un brano dal soffio etereo ed essenziale, avvolgente e dalle tinte calde, che prende il nome da una delle cime dell’Appennino Tosco-Emiliano. Non una semplice canzone, ma un vero e proprio quadro sonoro in cui compare anche uno storico organo mesotonico a canne del 1551 di Onofrio Zeffirini.

 

 

TRACKLIST

Tane
Auguri
Chiome
(Ancora) Auguri
Sveno
Ahimè
Cusna

 

CREDITI

Registrato, prodotto e mixato presso Atra studio di Bologna, masterizzato presso Saff Mastering Studio di Chicago nel 2025

Autore testi: Alessio Vanni

Hanno suonato:

Alessio Vanni (voce, synth, campionamenti, batteria, organo, percussioni, produzione, arrangiamento, missaggio).

Lorenzo Valdesalici (voce, chitarra baritona, chitarra acustica, elettronica, campionamenti, ocarina, richiami da cacciatore, tromba, kazoo, percussioni, produzione, arrangiamento)

Lorenzo Marra (elettronica, campionamenti, pianoforte, produzione, arrangiamento)

Con la partecipazione di:

Isabella Gilli (voce lirica in “Pergole”)

Giacomo Parmeggiani (urla in “Ahimè”)

Sveno Notari (voce in “Sveno” e autore della poesia recitata dal titolo “Concetto della mia giornata”, pubblicata nella raccolta “Ed ecco un murator su un foglio chino” nel 2013 grazie a Laura Artioli e Benedetto Valdesalici. Sveno Notari è stato un poeta muratore, musicista e maggerino, nato a Marmoreto nel 1930)

 

 

BIOGRAFIA

LOSTATOBRADO sono tutti e, al contempo, nessuno. LOSTATOBRADO sono un canto corale, i suoni del mondo e il silenzio assoluto. Ma LOSTATOBRADO è soprattutto un collettivo di musica elettronica sperimentale “post-agricola” nato nel 2023 dall’incontro delle voci, delle idee e delle parole dei tre sound designer e compositori per il cinema Alessio Vanni, Lorenzo Valdesalici e Lorenzo Marra.

La loro musica è fatta per immagini, ispirandosi trasversalmente dal mondo del cinema, in particolare dalle colonne sonore di artisti come Ennio Morricone, per unirsi al cantautorato italiano (CSI, Verdena, Iosonouncane) e sonorità straniere di artisti come Bjork, Thom Yorke e molti altri.

Nel 2024 pubblicano il loro album d’esordio Canzoni contro la ragione recensito da Blow Up, Rockit e da Rumore classificandolo come disco del mese di luglio. Hanno collaborato con diverse associazioni di cinema (“Nuvo”, “Shado”, “Braquage”, “Tristefilm festival”) per cui hanno realizzato sonorizzazioni live e partecipato al “Festival della lentezza” di Parma con uno spettacolo dedicato a George Méliès.

Nello stesso anno ricevono il premio speciale Rockit del concorso musicale “Musica da Bere”, vincono il concorso “Blender” organizzato da Locomotiv Bologna aggiudicandosi il supporto alla produzione da parte di Emilia Romagna Music Commission e Locomotiv Records, e a dicembre ricevono il premio “MITA” allo storico concorso Rockcontest di Firenze.

"Tane" è il primo singolo estratto dal nuovo album della band, Ahimè, in uscita a dicembre per Locomotiv Records e il supporto di Ramaglie, un collettivo di autoproduzione che raccoglie numerose persone e professionalità artistiche: "Cusna", uscita il 21 novembre, è il secondo singolo estratto che ne anticipa la pubblicazione il 12 dicembre, sempre per Locomotiv Records.