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TRACKSSOUNDIAMOLE ANCORA
Ain't No Stoppin' Us Now
McFadden & Whitehead
1979  (Philadelphia International Records)
BLACK / SOUL / R&B / FUNK / HIP-HOP
all TRACKS
20/03/2023
McFadden & Whitehead
Ain't No Stoppin' Us Now
Un brano fortemente motivazionale, che venne adottato dalla comunità afroamericana come inno libertario e che, invece, era nato come atto di ribellione di McFadden e Whitehead nei confronti della loro casa discografica.

Gene McFadden e John Whitehead erano due songwriter e produttori che prestavano la propria arte sotto l’egida Philadelphia International Records, etichetta presso la quale hanno lavorato per molti anni, contribuendo a definire il suono del Philadelphia Soul. Nel 1972, con Leon Huff, che era comproprietario dell'etichetta insieme a Kenny Gamble, scrissero il successo degli O'Jays, Back Stabbers, e in seguito altre grandi canzoni, quali I'll Always Love My Mama, eseguita dagli Intruders e Bad Luck, portata alla ribalta da Harold Melvin.

Verso la fine degli anni '70, McFadden e Whitehead, stufi di regalare le proprie canzoni ad altri, desideravano ardentemente registrare del proprio materiale e convinsero Gamble e Huff, non senza fatica, a lasciarli provare. Entusiasti dell'opportunità, si misero al lavoro per l’album d’esordio, spinti da mantra "non ci fermeremo adesso!", che divenne anche il titolo della loro della loro canzone più famosa, quella che avrebbe aperto la scaletta del disco.

Ain’t No Stoppin’ Us Now fu registrata ai Sigma Sound Studios di Filadelfia insieme ai chitarristi Dennis Harris e Bobby Eli, al bassista James Williams, al batterista Keith Benson e al trio femminile composto da Barbara Ingram, Carla Benson ed Evette Benton, tutti abili sessionisti dell’etichetta, chiamati a dar manforte al duo.

Questa canzone motivazionale, che arrivò al primo posto delle classifiche R&B, fu adottata dalla comunità afroamericana come inno libertario, perché il testo sembrava essere un invito esplicito a combattere per i propri diritti, a non mollare e a fare un ultimo sforzo per raggiungere quel traguardo che, ormai, era a pochi passi (Non c'è modo di fermarci ora! Siamo in movimento! Non c'è modo di fermarci ora! Abbiamo il solco! Ci sono state così tante cose che ci hanno trattenuto Ma ora sembra che le cose stiano finalmente arrivando).

In realtà, Mc Fadden e Whitehead non avevano alcun intento politico e mai avrebbero pensato che a quel brano, allegro e ballabile, potessero essere attribuiti significati tanto profondi. La canzone, infatti, era ispirata dalla loro esperienza personale, quella, cioè, di musicisti che finalmente, dopo tanto tempo, si trovavano a realizzare un sogno. Con Ain’t No Stoppin’ Us Now, John e Gene, infatti, stavano in realtà parlando della loro frustrazione con i proprietari della Philadelphia International Records, Kenny Gamble e Leon Huff, che per molti anni li tennero rinchiusi in una prigione dorata, impedendo loro di diventare artisti a tutto tondo.

E a ben vedere, rischiarono anche di non pubblicare mai quella canzone che li tanto rese celebri. Kenny Gamble, infatti, dopo aver ascoltato per la prima volta Ain't No Stoppin 'Us Now, tentò, fortunatamente senza successo, di convincere McFadden e Whitehead a dare la canzone agli O'Jays, che erano un gruppo già affermato, e che avrebbe potuto, quindi, scalare più facilmente le classifiche del tempo. I due, però, s’impuntarono, minacciando di andarsene e intentare una causa legale, e alla fine l’ebbero vinta. Quindi, in definitiva, quello che venne interpretato come un brano innodico sull’orgoglio nero, era, in realtà, una canzone sull’orgoglio personalissimo di due artisti che erano stufi di scrivere canzoni per altri e volevano sfidare lo star system in prima persona. Quell’esordio fu il loro unico, grande successo, e i due successivi dischi pubblicati a loro nome, negli anni ’80, furono dei mezzi fiaschi.

L'11 maggio 2004, a soli 55 anni, Whitehead è stato assassinato a colpi di pistola da un gruppo di uomini armati, fuori dalla sua casa di Filadelfia. Chi fossero gli assassini non si è mai saputo, e il caso è ancora aperto e irrisolto. Il 27 gennaio 2006, toccò a McFadden morire per gli esiti esiziali di un cancro al fegato e ai polmoni. Aveva 56 anni.