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MAKING MOVIESAL CINEMA
Alex Lehmann
Blue Jay
2016  (Netflix)
DRAMMATICO
all MAKING MOVIES
07/08/2017
Blue Jay
Alex Lehmann
Basta poco, sì, ma ci vuole una sceneggiatura senza sbavature, che non disdegna l'improvvisazione, ci vuole un bianco e nero che rende il tutto ancora più romantico, più indie, ci vuole una fotografia che in quel bianco e nero mostri un calore inatteso, una nota di blue, di malinconia.

Una giornata.
Due persone.
Tante parole.
Basta poco per fare bei film.

Quelli, appunto, di parole, di dialoghi che diventano fiume, di giornate che sembrano non finire, passate a scrutare i volti, le espressioni, gli occhi, di quelle persone.
E finire per conoscerle davvero, per amarle, per sentirne la mancanza.
Entrando in sintonia con loro, anche quando sembrava impossibile.
La presenza di Mark Duplass, dalla faccia da sberle, dal fare artistoide che respinge, ma qui, in veste di protagonista e produttore, irrita per i primi minuti, con quella barba posticcia che continua a toccare, poi, ci si perde, ci si immerge, in questa giornata a due, in questa giornata di ricordi.
Lei è Amanda, che da quella cittadina in mezzo al nulla se n'è andata da un po', crescendo, maturando, anche in sofisticatezza. Sposata, insta-mamma, con figli non suoi on-off nella vita. Tornata per una sorella che un figlio lo sta per avere.
Lui è Jim, che in quella cittadina ci tornerebbe, ora che non ha più legami con nessuno, ora che non ha un lavoro e potrebbe fare di quella casa dove è cresciuto un nuovo lavoro.
Si incontrano, si rincontrano, dopo anni lontani, dopo anni passati assieme. I fidanzatini che sembravano inseparabili, destinati al matrimonio, alla famiglia, alla noiosa perfezione della felicità, anche nei loro sogni.
Si rincontrano e li separa una vita, vera.
E allora partono i ricordi, gli scherzi, inframmezzati da titubanze, da sguardi indagatori, da lacrime che scendono senza volerlo.
Si passa dal negozio di fiducia, si arriva in quella casa che conserva ogni loro memento e profumo, e ci si immerge in loro, in un continuo chiedersi, ma mai ad alta voce, cosa è successo, perché non è così?


Una giornata.
Due persone.
Tante parole.
Sono i film solo all'apparenza più semplici ma in realtà i più difficili da realizzare.

Cosa si può dire di nuovo, dopo le lunghe camminate di Jesse e Celine della Trilogia del Before di Linklater, dopo la notte folle di Pete e Abby in Before we go?
Si può dire ancora tanto, se ci si mette in gioco con onestà, e Alex Lehmann lo dimostra.
Basta poco, sì, ma ci vuole una sceneggiatura senza sbavature, che non disdegna l'improvvisazione, ci vuole un bianco e nero che rende il tutto ancora più romantico, più indie, ci vuole una fotografia che in quel bianco e nero mostri un calore inatteso, una nota di blue, di malinconia.
A fare il resto, sono gli attori, a fare il resto è la perfetta sintonia tra Sarah Paulson -bella e magnetica come non mai- e Mark Duplass -timidamente romantico, a sorpresa- che scaldano ancor più il cuore, e non li si distingue quasi più da Amanda, da Jim.
Sono un tutt'uno, che ballano tra le note di Annie Lennox, che si guardano negli occhi, che si fanno le smorfie ridendo ma non fermandosi, che fanno scendere lacrime che sono anche le nostre.