La cantautrice londinese WILDES (Ella Walker) ha ottenuto un successo fulmineo all'età di 19 anni con il suo singolo di debutto “Bare”. Polistrumentista dal talento straordinario, la sua voce ha lasciato un'impronta indelebile in paesaggi musicali inquietanti. Ha poi pubblicato due EP acclamati dalla critica, Let You Go e Illuminate, che hanno fatto guadagnare all'artista di West London decine di milioni di stream; è stata citata insieme a London Grammar, Mazzy Star e PJ Harvey. La rivisitazione di Walker di “Don't Think Twice, It's All Right” ha attirato l'attenzione dello stesso Bob Dylan, che le ha fatto i complimenti e l'ha invitata al suo spettacolo.

Other Words Fail Me, il suo album di debutto del 2022, ha annunciato la maturità artistica di WILDES: un disco sulla rottura scritto molto prima della rottura stessa. Crudo e radicalmente vulnerabile, questo album le ha permesso di riconquistare non solo la sua autonomia artistica dopo una situazione di stallo legale, ma anche la sua autonomia personale, dopo essere fuggita da una relazione soffocante. 

Il suo secondo album è in uscita il 12 settembre e si intitola All We Do Is Feel.

Quando i momenti ci sfuggono dalle mani e nessun sentimento è definitivo, il nuovo album dei WILDES è un monumento all'amore che rimane. All We Do Is Feel segna la reinvenzione di Ella: una sorta di splendore che si può ottenere solo quando tutto (la tua vita e la tua arte) viene raso al suolo e ricostruito con fede in una nuova visione. La storia che si svolge in All We Do Is Feel è una storia che tutti riconosciamo: una storia di amore, di cuori infranti e di rinnovamento. Ma quando ci perdiamo nel bianco artico delle emozioni, quando tutto è al suo apice più amaro e infinito, WILDES ti prenderà per mano e ti accompagnerà fuori dalla tempesta.

Coprodotto con la sua migliore amica Elena Garcia (Tonguetied), l'album è stato registrato nella casa d'infanzia di Garcia, e la musica è completamente spontanea e senza paura di sperimentare. 

È stata Garcia a introdurre WILDES all'EDM, che pulsa in modo sottile in tutto l'album. Era affascinata dalla qualità di evasione che è così unica nella musica elettronica e, attraverso l'esposizione ad artisti come Boards of Canada, Sylvan Esso e Samia, la produzione (che hanno condiviso equamente) è infusa di questo splendore. Non ci sono quasi strumenti organici nell'album.

“A volte, la musica elettronica può essere più straziante per me di una chitarra”, osserva WILDES, il che segna una trasformazione totale del suo sound. Essendo un progetto molto più DIY rispetto ai precedenti, sono proprio i limiti ad averla liberata; mentre prima eliminava chirurgicamente quei tocchi che rendevano la sua musica umana e vulnerabile, ora abbraccia quelle peculiarità e spesso mantiene la prima registrazione vocale per non disturbare quella prima scintilla di magia.

Dopo il primo singolo “Wipe Away The Tears” feat. Tonguetied, il secondo singolo è “All I Get”. La cantautrice spiega: "Scrivere ‘All I Get’ mi ha davvero portato su un percorso che non mi aspettavo, sia per il messaggio che per come è emersa la produzione. È stata una canzone liberatoria da scrivere: avevo passato mesi a riflettere su quanto poco avessi, su quanto mi fosse stato tolto emotivamente, lasciandomi con un senso di vuoto, ma scrivendola ho capito che ‘tutto’ ciò che mi era rimasto era in realtà abbondante e ricco. Dopo quella rottura, mi sono resa conto che avevo davvero vissuto e amato, che avevo ricevuto tanto sostegno da chi mi circondava e che avevo superato un periodo di trasformazione che mi aveva spinto a diventare una persona migliore. Questa canzone mi fa sentire viva".

Sul terzo singolo, “Without a Heart”, spiega: "Di tutti i brani dell'album, questo è probabilmente quello che ha richiesto più tempo per raggiungere la sua forma definitiva. Non è stata una canzone facile da realizzare. Ho faticato molto per perfezionarne la produzione e, alla fine, l'ho completamente riprodotta, concentrandomi sull'intimità e la fragilità dei versi e inserendo il coro vocoder per emulare quella freddezza robotica che provavo quando l'ho scritta originariamente. È triste, inevitabile e per me ha un carattere definitivo. Sapevo che una volta scritta e prodotta, una porta si sarebbe chiusa sul mio dolore, ed è stato un tale sollievo finirla finalmente e sentirmi libera da quel tipo di sofferenza. Questo rende tutto degno di essere fatto".

 
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