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REVIEWSLE RECENSIONI
07/10/2018
Daniele Castellani
Arrivederci Emilia
Uno sguardo su un'Emilia dimenticata, remota come l'appennino, e personale, lontano dagli stereotipi.

Daniele Castellani, cantautore da Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, non è certo un artista prolifico; difficile trovare tracce online dei suoi progetti precedenti come Vana Radman, Rainero, alcuni gruppi di cover, oppure The Schoolboy, con Elisa Minari, ex bassista di Nomadi e Freak Antoni e alla batteria Alfredo De Vicentiis, autore di colonne sonore, producer anche con Emily Sporting Club, il tributo a Tondelli, sempre con Elisa Minari al basso.

Lo stile di Castellani è particolare e riesce a suscitare emozioni contrastanti, a volte una sensazione di qualcosa di incompiuto, altre di qualcosa di riuscito e anche originale.

Non è poco per un progetto che nasce in autoproduzione e che mostra ampi margini di crescita.

L'iniziale “Oslo” ci introduce alla poetica un po' surreale del nostro, il testo non risulta di immediata comprensione, un po' criptico, quasi fosse un retaggio di una voglia di nascondersi o, più probabilmente, perché è una canzone che lo vede coinvolto anche in maniera personale.

“Canzon D'Amore Sul Lastrico” mostra invece il lato migliore di Castellani, ironico, energico e con una cura davvero maniacale negli arrangiamenti e nelle melodie. Un rock italiano che guarda al Vasco Rossi vintage, senza però imitare il cantante di Zocca, semplicemente utilizzando lo stesso linguaggio musicale.

“Arrivederci Emilia” è la title-track, brano semi-reggae con improvvisi e inattesi cambi e crescendo, uno degli episodi più riusciti del disco, con un ritornello che si stampa in testa.

Certo, è necessaria una premessa: bisogna amare il genere o ascoltare senza pregiudizi. Se si cercano sonorità indie del momento, non è il disco adatto, non per la musica e non per le scelte sui testi.

Ancora “rock italiano” per “Fantastici Poemi”, che si fa amare per la sua sincerità e schiettezza, il volere essere furori dalle mode (almeno fino a quando non accadrà un revival di questo genere musicale dalle mille forme).

“Fredda è la notte” non lascia particolari tracce nella memoria ma la successiva “Snowland”, funk interamente strumentale, nello stile delle colonne sonore dei b-movie degli anni Settanta di Cinecittà, ci ricorda che questo album è stato composto in periodi molto differenti e per questo non tutti i brani sono omogenei.

Chiude “Maledetti Posters”, con un riff che è una citazione di “My Sharona” e quindi ancora una volta una grande carica di energia e un'anima rock che rimane sempre in primo piano. Non resta che augurarci che il nostro riesca a trovare una maggiore continuità nella sua attività e nella sua produzione, sfidando le mode. La personalità per farlo, c'è.

http://danielecastellanimusic.bandcamp.com/

http://newmodellabel.com/