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MAKING MOVIESAL CINEMA
Baby Driver - Il genio della fuga
Edgar Wright
2017  (Warner Bros.)
COMMEDIA AZIONE
all MAKING MOVIES
16/09/2017
Edgar Wright
Baby Driver - Il genio della fuga
C’è poi un caso quasi unico e raro: un film la cui sceneggiatura parte dalla musica, in cui è la stessa musica a farsi sceneggiatura.

La musica, in un film, fa da sfondo.

Nel migliore dei casi, diventa protagonista in scene di ballo, in musical danzerecci, nella maggior parte, invece, si limita a sottolineare, enfatizzare o unire scene madri e non.

C’è poi un caso quasi unico e raro: un film la cui sceneggiatura parte dalla musica, in cui è la stessa musica a farsi sceneggiatura.

Stiamo parlando di Baby Driver, in cui Edgar Wright non si è limitato a una scelta di brani da vero intenditore (si va da Beck ai T.Rex, da Lionel Richie ai Beach Boys), ma usa ognuno di loro per raccontare la storia dell’autista Baby.

Autista, sì, ma di rapine. Il giovane ha un conto in sospeso e da saldare con il malvivente Doc (il sempre perfido Kevin Spacey), che lo assolda per i vari colpi in cantiere, che siano ai danni di banche, portavalori o uffici postali. Baby, dal cuore d’oro, mette a tacere le sue ritrosie con il divertimento che correre, fuggire dalla polizia e creare scompiglio per le strade, comporta, tutto, ovviamente, a tempo di musica. Un ritmo che non si toglie mai dalle orecchie, adornate da cuffiette collegate a iPod diversi in base al diverso mood del momento. Perché c’è un passato che tormenta Baby, e che solo la musica, che ascolta e compone, può tenere a bada.

Ovviamente, tra una rapina e l’altra, tra un inseguimento folle e l’altro, ci si mette di mezzo l’amore, con l’incontro con la cameriera Debora, e il classico boy meets girl romantico, sfocerà per assurdo in una notte di sangue, fiamme e motori.

Perché è così con Edgar Wright.  L’autore della Trilogia del cornetto ha già dimostrato di poter modificare i generi a suo piacimento -che fosse l'horror (L'alba dei morti dementi), il poliziesco (Hot Fuzz), o il nostalgico (La fine del mondo)-, così anche qui, in un film à la Fast & Furious in cui non si contano i brutti ceffi (anche quando affascinanti, come quello di Jon Hamm, o odioso come quello di Jamie Foxx) e c’è pure spazio per la bella di turno (Eiza Gonzales), ci si aspettano solo frasi ad effetto e inseguimenti al cardiopalma. Wright ci dà inseguimenti e ci dà colpi di scena, certo, ma non senza la sua ironia, il suo romanticismo, e tanta, buona musica. E si diverte e ci diverte dietro una macchina da presa che corre e salta, che regala piani sequenza da applausi perfettamente integrati alla colonna sonora, che finisce addirittura per essere scritta sui muri.

Da tenere d’occhio, infine, il giovane promettente Ansel Elgort, da ascoltare e riascoltare in un film che in modo sorprendente si gusta tanto con l’udito che con gli occhi.