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RE-LOUDDSTORIE DI ROCK
21/10/2017
Gilbert O’Sullivan
Back to Front
Le canzoni di O'Sullivan sono irresistibili nella loro pomposità ma non cadono nel manierismo spicciolo, così semplici all'ascolto quanto complesse nella costruzione.

Fare musica pop all'apparenza può sembrare semplice: pensi che basti un ritornello facile facile affinché il tuo cervelletto lo memorizzi e sei convinto che tutto finisca lì. Già, ne sei convinto, ma il pop non è così. O almeno, non tutto. Diciamo che il pop è uno stato dell'anima, spesso malinconica; il pop non è l'ultimo disco della Pausini o l'ultimo tormentone che pubblicizza una compagnia telefonica. A volte va in classifica, ma si parla comunque di un tempo passato, e si parla del pop che adesso è cosa per pochi. Tra di loro potrete trovarci un tipo come Gilbert O'Sullivan ed il suo album Back to Front,  uscito nel 1972. E sì che lui in classifica ci entrò con tutti e due i piedi, anche qui da noi, "Claire" ed "Alone Again" (questa nell’album originale non c’è, ma la troviamo inserita nella riedizione del disco) le conoscono anche i sassi, ma è nell' ascolto di brani come "In My Hole" , "I Hope You'll Stay", "That's Love", "Can I Go With You" e "Out of the Question" che potrete ritrovare quello che  band come gli High Llamas, The Pearlfishers e i Belle And Sebastian da venti anni vanno predicando nel deserto.

Le canzoni di O'Sullivan sono irresistibili nella loro pomposità ma non cadono nel manierismo spicciolo, così semplici all'ascolto quanto complesse nella costruzione. Attenti però: il minimo che possono dirvi se affermerete che uscite pazzi per questo genere è di essere degli inguaribili snob (per quanto mi riguarda questa affermazione è come una medaglia appuntata sul petto), di essere fuori moda e fuori dal tempo. Bene, mi piacerebbe sapere se tra altri quarantacinque anni ascolteremo ancora Il Volo o Katy Perry o Gilbert O'Sullivan. Io so già chi sarà.