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REVIEWSLE RECENSIONI
19/09/2025
Wednesday
Bleeds
Se non conoscete ancora i Wednesday, questo è il momento buono per rimediare. Bleeds è un album maturo e consapevole, dove scrittura cantautorale e arrangiamenti si fondono con eleganza, creando al tempo interessanti contrasti tra l’apparente spensieratezza dei contenuti musicali e il mood cupo di alcuni testi.

A metà agosto sono stato a Londra e ho avuto la fortuna di vedere dal vivo MJ Lenderman, che si è esibito nella storica Roundhouse con i suoi Wind. Ad un concerto inevitabilmente strepitoso si è aggiunta, come ciliegina sulla torta, la presenza di Karly Hartzman, che si trovava in città in quei giorni e che ha accompagnato la band per quasi tutto il concerto, cantando da solista una manciata di brani, per poi occuparsi delle backing vocal.

È un episodio che vale la pena di essere riportato perché riflette, a mio modesto parere, le particolari dinamiche presenti all’interno del quintetto americano: MJ e Karly sono stati una coppia per sei anni, di fatto intrecciando la loro storia personale a quella del gruppo. L’anno scorso si sono lasciati e alcune delle canzoni di Bleeds riflettono in qualche misura questa separazione. Nonostante tutto, sono rimasti amici e il loro sodalizio artistico è più vivo che mai: su questo nuovo disco il contributo del cantante e chitarrista è ancora molto forte e se non andrà in tour con loro, come ha da poco annunciato, è solo perché la sua parallela carriera solista dopo il successo di Manning Fireworks è divenuta semplicemente troppo impegnativa da gestire.

 

Bleeds è il quinto disco per i Wednesday e arriva dopo il successo di Rat Saw Gold, che è piaciuto parecchio a pubblico e ad addetti ai lavori, assurgendoli a nome tra i più importanti del panorama Indie Rock degli ultimi anni. Forse per la prima volta, dunque, erano attesi al varco più di prima, ma non si sono fatti scomporre più di tanto: hanno registrato nella loro Asheville, in North Carolina, mantenendo dunque quella dimensione provinciale che li caratterizza sin dagli esordi, e al loro fianco hanno riconfermato Alex Farrar, che aveva lavorato sia sul precedente disco sia su Twin Plagues del 2021.

Tutto come al solito, dunque. Confermata anche la formazione, che vede accanto a Karly Hartzman (cantante, chitarrista nonché principale autrice dei brani) e a Lenderman, il chitarrista Xandy Chelmis, il bassista Ethan Baechtold ed il batterista Alan Miller.

Anche la formula è rimasta la stessa: l’unione naturale tra melodia e ruvidezza chitarristica, le canzoni di Hartzman lavorate dal resto della band, fino ad arrivare ad un insieme che soddisfi “inevitabilmente” (come ha sottolineato lei stessa) i gusti di tutti.

È il riflesso di una formazione musicale che affonda nella tradizione americana, coi genitori che le trasmettono l’amore per i Counting Crows, la sorella che la avvicina ai Paramore, e poi lei stessa che, grazie ad un amico, si appassiona a cose più intrinsecamente moderne come My Bloody Valentine e Unwound. Recentemente ha ascoltato anche parecchio Hardcore, e siamo abbastanza sicuri che lo abbia riversato nella brevissima e rumorosa “Wasp”, tirata fino allo spasimo e dominata da suoni abrasivi.

 

Si tratta di un album maturo e consapevole più del pur ottimo predecessore, con una scrittura cantautorale che si sposa ad arrangiamenti di chitarra lineari ma efficaci, col tocco meraviglioso di MJ Lenderman che si fonde naturalmente con la pedal steel di Chelmis.

C’è un altro contrasto interessante, che è quello tra l’apparente spensieratezza dei contenuti musicali e il mood di alcuni testi, densi di immagini cupe e con la presenza della morte che, secondo Hartzman, aleggia comunque su tutta la realtà, ed è dunque inevitabile rappresentare (in proposito ha parlato di “atmosfera gotica” dei pezzi). “Wound Up Here”, pur ammantata di indolenza sbarazzina, è la storia di un annegamento durante un rafting e del successivo recupero del corpo della vittima, tratta da un’esperienza personale raccontatale da un amico, mentre “Carolina Murder Suicide”, dall’accompagnamento scarno e minimale, si ispira ad un podcast True Crime.

Il resto dei brani si muove sui soliti trademark stilistici del gruppo, tra Indie Rock da manuale (“Reality Tv Argument Bleeds”, “Pick Up That Knife”, che sembra uscita dalla penna di Courtney Barnett, oppure “Bitter Everyday”), Slacker a la Pavement (“Townies”, “Candy Breath”), ballate emozionanti e malinconiche (“Elderberry Wine” da questo punto di vista è clamorosa, impreziosita tra l’altro da un’interpretazione vocale davvero splendida, ma anche “The Way Love Goes” è bellissima, con la sua delicatezza in punta di piedi), sporadiche incursioni nel Country (“Phish Pepsi”) e nell’Alt Folk (l’ideale congedo di “Gary’s II”).

 

Karly Hartzman in questo momento è, assieme ad Adrienne Lenker (che per una curiosa coincidenza è appena uscita anche lei col nuovo disco della sua band) la più talentuosa songwriter sulla piazza, se parliamo di scena rock indipendente. Se però c’è una lezione che Bleeds intende farci imparare, è che i Wednesday odierni sono un’unità coesa e definita, con un’identità niente affatto riducibile al pur indiscusso talento del proprio membro principale.

Se non li conoscete, questo è il momento buono per rimediare.