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REVIEWSLE RECENSIONI
Bloodline Maintenance
Ben Harper
2022  (Chrysalis)
IL DISCO DELLA SETTIMANA BLUES ROCK BLACK/SOUL/R'N'B/FUNK
8/10
all REVIEWS
22/08/2022
Ben Harper
Bloodline Maintenance
Ben Harper torna con un disco politico e appassionato, che s'ispira alle radici e al passato, e getta lo sguardo sulle disfunzioni della società americana e sulla deriva del mondo.

Bloodline Maintenance è il primo disco di canzoni originali da sei anni a questa parte (l’ultimo è stato Call It What It Is) ed è una lavoro in cui ben Harper ha messo tutto se stesso, anima e corpo. Non solo perché lo ha registrato in (quasi) completa solitudine, ma soprattutto perchè in queste undici canzoni ha condensato il dolore per la perdita dell’amico Juan Nelson, bassista degli Innocent Criminals, lutto che ha innescato una profonda riflessione sulle proprie origini, sul proprio passato (in copertina la foto di Harper bambino con il proprio padre) e sul concetto di trauma intergenerazionale, quel fenomeno per cui se un proprio antenato sperimenta un evento così traumatico da incidere sulla psiche, i conseguenti stati d’ansia e la depressione si riflettono inevitabilmente anche sulla propria progenie.

Non solo: rileggendo il suono delle radici e la musica che ha sempre amato, con il consueto approccio distintivo e personale, Harper riflette anche sul dolore, sull’amore, sulla deriva della società americana e, soprattutto, sul razzismo, tema sviscerato con sguardo appassionato e carico di rabbia politica.

L'album si apre con "Below Sea Level", un’inquietante canzone a cappella, che parla dell'imminente apocalisse climatica e del travolgente senso di disperazione che ne deriva. Harper utilizza voci armonizzate senza alcuna strumentazione di supporto, evidenziando il senso di terrore condiviso da tutte quelle persone che hanno paura per il futuro della terra, ma che rimangono inascoltate da chi è al potere.

Il singolo "We Need To Talk About It" si apre con un riff di chitarra funky, pedale wah wah innestato e rullanti echeggianti, mentre Harper invoca la necessità di discutere apertamente e onestamente sulla schiavitù e sul suo continuo impatto sulla società americana: sono i bianchi americani a rifuggire dal tema, che preferiscono evitare, per non ammettere che esiste un fortissimo legame che unisce lo schiavismo al movimento Black Lives Matter.

Non molla la presa, Harper, e strattona l’ascoltatore mettendolo di fronte ai problemi di un mondo che, lentamente ma inesorabilmente, si sta autodistruggendo. Il funky settantiano di "Where Did We Go Wrong" esamina le crescenti tensioni internazionali mentre la guerra non cessa e c'è una minaccia sempre più incombente che un lancio nucleare diventi, prima o poi, realtà. La traccia successiva, "Problem Child", è un blues zoppicante e inquieto, che esplora la questione della ricchezza e della distribuzione delle risorse, e che nella seconda parte acquisisce elementi jazz, pur mantenendo un mood cupo e disturbante.

"More Than Love" apre al tema dell’amore ed è un tuffo negli anni ’60, la melodia ipnotica che si srotola sulle percussioni e un bellissimo suono di chitarra. Anche la cadenzata "Smile At The Mention" e la più ritmata "Honey, Honey" parlano d’amore: la prima, riflette sul setimento come forza trainante della speranza di fronte alla travolgente incertezza dei nostri giorni, mentre nella seconda, Harper esprime il desiderio di trascorrere i suoi ultimi momenti in compagnia dei propri cari, quasi fosse un atto di ribellione in risposta a un mondo freddo e crudele.

L'album si chiude sulle note basse di "Maybe I Can't", una sorta di confessione con il cuore in mano, in cui Harper si rende conto di essere perseguitato dalle cicatrici del passato e di come il passato, inevitabilmente, segnerà per sempre il suo (il nostro) futuro.

Bloodline Maintenance è un album intenso, che trabocca di passione e che non ha paura di esaminare, senza filtri, le disfunzioni della società americana. Sembra essere pervaso da un’insormontabile senso di disperazione e da una tristezza che pare, ormai, il sentimento più presente nelle nostre vite. Eppure, Harper, in qualche modo, riesce anche a trasmettere speranza: l’incapacità di arrendersi, la forza di parlare di temi invisi al potere e la rabbia militante sono linfa vitale, sono la forza che ci permettere di prendere in mano il nostro destino e di cercare di cambiare le cose.

Gran disco.