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REVIEWSLE RECENSIONI
03/11/2018
Blood Of The Sun
Blood's Thicker Than Love
Quattro dischi di hard rock super accattivante con lo sguardo puntato direttamente agli anni ’70 è il bottino messo insieme fino a oggi dai texani Blood Of The Sun, combo che trae evidente ispirazione, in primo luogo, da grandi musicisti del passato quali Deep Purple, Mountain, Humble Pie, Ted Nugent, Led Zeppelin, e chi più ne ha più ne metta.

Quattro dischi di hard rock super accattivante con lo sguardo puntato direttamente agli anni ’70 è il bottino messo insieme fino a oggi dai texani Blood Of The Sun, combo che trae evidente ispirazione, in primo luogo, da grandi musicisti del passato quali Deep Purple, Mountain, Humble Pie, Ted Nugent, Led Zeppelin, e chi più ne ha più ne metta. Un suono decisamente retrò, su questo non ci piove, ma forgiato con una tale determinazione e un tale entusiasmo da rendere le loro influenze parte integrale e originale di una proposta coriacea e aggressiva, che spazza via fin da subito ogni sospetto di copia incolla.

Fondata da Henry Vasquez (batteria, ex Saint Vitus) e da Dave Gryder (tastiere), la band ha perso negli anni alcuni dei suoi componenti originali (oltre ai due citati è rimasto anche il bassista, Roger "Kip" Yma) tutti sostituiti con musicisti che non hanno affatto indebolito la line up degli esordi. Anzi, la band è tornata più incazzata che mai, grazie al contributo di Sean Vargas (voce), che è arrivato poco dopo il loro precedente album Burning on the Wings of Desire, e che si è adattato perfettamente al mood della band grazie alla sua grintosa estensione vocale. Non sono da meno i due nuovi chitarristi, Wyatt Burton e Alex, entrati in scena intorno all'inizio del 2018 che hanno aggiunto alla proposta alcuni elementi nuovi, più metal oriented, ma assolutamente appropriati al suono dei Blood Of The Sun.

Il nuovo album Blood's Thicker Than Love è stato registrato a partire da inizio anno, con l’unica eccezione dell’opener Keep the Lemmy's Coming, una sorta di Highway Star dedicata al grande Lemmy, e suonata da dei Deep Purple strafatti di metanfetamine. Quella canzone, importante biglietto da visita su cosa il combo intenda per hard rock anni ’70, ha subito nel tempo qualche ritocco e messa a punto, quando i chitarristi Wyatt Burton e Alex Johnson si sono uniti alla band.

Le canzoni per questo disco, ogni dubbio svanisce dopo un primo ascolto, sono state portante in studio di registrazione in embrione e sviluppate e arricchite con lo stesso spirito che anima una jam session: improvvisazione e strumenti sbrigliati, e minutaggio che, ovviamente, sfora rispetto ai normali canoni della canzone. Lo racconta lo stesso Henry Vasquez: ”Abbiamo iniziato a lavorare all’album a inizio luglio, abbiamo registrato presso gli studi The Lair di Arlington, in Texas, con il nostro chitarrista Alex Johnson che si occupava del suono. L’approccio è stato diretto, senza fronzoli. Ci siamo trovati e abbiamo iniziato a suonare le canzoni, con l’unico intento di rendere questo disco un disco rock duro. Alex ha fatto un ottimo lavoro, per non parlar e del solito superbo mix e mastering di Tony Reed (Mos Generator, Stone Axe)".

Se Burning On The Wings Of Desire è stato maggiormente influenzato dal southern rock, Blood's Thicker Than Love sfuma quelle influenze, ed è improntato a un crossover tra l’hard rock anni ’70 e alcuni suoni più vicini a certo heavy metal britannico, rappresentato da Motorhead, Riot e i primi Judas Priest.

Il risultato è un discone classicissimo, con i pezzi che dispiegano la loro durata per oltre i sei minuti, travolgendo l’ascoltatore con un fiume in piena di riff tonitruanti, ritmiche martellanti (Henry Vasquez è un vero assassino) e code strumentali in cui gli assoli (chitarre e organo) si rincorrono allo stato brado senza soluzione di continuità. Una corsa a rotta di collo per oltre quaranta minuti di musica durissima, che vi lascerà sudati e senza fiato.