Ce l'aspettavamo la rapina a mano armata e violenta dei Calibro 35, ma non così cruenta.
Sgomberato il parterre del teatro da sedie alquanto inutili, i quattro optano per un palco minimal, senza retro illuminazione sulle rovine romane alle spalle, per evidenziare lo schermo dove le animazioni originali di nuova fattura accompagneranno quasi tutti i brani. Spesso in silhouette, il quartetto gioca con le ombre, quasi a voler sparire dal palco per dare il giusto tappeto sonoro a quanto scorre sulla retina. That’s cinema!
Sarebbero a loro agio nella buca dell’orchestra, ma si divertono anche a stare in prima linea quando c’è da sottolineare qualche passaggio musicale godereccio. Aver visto negli anni i CLBR 35 nei club, in una dimensione alquanto intima anche se piacevolmente affollata, tipo metrò ora di punta e, ora visti in due live all’aperto con tanto pubblico, marca ancor di più il doppio lato di questa band incredibile: il lato fumè noir da cantina criminale e la spazialità candida dell’infinito inesplorato. Un tao di rara perfezione.
La super band parte forte con "Reptile Strut", primo brano dell’ultima fatica Exploration, una esplorazione senza limiti, un viaggio verso altre galassie musicali, alla Jules Verne.
Senza quasi interruzione "Mescaline 6" da Traditori di tutti e poi la muliebre "Chameleon" godimento puro per tutti i sensi e, per tirare un po’ il fiato dopo tanta roba, "Pied de Poule".
I Calibro non dicono una parola, musica ed immagini riempiono tutto. “Sostanza” (o giù di lì) dirà ai saluti Enrico Gabrielli, non tanto per scusarsi con il pubblico ma quanto per sottolineare l’approccio immersivo della band che cattura musicalmente senza ulteriori ciance. Non ne hanno bisogno e lo dimostrano. Mostri appunto, così urla il pubblico e il mostruoso fantastico ricorre del resto nelle clip che scorrono, come in "Nautilus".
Una indiavolata "Faster Faster" con Dragonetti e Rondanini a sfidare il metronomo apre la triade marcatamente cinematografara con a seguire "Gassman Blues" (omaggio a Piero Umiliani e Monicelli) e "Lunedì cinema" (omaggio alla voce di Lucio Dalla nella celebre sigla tv).
Ad un certo punto, credo attorno alla fine di "Trafelato", si rompe la tastiera Tiger di Enrico e parte una crew di tre tecnici saettanti che nel giro di un brano o due ripristina il tutto. Meritatissima la citazione speciale a fine concerto per i bravissimi tecnici stile pronto intervento.
Il concerto prosegue con una gragnola di brani che lasciano senza fiato, "The Twang" a ricordare che il groove non è acqua e per finire con "Mission Impossible", impossibile non conoscere il tema avvincente. Breve uscita per poi eseguire i classici bis con "Calibro 35", "Discomania" e "Notte in Bovisa". Non resta a Gabrielli che prendere per la prima volta la parola per i saluti e omaggiare il quinto uomo, che anche se non sul palco, dal mixer guida e sheckera il suono magico dei Calibro: Tommaso Colliva, membro fondamentale di tutto il progetto.
Massimo Martellotta ora si può finalmente alzare dal suo box dopo aver scolpito per quasi due ore un muro sonoro di chitarra e sinth che si fa fatica a trovare le parole giuste, ma una ce l’ho: monumentale.
Di Fabio Rondanini non possiamo aggiungere altro se non che il suo tocco è leggenda vivente e senza apparente fatica fa diventare semplici passaggi molto complessi. Del bassista Roberto Dragonetti amiamo il suono, il tempo e il groove pazzesco, ma anche quella postura che a tratti sembra suonare un contrabbasso con il manico quasi verticale, così jazz ma anche tanto altro. Enrico Gabrielli polistrumentista fiati e tastiere varie, sappiamo tanto o quasi tutto. A tratti dirige, a volte fuma, a volte salta, ma soprattutto si diverte condividendo il suo talento con i compagni d’avventura e questo dopo tanti anni non è così scontato.
La scaletta completa del concerto, che gentilmente dal mixer mi hanno anticipato prima del live, racconta molto di ciò che sono i Calibro 35: non solo grandi musicisti in continua evoluzione ma anche un progetto culturale che affonda nella tradizione italiana e internazionale, rivisitando, riarrangiando brani sopiti nel pericoloso limbo del quasi oblio, risvegliando negli spettatori la curiosità per un patrimonio musicale inestimabile.
Uscendo dal teatro parte dalla regia (diciamo da Tommaso Colliva n.d.r) una struggente "Danube Incident" del compositore argentino Lalo Schifrin, scomparso a giugno scorso. Lo stesso Schifrin che ha composto tra l’altro "Mission Impossible", oltre a una caterva di altra roba incredibile.
Con i Calibro non ti rilassi mai ed è proprio questa forse la missione impossibile, arrivare a tutti o a tanti mostrando un caleidoscopio di sfumature musicali che si intrecciano, per sorprenderti come un colpo di pistola. Calibro 35, ovvio.
Scaletta della serata:
REPTILE
MESCALINE
CHAMELEON
PIED DE POULE
COFFY
UNIVERSE OF 10 DIMENSIONS
FASTER FASTER
GASSMAN
LUNEDI CINEMA
--------SKIT----------
TRAFELATO
ASCENSORE PER L’INFERNO
NAUTILUS
HARLEM NOCTURNE
ARCHIZOOM
TWANG
VITAMIN C
CHASER
MISSION IMPOSSIBLE
CLBR35
DISCOMANIA
NOTTE IN BOVISA
Le fotografie della serata, a cura di Matteo Nasi
Per la gallery completa: https://www.flickr.com/photos/91482916@N06/albums/72177720329297094