Candle In The Wind, lo sanno anche i sassi, celebra la figura di Marilyn Monroe, famosa attrice e sex symbol, morta per overdose nel 1962. E che sia dedicata alla bionda più iconica della storia del cinema, lo si comprende subito dal verso che apre la canzone, “Goodbye Norma Jeane”, che fa riferimento al suo nome all’anagrafe, Norma Jeane Mortenson, a cui Marilyn aveva rinunciato per inseguire i suoi sogni di gloria. Quei sogni, però, durarono un battito d’ali, visto che l’attrice morì giovanissima, all’età di trentasei anni. La sua sfortunata parabola fu, dunque, resa immortale da Candle In The Wind, candela nel vento, un titolo che descrive perfettamente la sua vita breve, infelice e movimentata.
Il testo è stato scritto dal partner di Elton John, Bernie Taupin, che fu ispirato per il titolo da una citazione che aveva letto su Janis Joplin. Secondo Taupin, la canzone non nacque come un omaggio a Marilyn, ma era semmai un tentativo, peraltro riuscito, di indagare sulla fama e la celebrità in relazione alla fragilità umana. Taupin si rammaricò del fatto che Candle In The Wind lo presentasse al pubblico come un fan della Monroe, verso la quale portava rispetto, certo, ma di cui, in fin dei conti, gli importava poco.
Il paroliere utilizzò la figura dell’iconica attrice perché, meglio di altre, si adattava perfettamente al mood della canzone, che, in realtà, come disse durante un’intervista: "…avrebbe potuto facilmente parlare di James Dean o Jim Morrison o di Kurt Cobain, avrebbe potuto riguardare Sylvia Plath o Virginia Woolf, praticamente chiunque, qualsiasi scrittore, attore, attrice o musicista che sono morti giovani e in un certo senso sono diventati icone non dissimili da Dorian Gray, semplicemente hanno smesso di invecchiare. È una bellezza congelata nel tempo”.
Le liriche di Taupin, dunque, sviluppano il tema greco del “muore giovane chi è caro agli dei”, introdotto da Menandro e poi ripreso da Leopardi, ma anche la fascinazione che la fama ha sulle persone comuni, che idolatrano, proprio in conseguenza della prematura dipartita, artisti che, forse, restando vivi, avrebbero avuto ben altro destino in termini di fama.
Quando Elton lesse le liriche scritte dal suo partner, scrisse la musica molto velocemente, anche perché provava empatia per Marilyn, comprendeva lo stress che le venne causato dalla costante e invasiva attenzione mediatica, sentendo nel profondo del cuore che la Monroe doveva aver sofferto terribilmente per tutta la vita di questa esposizione che, se da un lato, ne aveva implementato la celebrità, dall’altro la tenne chiusa in una prigione dorata.
Incredibile, ma vero, il brano non fu mai pubblicato come singolo negli Stati Uniti fino al 1987, quando John pubblicò Live In Australia With The Melbourne Symphony Orchestra, disco dal vivo che spinse il brano fino al sesto posto delle classifiche statunitensi e al quinto nel Regno Unito, dove surclassò la precedente versione, pubblicata nel 1973, che arrivò solo all’undicesima piazza.
Candle In The Wind, come molti lettori sicuramente sanno, ebbe, anche successivamente, una nuova, inaspettata fortuna, quando John la eseguì ai funerali di Lady Diana, principessa del Galles, che rimase uccisa in un incidente stradale, il 31 agosto 1997, anch’essa, come Marilyn, all’età di trentasei anni. Diana, che aveva divorziato dal principe Carlo, pur rimanendo molto amata dal popolo inglese, grazie ai suoi sforzi umanitari e alla sua innata classe ed eleganza, era molto amica di Elton John, oltre che esserne sfegatata fan. Per quella dolorosa occasione, Bernie Taupin riscrisse parte del testo, in particolare l’incipit, il cui verso "Goodbye Norma Jeane" venne cambiato in "Goodbye England's Rose".
Questa nuova versione, eseguita da John il 6 settembre del 1997, rischiò seriamente di non vedere mai la luce. Buckingham Palace, infatti, inizialmente non voleva che Elton John cantasse la sua versione aggiornata di Candle In The Wind al funerale della principessa Diana. Secondo un servizio di Sky News, andato in onda dopo che alcuni documenti del governo britannico vennero resi pubblici nel dicembre 2021, la famiglia reale sarebbe stata molto preoccupata perché le nuove liriche erano "troppo sentimentali", tanto da poter ingenerare un surplus di empatia nei confronti della sfortunata principessa. Nel timore che la famiglia reale potesse porre il veto all'interpretazione del cantautore, l'Abbazia di Westminster ingaggiò un sassofonista solista, che, se si fosse reso necessario, era pronto a eseguire una versione strumentale della canzone. Fu l’intercessione dell’allora decano di Westminster, il reverendo Dr. Wesley Carr, a far cambiare idea ai reali, convincendoli che il brano eseguito da John avrebbe dato gran conforto al paese in lutto.
La nuova versione della canzone, prodotta, peraltro, da Sir George Martin, fu pubblicata come singolo dal titolo Candle In The Wind '97, con l’intento che il ricavato delle vendite venisse devoluto al Princess of Wales Memorial Fund. Nel giro di un mese il brano balzò alla prima piazza delle classifiche inglesi, rimanendo in cima per cinque settimane, mentre in America il successo fu ancor più travolgente, visto che Candle In The Wind si piazzò al primo posto di Billboard, rimanendovi per ben quattordici settimane. Il Guinness dei primati stimò che Candle In The Wind '97 vendette ben trentatre milioni di copie in tutto il mondo, seconda solo a White Christmas di Bing Crosby, arrivata a cinquanta milioni. Entrambi i numeri, tuttavia, sembrano ridicolmente gonfiati. Se Candle, infatti, come fu certificato, vendette sedici milioni di copie tra America e Regno Unito, significa che il singolo avrebbe dovuto vendere le restanti diciassette altrove, circostanza, questo, del tutto improbabile.
Quel che è certo è che la canzone raccolse circa trentotto milioni di sterline, devoluti interamente al Diana's Memorial Fund, insieme ad altri trentaquattro milioni di sterline provenienti da donazioni. Per questo motivo, nel 1998, Elton John fu nominato cavaliere dalla regina Elisabetta II.