Mancava da cinque anni, Rose Cousins, quarantasettenne canadese originaria di Prince Edward Island, esattamente da quel Bravado, uscito nel 2020, che l’anno successivo le valse il secondo Juno Award in carriera nella categoria Contemporary Roots Album.
Dopo un lustro, eccola tornare sulle scene con un disco che si presenta come una sorta di concept album, il cui tema, come indica esplicitamente il titolo, è l’amore. Esiste tema più abusato? Che altro si può dire di un sentimento che è stato sviscerato in migliaia di canzoni, molte delle quali affette da quella distorsione del romanticismo chiamata “sentimentalismo”? Molto, a quanto pare, almeno per un'osservatrice acuta e una cantautrice audace come Rose Cousins, che evita accuratamente clichè stantii, scarta l’abusato sillogismo cuore: amore e le parole dolci e carezzevoli, per indagare, invece, su ciò che tale sentimento può essere, nel bene e nel male.
Conditions of Love, Vol. 1 è un disco asciutto nella sua esposizione sonora, si sviluppa prevalentemente sull’alchimia fra pianoforte e voce, eppure risulta al contempo rotondo e ricco di piccole ma decisive sfaccettature. La Cousins cammina in punta di piedi in territori emotivi sdrucciolevoli, in cui un passo falso potrebbe far precipitare la narrazione nel melodramma: pochi elementi per affrontare e raccontare cos’è oggi l’amore, attraverso un breve ma intenso cammino che conduce l’ascoltatore attraverso varie fasi di cui lo stesso si compone, quali l’innamoramento, l’euforia, la condivisione, la frustrazione, la perdita.
Mentre percussioni leggere, elementi di elettronica e vellutati arrangiamenti di archi e fiati sottolineano (occasionalmente) l'umore che permea le singole canzoni, la voce potente e versatile della songwriter canadese è ciò che davvero crea l'atmosfera, una sorta di spazio riflessivo che consente all'ascoltatore di condividere esperienze, languori, struggimenti.
Un percorso, dicevamo, che ha un inizio e una fine: il disco si apre con lo strumentale "To Be Born (Ouverture)", un luminoso drive di piano contornato da eterei svolazzi vocali, e si chiude con "How Is This (The Last Time)", in cui le note di pianoforte sono sgocciolate lentamente, mentre la Cousins canta con trattenuta mestizia “How Is This (The Last Time) You’ll Close Your Eyes”. Il cammino dell’amore è inscindibile dall’esistenza, le nostre vite iniziano esattamente come inizia un amore, ci s’innamora e si ama, e poi, inevitabilmente arriva la fine di tutto, gli occhi si chiudono, il nostro cuore smette di battere, una relazione arriva al capolinea, restano i ricordi, vissuti nei giorni di una solitudine mai così totalizzante.
In mezzo a questa parentesi, otto brani che sezionano l’amore, lo raccontano con originalità, ne abbracciano luci e ombre, non smettendo mai, nemmeno per un istante, di commuovere.
Sono anche lacrime di gioia, come avviene durante l’ascolto "I Believe in Love (and it's very hard)", la cui melodia solare e contagiosa irraggia palpiti di incontenibile felicità, invitando all’ottimismo e alla speranza. Costruire un amore è fatica, è dubbio: occorre saper preservare la propria libertà ma anche condividerla, si devono scalare montagne di incomprensioni ed egoismo, ma vale la pena lottare, vale la pena provarci.
La Cousins scrive grandi canzoni e scrive liriche appassionate, senza perdere mai la barra di una visione che è al contempo poetica, ma anche scarna, asciutta. Le sue canzoni hanno bisogno di poco per farsi notare, così come poche parole servono per esprimere concetti mai banali, creando una magia unica.
Due dei brani di Conditions of Love, "Denouement" e "Forget Me Not", sono per lo più strutturati solo su elenchi di parole, ma nella loro progressione creano qualcosa di davvero potente. In "Denouement", la prima strofa usa un semplice elenco di parole per catturare la potente scarica di adrenalina che si prova entrando in contatto con qualcuno di attraente, qualcuno con cui poter creare una relazione: "Caso, Vasta distesa, Circostanza, Seconda occhiata, Cogli l'occasione, Nuova storia d'amore, Prendi la mia mano, Posso avere questo ballo?”.
“Forget Me Not", pianoforte e voce arricchita da un superbo arrangiamento d’archi, possiede una struttura simile, con nomi di fiori cantati su una lenta e lussureggiante melodia con disarmane intensità. Un brano meravigliosamente evocativo che sembra riguardare il raggiungimento di qualcosa di permanente e reale durante il nostro tempo sulla terra, in cui la natura appare come un elemento determinante per il ricordo.
L’amore, però, conosce anche lati oscuri, angoli di dolore, prima nascosti, poi sempre più evidenti, che finiscono inevitabilmente per risucchiare ogni briciolo di felicità: si chiamano egoismo e incomunicabilità. In "Needed You", la malinconica melodia appena screziata da beat elettronici, accompagna la voce arresa della Cousins che canta “How Can You Help Me, When You Can’t Help Yourself, You’re Wasting Your Wishes, And You Can’t Even Tell”, mentre in "Wolf And Man" altra struggente melodia tratteggiata da una linea di pianoforte dolce amara, la presa di coscienza dell’incomunicabilità è totale: “I Am The Wolf, You Are The Man, How We Expect To Understand, I Am An Animal, You Are Only Human”.
Conditions of Love, Vol. 1 è un disco che, pur nella sua immediatezza, ha bisogno di più ascolti per svelare la bellezza di ogni nota e di ogni parola, e, nonostante un esplicito romanticismo di fondo, cerca strade non battute per parlare d’amore con intelligenza e originalità. Solo trentasette minuti, ma assolutamente perfetti, chiusi dai trenta secondi di assoluto silenzio alla fine di "How is this (the last time)": una conclusione mozzafiato che lascia spazio al cuore dell’ascoltatore, alle sue riflessioni, ai suoi ricordi. Un vuoto che solo la speranza può colmare, dicendoci che, in questi giorni bui, in questo folle mondo dove l’odio spadroneggia, seguire il percorso impervio dell’amore è la strada giusta. E’ dura, ma alla fine “amor vincit omnia”.