Spigolatura, forma derivata dal predicato verbale spigolare, ovvero la ricerca nel campo, dopo la mietitura, delle spighe non raccolte; in senso figurato: la ricerca minuziosa di cose rimaste in giro, qua e là, che meritano di essere raccolte e non disperse.
Una rubrica dove potrete trovare non dei dischi minori, ma dischi che per svariati motivi, ritardo nella scoperta, passa parola un pochino lungo, poco tempo a disposizione, formati di pubblicazione inusuali (7 o 10 pollici, formato negletto ma bellissimo), passione scoppiata in ritardo, e via dicendo, non hanno trovato lo spazio che avrebbero comunque meritato al momento della pubblicazione.
Una recensione minimale, tre, quattro, paragrafi in tutto, per, come dicono gli inglesi, racchiudere in una nutshell il mood della release e solleticare una curiosità nel lettore.
Questo numero, molto corposo, è un possibile vademecum per doni natalizi, regalare un disco conviene sia dal punto di vista economico (a fronte di regali ben più costosi), sia dal punto di vista degli affetti: cosa c’è di meglio che offrire quella che si ritiene buona musica?
Post Punk
Obscurity Age
Obscurity Age
2025 (Rocka Tapes)

L’album ha una rilevanza “cronologica” per il dark italico, essendo stato allegato come cassetta al primo numero della fanzine Amen (vedasi articolo sulle fanzine qui).
Il master originale era quello che era (anche nella cassetta originale) e quindi, rispetto al disco di seguito recensito, la qualità audio lascia a desiderare.
Tuttavia, gli Obscurity Age meritano la nostra attenzione, anche solo per immergersi nel sound dell’epoca, oscuro e denso, oltre che per ricordarci che anche negli anni dell’edonismo reaganiano, questa non era la Milano da bere.
Viridanse/Art of Waiting
Split Album
2025 (Rocka Tapes)

Nel secondo numero di Amen (per chi fosse interessato, la mente pensante della fanzine era Angela Valcavi, che ha appena pubblicato per Interno 4 il libro memoir Via Rismondo 117 che ripercorre la storia di Amen e di altre pubblicazioni underground) vi era invece allegata una split-tape di altri due gruppi storici della darkwave italiana.
Dei Viridanse (per gli appassionati) si sa già molto: dopo il primo EP Benvenuto Cellini, seguì, sempre per Contempo (di cui un pezzo di storia ci ha lasciato da poco, RIP Nicola Vanini) Mediterranea (molto Cure, da The Head on the Door in poi).
Analoga sorte non ebbero gli Art of Waiting di Bari, che pubblicarono un solo EP per la torinese Toast Records: La caduta del simbolo.
Molti dei brani della cassetta non furono in seguito pubblicati sui vinili sopra citati, una ragione in più per l’acquisto.
Elettonica-Folk
Hilary Woods
Criù
2025 (Sacred Bones)

Ho già scritto in precedenza su Hilary Woods (vedi recensione e intervista).
L’artista irlandese ha realizzato un nuovo album dove le sue texture ambient-folk tornano ad ammaliarci, grazie anche al ritorno del cantato (sia della cantante, sia di alcuni cori) che le accompagna.
La migliore descrizione della sua opera la dà la stessa artista: "Ogni disco è una boa di salvataggio, una zattera, una fotografia, un segnale nella sabbia, una data che mi richiede di rispettarla. Fare dischi è un modo di essere".
Un disco per meditare, quindi, un po' anche per questo, natalizio.
Garage punk oldies
The Vipers
How About Some More
2025 (Area Pirata)

La label pisana ristampa un disco di una band “minore” ma essenziale del revival garage degli anni '80: i The Vipers. Si tratta del secondo disco della band, di cui poi, per conflittualità interne e vicissitudini varie, si persero le tracce.
Avrebbero avuto tutte le carte in regola per diventare dei classici minori, in ogni caso, meglio tardi che mai.
Per chi ama il rock n’ roll dei cosiddetti born losers (per citare un ottimo libro sul genere) un disco da avere, anche per le extra track contenute in questa versione.
Crimson Shadows
Even I tell lies - When I’m going away
2025 (Rogues Disques)

La Rogue Disques pubblica i due singoli di un gruppo svedese di Stoccolma entrato nella leggenda a metà degli anni Ottanta: i Crimson Shadows. Alcuni dei componenti fondarono in seguito un'altra band leggendaria del neo-revival garage, i Wylde Mammoths.
I Crimson Shadows, a differenza di molti dei gruppi dell’epoca, si distinse scrivendo materiale originale invece di affidarsi esclusivamente alle cover.
I due 7 pollici furono entrambi pubblicati nel 1985 in tirature estremamente limitate, diventando sin da subito degli oggetti da collezione, quindi, per chi se li fosse persi, eccoli ristampati (sempre purtroppo in poche centinaia di esemplari).
Garage Punk moderni
The Sences
Emilia – The Fall
2025 (Rogues Disques)

La pubblicazione di questo 45 giri mi permette di recuperare la mancata recensione del precedente album Better than before, pubblicato nel 2024 da questi sei ragazzi greci di Tessalonica per la mitica label (e fanzine) Lost in Tyme, ubicata a Nefpaktos, che, per chi ama la storia, è l'antica Lepanto, luogo di una epica battaglia navale.
Farfisa, bande vocali, chitarre sixties, sembra impossibile ma non ci troviamo negli States dei mitici anni Sessanta ma nella Grecia del secondo millennio, seconda decade.
Les Rencards
Boite a malice – Pas de coeur
2025 (Rogues Disques)

Dalla Grecia rimaniamo in Europa e passiamo in Francia, paese natale dei Rencards, la cui base logistica però è Barcellona.
Il quartetto vede la presenza di Ian Kay (armeno d’origine, posto che il vero cognome è Kapoudjian, autore di uno dei più belli dischi neo-sixties degli ultimi anni, Walk that road again del 2023).
Due pezzi che riportano in auge la musica che non ci stancheremo mai di amare.
Bee Bee Sea
Stanzini Can Be Allright
2025 (Wild Honey Records)

Il titolo e il logo dell’album risultano essere un tributo alla quasi omonima canzone dei Gizmos, "Midwest can be allright."
Ricordo che mia nonna chiamava il ripostiglio “stanza degli impicci”, ecco, forse Stanzini è proprio questo: un ambiente che raccoglie storie di un’Italia di provincia che diventa luogo stimolante per il desiderio di nuovi orizzonti e, in via reversa, di un'Italia metropolitana che forse avrebbe bisogno di una stanza degli impicci.
È garage? Loro dicono di sì, io, sinceramente, forse no, ma forse lo è, in una forma attuale.
E se fosse stanzini-rock?
Ristampe
Dream Syndicate
Medicine Show
2025 (Fire Records)

Album fondamentale nella storiografia rock e per il sottoscritto (ascoltandolo cominciai ad interessarmi al rock americano, prima negletto causa impostazione strictly british).
Un album che fonde la psichedelia mistica delle prime produzioni della band (portate poi a maggior compimento da Kendra Smith, sia da sola che con i grandissimi Opal, con David Roback dei Rain Parade) con la riscoperta delle radici roots a stelle e strisce e strizzando un occhio anche a un certo hard-rock.
Inutile attardarsi su quale sia il pezzo migliore, il disco è da amarsi in blocco.
Nel cofanetto troviamo poi una serie di live dell’epoca, acquisto-ascolto mandatory.
Ristampa dell’anno senza se o ma; per chi volesse approfondire, rimando a uno speciale sul numero di novembre del Buscadero).
Tuxedomoon
Desire
2025 (Crammed Disc/PIAS)
Se pensiamo che i Tuxedomoon erano di San Francisco (i Dream Syndicate venivano invece dalla Città degli Angeli), ci rendiamo conto come la California negli anni Ottanta era un vero e proprio multiverso musicale (i Tuxedomoon emigreranno poi in Europa pubblicando sia per Crammed Disc che per Materiali Sonori, ndt.).
Album imperdibile non solo per il “girone” new wave – post-punk, ma per l’art-rock intero.
Per il 45ennale ecco riproposto il disco (all’epoca pubblicato dalla Ralph Records dei The Residents) con due inediti, e tre pezzi live.
Una chicca/domanda: ma il pezzo inedito "Sordide Elemental" è in onore della cult-label francese Sordide Sentimental per cui pubblicarono un 7” pollici?
Library
Alberto Bazzoli
Azzurra
2025 (Icaro Music)

Per la Icaro Music esce la seconda opera di Alberto Bazzoli (tra le altre cose tastierista dei Baustelle); confezione apribile deluxe per un disco di library che si richiama al periodo d’oro delle sonorizzazioni.
Le otto tracce del disco, richiamate all’interno da singole foto, sono ideate come tappe sonore di un percorso musicale che ha come sfondo la Costa Azzurra - da qui il titolo dell’album.
L’ambientazione richiama immediatamente i temi musicali dell’album: un mix di lounge, exotica, e, ça va sans dire, un pizzico di french touch.
Una nota di merito per l’uso del vibrafono, strumento che era fuoriuscito da molto tempo nei miei ascolti musicali.
Bazzoli continua, rivisitandola, una delle tradizioni musicali che hanno fatto (e continuano a fare) grande l’Italia.
Pearz
Pacifico
2025 (Bordello a Parigi)

Altro autore sempre di nascita italiana (dietro il moniker Pearz si cela infatti Francesco Perini) un altro disco di library odierna.
Rispetto però ad Azzurra, qui siamo in periodi e tempi più moderni, il disco strizza infatti l’occhio alla musica afro-funky di fine Settanta, inizi Ottanta e alle ritmiche stile nu-jazz.
Quindi dalla Costa Azzurra alle coste del Pacifico, sempre all’insegna di una lounge di gran classe.
Avantgarde
Kety Fusco
Bohème
2025 (A Tree In A Field Records)

Un disco di musica moderna scritto e pensato per uno degli strumenti che più evidentemente evocano il classicismo musicale: l’arpa.
La sfida della compositrice italo-svizzera è proprio quella di far emergere l’unicità dello strumento “ricondizionato” a mezzo di un set-up elettronico, che comprende una serie di microfoni (e un tubo acustico) posizionati all’interno della cassa armonica e una serie di pedali al fine di generare effetti di sfasamento, saturazione e ruvidità sonora.
Esperimenti che hanno attratto l’attenzione di sua Maestà l’Iguana, che difatti presta la sua voce nel brano “SHE”.
Aske Vang
Music for the working body
2025 (Fresh Ribes)
Partiamo dalle fonti di ispirazione: il musicista autodidatta Aske Vang, unico autore di tutte le parti musicali dell’album, dichiara che le opere più importanti nella sua comprensione musicale sono state Music for 18 Musicians di Steve Reich e lo studio del Der Ring des Nibelungen di Wagner.
Quindi: sinfonismo tardo-romantico da una parte, e una delle opere emblematiche del minimalismo americano dall’altra.
Il risultato? Music for the Working Body, che si situa a un bivio tra la composizione classica tradizionale e le moderne tecniche di produzione ritmica.
Spazio di conseguenza a strutture minimaliste, che tuttavia evocano ancora gesti romantici; un’opera da ascoltare scevra da pregiudizi.
Pop
Acqua distillata canta Ribaltavapori
Volume Uno+Due
2025 (Dumba Dischi)

E lo so, non ve lo aspettavate, ma che dire, se il pop è di livello, non c’è pregiudizio che tenga.
Ribaltavapori con la voce di Acqua Distillata (o viceversa, come indica il titolo Acqua Distillata canta Ribaltavapori) ci regala(no) un disco memore del pop italiano di classe, una serie di brani legati tra loro senza pause.
Testi non proprio banali, anche se migliorabili in alcuni incisi, ma davanti a un pezzo come "Passerà" per voce, chitarra acustica e quartetto d’archi, non si può non riconoscere il talento popular nel senso più “alto” del termine.
E come non citare anche "Selvatica"? Un album tutto da ascoltare.
Kozminski
Un oceano di zeri
2025 (Nos Records)

Quinto disco dei Kozminski, pubblicato dopo sei anni dall’ultima produzione. Un LP di cantautorato alt-rock, ma per me popular nel termine adottato dagli anglosassoni. Nelle presentazioni si fa riferimento anche a Jannacci e Sinigaglia, tuttavia le parti vocali ricordano molto anche Battisti (e non sono pensieri personali, vedasi la recensione di Tony Face Bacciocchi, ndt.).
Un disco le cui sonorità “scivolano” via nel senso positivo del termine, per dimostrare che si può fare musica volta a un pubblico ampio senza scadere in banalità o nel ripetuto stantio e banale.
Un plauso per l’utilizzo delle tastiere, incisive ma non debordanti.
Se devo indicare una canzone, non ci sono dubbi: "L’aldilà".

