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REVIEWSLE RECENSIONI
05/10/2023
FM Attack
Cosmic
È ritornato Shawn Ward, aka FM Attack, per farci vivere un altro viaggio nell'estetica degli anni Ottanta. Benvenuti nel suo (retro)mondo: un caleidoscopio di synth analogici, vocoder, drumbox, clap hands, il tutto irradiato da colori fluo ed illustrato con grafiche vintage.

Spoiler: se vi sono sempre risultati indigesti gli Eighties (tastieroni analogici, filtri vocali, batterie elettroniche, immagini robotiche, grafiche di videogiochi stile space invaders con relativi suoni) potete tranquillamente passare oltre; non riuscirei, anche col massimo impegno, a convincervi del contrario.

Se invece tutto quello sopra descritto fa parte del vostro immaginario collettivo, anche se magari semplicemente sepolto in una qualche sinapsi del cervello e lì dormiente; se siete stati amanti dell’estetica, non solo musicale, di quel periodo; se continuate a ricordare – con un pizzico di nostalgia – la bellezza androgina e statuaria di Brigitte Nielsen o di Grace Jones, icone sexy di quel periodo, alla pari di Tom Cruise o di Kurt Russel; se, seppur senza ammetterlo (come quando tutti vedevamo Il Processo del Lunedì su RAI3) Beverly Hill Cop è un vostro cult-movie, e Axel F, ovvero il Beverly Hills Theme di Harold Faltmeyer è stata una delle hit della colonna sonora di quelli anni, benvenuti nel fantastico mondo della retrowave!

 

Che cos’è la retrowave? Ritengo che in un’ultima analisi, al di là di ogni definizione musicale più o meno dettagliata, sia l’idealizzazione di un periodo che rappresenta una sorta dell’età dell’oro musicale (e non solo) da parte di una serie di musicisti che, per ragioni anagrafiche, in quegli anni non erano ancora nati o erano degli infanti.

Attenzione, però, non sto dicendo che si tratta di un puro e semplice revival, si tratta di qualcosa di più. Nell’immaginario dei musicisti di questa corrente, gli anni Ottanta rappresentano infatti una sorta di Eden primordiale, dove la nascita e la divulgazione della musica elettronica, diventa accessibile a tutti, pop appunto.

Allora si entra in una macchina del tempo e si recupera la gestalt di quel periodo: drum machine e sintetizzatori analogici (FM Attack si è definito in una intervista come un synth nerd che ama utilizzare le Roland Jupiter 4, Jupiter 8, E-mu Emax, Juno) uso ripetitivo di vocoder, copertine che sembrano schermate di videogioco, tinte fluo, e via così.

E il suono? Cascate iridescenti di linee sintetiche, costruzione dei brani basata su uno schema che tende a ripetersi: primo tema, una linea di beat, secondo tema e accordo chitarristico che odora di wave, vedasi, ad esempio, il secondo pezzo dell’album “A milion miles away”, con il suo groove sinuoso e gli svolazzi tastieristici con un giro di basso (ça va sans dire, sintetico).

 

Sapete chi è stato a dare, per quanto a mia conoscenza, la migliore definizione migliore di tale stile? Un’icona della stars system cinematografico odierno: Ryan Gosling (sì, proprio lui, l’iper-platinato Ken nel film Barbie…) che, in una intervista concessa durante la promozione del film Drive, disse testualmente che una delle fonti di ispirazioni del lungometraggio era stata l’ascolto da parte sua e del montatore Matthew Newman di gruppi quali Glass Candy, Kavinsky ed appunto FM Attack, ovvero di quella sorta di musica, da lui definita quale “dark disco”, ovvero quell’ “elettronica super romantica”, con un particolare “menacing undertone”.

Per riconoscere l’assoluta veridicità di tale definizione basti ascoltare “Strange Ways” (a mio parere il pezzo migliore dell’intero album, con la saltellante “City Lights” e la sognante “Rain”) che si sviluppa da una linea synth cupa, inframezzata da una serie di clap hands, raddoppiata dalla drum machine, a cui si aggiunge una seconda linea “menacing” ed un giro di chitarra che pare campionato dai primi dischi dei New Order.

Oppure, sempre in quest’ottica, date un ascolto a “Believe”, presente nel precedente album New World, vi assicuro che non ve ne pentirete e, contestualmente, vi toglierete la curiosità di sentire come Robert Smith (in realtà Vandal Moon) avrebbe potuto cantare un pezzo synth dance!

 

Sì, perché gli FM Attack saranno pure degli appassionati dei retro-maniaci ma, vivendo nel presente, dove  la pervasività della digitalizzazione ha manifestato il proprio lato oscuro, alcuni di loro risultano attratti irresistibilmente dal mondo immaginario ed avveniristico di quegli anni, che risultava già velato da un’atmosfera sombre ben rappresentata da alcuni capolavori cinematografici come Blade Runner, o Fuga da New York (ma non preoccupatevi, per quelli che hanno amato gli Ottanta più glamour e zuccherosi, c’è sempre la vaporwave).

Per concludere, se queste righe vi hanno incuriosito ed incomincerete ad apprezzare il genere, mi permetto di segnalarvi una serie di artisti i cui nomi, ovviamente, potrebbero essere tratti tutti da un programma vintage: Betamaxx, FM-84, VHS Dreams, etc.

Buon (ri)ascolto.