Se è vero che la pandemia ha frenato per lungo tempo il mercato discografico e, soprattutto, ci ha privati, e ci priva, del piacere di assistere ai concerti dei nostri artisti preferiti, è altrettanto vero che molti album, scritti e registrati in un periodo in cui i musicisti non potevano fare molto altro, ora stanno vedendo la luce, compensando in parte l’amarezza provata negli ultimi mesi. Uno di questi sforzi nati dal lockdown è il nuovo album solista del bassista e co-cantante degli Alkaline Trio, Dan Andriano, che gli ascoltatori devoti sanno essere incline a produrre ed esprimersi anche lontano dal pop punk ombroso della band di riferimento.
Andriano, fuori dalla casa madre, sviluppa la sua carriera solista, divertendosi a cambiare l’insegna della ditta, prima chiamata Dan Andriano In The Emergency Room (con cui ha pubblicato due bellissimi full lenght) e oggi, con un’inaspettata svolta, Dan Andriano & The Bygones. Cambia il nome, ma, sostanzialmente, non la proposta, che raggruma tutto l’armamentario sonoro di Andriano, quello già esibito nei precedenti lavori e negli album rilasciati sotto l’egida Alkaline Trio e, soprattutto, The Falcon, il supergruppo creato con Brendan Kelly dei The Lawrence Arms. Una miscela ad alto contenuto energetico in cui confluiscono rock, pop e punk, melodie irresistibili e chitarre sferraglianti, con qualche tentativo,in questo caso, di spostare, almeno di un poco, il baricentro della proposta.
Il solare brano di apertura, "Narcissus, Amateur Classic Narcissist", scorre trainato da chitarre croccanti con quella leggerezza melodica che è la specialità della casa, prima di lasciare spazio all’irruenza di "Sea Level", travolgente pop punk come nella miglior tradizione degli Alkaline Trio. La voce avvolgente e famigliare di Andriano funziona benissimo, così come il repertorio, prevedibile, ma efficace nella sua schietta semplicità. Sono, tuttavia, brani come "Wrong", aperta dal pianoforte e da un mood alla Billy Bragg, per poi svilupparsi in un rumoroso crescendo, a rendere più attraente il disco, facendo trapelare la volontà del musicista di seguire la propria musa ispiratrice e uscire dal consueto seminato.
Tutto suona molto bene, per carità, ma è evidente che alcune canzoni, sebbene non prive di fascino, avrebbero forse avuto una resa migliore se un filo più strutturate. Inoltre, gli inevitabili confronti con la sua produzione in quota Alkaline Trio, non soddisferanno completamente chiunque si aspettava gli hook memorabili di quella band o i giri di chitarra affilati come un serramanico. Il disco, però, regge, è divertente e orecchiabilissimo, e se anche non tutto è centrato, alcune canzoni notevoli (la citata "Wrong", la title track, la vibrante "The Excess" o la scorribanda elettrica di "It’s A Trap Door!") sono lì a ricordarci quanto ancora possa essere scalpitante e vitale un disco di onestissimo rock’n’roll.