Gli Slap Guru definiscono il loro sound (o meglio, hanno il coraggio di definirlo) “psychedelic hard rock” con derive metal e blues e suggestioni di filosofia induista, insomma un mix incredibile al quale mi sono approcciato non senza timori. Su tutti, quello di incappare nell’ascolto di un album frammentato nonché, in tutta sincerità, in un walzer dei luoghi comuni.
Dopo una sorta di intro con la strumentale “Akasa” (termine induista, lascio a voi la scoperta del significato), con suoni arpeggiati e una chitarra elettrica che ricorda i Pantera di “Hollow”, la prima vera canzone è la title-track nella quale gli Slap Guru tirano subito fuori i muscoli sfoggiando riff vigorosi su un ritmo serrato e una bella e rabbiosa linea vocale.
Segue “My Eerie Universe” dove veniamo accompagnati per mano su terreni decisamente blues. Il sound è deciso e consistente, le chitarre distorte la fanno la padrona e ci portano a un ritornello che vira verso gli anni ’90. Bella la voce, bella la melodia. Gran Pezzo. E qui le nubi iniziano a diradarsi e i dubbi iniziano a sparire, sostituiti da sana curiosità.
Si vira verso la psichedelia con la bella strumentale “Into The Gloom”, ricerca sonora, assolo sognante e in crescendo verso accenni di prog, una sorta di “Altaloma 5 till 9” se mi si lascia passare il (tiratissimo) paragone, ma la forma canzone è quella, prima di tornare a riff pesanti alternati a divagazioni prog con “To Forget Is To Forgive”.
A questo punto le nubi si sono totalmente diradate, gli Slap Guru dimostrano di essere ottimi musicisti che con esperienza e gusto riescono a creare un’amalgama interessante e godibile attingendo a piene mani e sapendo ben gestire influenze differenti. E sullo stesso percorso si continua con “The Same Old Way”, “A Daily Loser” e “A Wornout Tool”, melodie ad ampio respiro si alternano a riff pesanti e ritmi serrati. Nulla di nuovo, ma è un passato che non vogliamo dimenticare e rispolverarlo, talvolta, fa sempre bene per non perdere la giusta via.
Ci avviciniamo alla fine di Diagrams Of Pagan Life con “Streams On A Plain” che pare, almeno nell’incipit, una sorta di tributo a Hendrix (vi sfido a non intonare la prima strofa di “Little Wing” dopo la rullata) ma sviluppandosi poi altrove fino a diventare una gran ballatona blueseggiante.
Gli Slap Guru, quindi, soddisfano ampiamente le aspettative. Diagrams Of A Pagan Life è un bell’album di una band, che pur se attiva da relativamente poco tempo, pare realmente affiatata. Se queste sono le premesse non vediamo l’ora di vederli all’opera live.