È il 2012, un gruppo di amici si trova, discute.
Hanno tutti letto un articolo terrorizzante su Nature, di cui però nessuno parla: l'umanità si sta estinguendo, il nostro mondo sta per finire.
Sì, senza mezzi termini, Anthony Barnosky, Elizabeth Hadly e altri 20 scienziati han detto che così non si può andare avanti, global warming, sovrappopolazione, guerre ci faranno sparire nel giro di una generazione.
Cyril Dion e Mélanie Laurent e gli altri, sono però degli artisti, attori, scrittori e tecnici.
Cosa possono fare, loro, per salvare il mondo?
Possono fare un documentario, possono girarlo, il mondo, raccontando realtà già esistenti di chi il mondo lo sta cambiando, di chi si sta impegnando e rimboccando le maniche per questo, e così, diffondere un messaggio di speranza, ma soprattutto di possibilità, di concretezza.
Così nasce Domani, piccolo documentario, partito dal piccolo, con quei sei amici che si uniscono, e chiedono aiuto per il loro progetto (con il crowdfunding raccoglieranno quattro volte quanto richiesto).
Andranno in India, in America, in Inghilterra, Norvegia e Francia, andranno a scovare chi ci sta mettendo la faccia, e ha trovato metodi nuovi per fare la sua parte.
Il documentario, si divide in 5 capitoli, ognuno dei quali racconta di settori in cui un cambiamento è necessario: agricoltura, economia, energia, democrazia ed educazione, e per ognuno si mostrano esempi virtuosi, si raccontano verità nascoste.
Dalle piccole fattorie in città che hanno salvato la Detroit in crisi economica, agli orti di permacultura, più redditizi e più ingegnosi, dalle monete locali all'energia rinnovabile e sostenibile, al potere dato in mano ai cittadini fino alle scuole libere e con metodo innovativo, capaci di far crescere ragazzi, adulti, più consapevoli.
Girando il mondo, ci si ritrova faccia a faccia con il bello, con la speranza. Si conoscono progetti e pagine di storia, realtà piccole ma decisamente grandi.
E così, Bristol e la sua sterlina, Todmorden e le sue aiuole/orti, Copenhagen e il suo essere 100% autosufficiente, così come l'Islanda, il paesino di Kuthambakkam, in India, dove le differenze tra caste sono state appianate, e perfino una piccola fabbrica di buste da lettere fanno mettere in moto il nostro cervello, il nostro cuore.
Perché quei 6 amici, il cuore ce l'hanno messo per primi, facendosi domande e trovando risposte, raccontando in modo chiaro, preciso, e componendo un documentario che non chiede radicalizzazioni, ma chiede di aprire gli occhi, e rimboccarsi almeno un po' le maniche.
E non pensate al solito barboso documentario ecologista ed educativo, no.
Nella sua semplicità, nel suo raccontare esempi virtuosi, Domani intervalla interviste a riprese che il fiato lo mozzano a retroscena e dietro le quinte che strappano il sorriso, sottolineando il tutto con canzoni ad hoc composte da Fredrika Stahl, che con quello charme tipicamente francese -pur essendo svedese- conquistano.
Si esce dalla visione pieni di buoni propositi, pieni di speranza e di voglia di cambiare.
Si esce diversi, consapevoli e istruiti, paradossalmente alleggeriti pur avendo presa coscienza del proprio peso.
Quindi, fatevi un piacere, guardate Domani, pensate al domani, ma agite, almeno un po', oggi.