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REVIEWSLE RECENSIONI
Drone
Artura
2018  (New Model Label)
EXPERIMENTAL/AVANT-GARDE ELETTRONICA ALTERNATIVE
7,5/10
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07/06/2018
Artura
Drone
Un trio molto particolare, con basso, batteria, elettronica ed effetti per un album strumentale, eclettico e pieno di groove.

Artura è un nome nuovissimo dietro a cui agiscono tre musicisti della scena friulana con alcune significative esperienze alle spalle. Matteo Dainese aka Il Cane, fondatore dell'etichetta Matteite, produttore e cantautore ma prima di tutto batterista, che ha lasciato il segno su uno degli album più belli mai registrati in Italia, “Ego: Echo” degli Ulan Bator, formazione in cui ha suonato per diversi anni. Al suo fianco Cristiano Deison, sperimentatore elettronico dalla discografia sterminata che vanta un elenco di collaborazioni infinito, da Theo Teardo (in compagnia dello stesso Dainese) passando per artisti più estremi, da KK Null degli Zeni Geva al pioniere dell'industrial italiano Maurizio Bianchi, un 7” split con Thurston Moore e ci fermiamo qui perché meriterebbe un capitolo a parte. Sappiamo invece meno di Tommaso Casasola, bassista di grande presenza e fantasia che con le sue linee riesce a sorreggere un impianto minimale, di sola batteria ed elettronica.
A cosa assomigliano gli Artura? A poco di quello che conosciamo, anche se alcuni riferimenti possono essere evidenti. C'è il math-rock dei Battles, con una simile capacità di costruire groove e strutture soltanto all'apparenza semplici, con una cura maniacale del dettaglio. Troviamo poi dilatazioni quasi krautrock in “Zeno”, forse uno dei brani più accessibili e diretti, con un tema quasi da colonna sonora, oppure derive in territori elettronici, ed un brano come “Rojo” richiama alla mente le produzioni di certi artisti Warp, come Aphex Twin o Luke Vibert, con la differenza che qui l'elemento live e l'elemento programmato sono praticamente fusi. “Gurken” è una curiosa fusione tra elettronica e post-rock, ma l'assenza di chitarre fa sì che si evitino gli stereotipi del genere, con tanto di voci effettate sul finale.

Quando è il basso che guida emergono invece altre influenze, tra i King Crimson ed accenni di funk bianco e soundtrack music. L'iniziale “Estranei” è accompagnata da un suggestivo video girato da Mara Masarotti e Alex Ewah Pflaum tra le nevi dell'Islanda con un drone, parola che dà il titolo al disco e ne è in qualche modo una dichiarazione di intenti. La musica procede in sincronizzazione con il video, quasi fosse partorita in contemporanea, minimale e rigorosa. Ma forse non è la traccia più importante e rappresentativa del disco che si muove invece su coordinate più energiche, dove il drumming di Dainese, ha sempre quel tocco nervoso che lo contraddistingue, in bilico tra la concretezza di un batterista rock e un animo più sperimentale ma sempre al servizio del groove. In “Fusa” si gioca con l'elettronica e “Mona” può essere un buon punto di incontro di tutte le musiche e gli elementi di questo album, e non sfigurerebbe in un disco degli AIR.

Un altro grande disco strumentale italiano che ci ricorda che esistono altre vie oltre la trap, Calcutta e Young Signorino e dovrebbe ricordarlo a tutti quelli che pensano di parlare di altre musiche, diverse dal mainstream. Per una musica che pare nata per accompagnare immagini, ci vuole solo un film di pari bellezza.