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REVIEWSLE RECENSIONI
11/10/2023
Drusilla Foer
Dru
Non solo un dirompente personaggio di spettacolo a trecentosessanta gradi, ma anche un’interprete intensa, raffinata ma verace, sfaccettata come può esserlo la vita. Ecco a voi "Dru", primo e forse ultimo album di Drusilla Foer. Un vero evento.

 

“Ci tengo molto, forse sarà l’unico disco che farò e devo essere al massimo, bisogna giocarsi il tutto per tutto sulla copertina: ventilatori, gambe all’aria, vorrei fare una cosa un po’ da vecchia vanitosa”

(Drusilla Foer)

 

Proclami vezzosi a parte, nella copertina di Dru trionfa un primo piano del volto intenso di Drusilla Foer. Collaborazione all’ennesima potenza tra la fantasia del teatro e la creatività di Gianluca Gori, di fatto il “creatore” di questo personaggio che in dodici anni di telefonate sul web, recital in giro per l’Italia, felici esperienze nel cinema e serie tv e apparizioni televisive sfolgoranti, ora approda al suo antico amore chiamato musica.

 

“Un disco tutto mio. Non pensavo di meritarlo, e invece eccolo qua. Un bell’amore, irrorato di pudore e di coraggio, di rabbia e calma, di note giuste e sbagliate, di respiri, pensieri, sorrisi e civetteria. Ascoltatemi con indulgenza, criticatemi con durezza. Mi basta sapere che mi accoglierete con un sentimento. Questo sì, penso teneramente di meritarlo.” (Drusilla Foer)

 

Chi si aspetta un lavoro affrettato, caricaturale oppure “pubblicitario” sarà sicuramente deluso da quanto potrà trovare in Dru. La magia di Drusilla è quella di apparire credibile in tutto quello che fa, al punto di poter considerare lo stesso Gianluca Gori come “un suo inevitabile collaboratore” e di poter essere considerata una persona in tutto e per tutto, con una voce “forte”, consapevole e pronta a essere portatrice di messaggi importanti e attuali. Se poi un compositore e produttore come Franco Godi decide di credere in lei, possiamo credere ciecamente di trovarci davanti a un progetto musicale maturo, articolato e di tutto rispetto.

Godi è stato autore delle colonne sonore di cortometraggi e film d’animazione, ma soprattutto di spot pubblicitari, nel celeberrimo Carosello. Ha messo, inoltre, la propria arte a disposizione del cinema collaborando con diversi registi come i fratelli Taviani, Giuliano Montaldo, Gillo Pontecorvo, Ermanno Olmi, Richard Lester, Vittorio De Sica, Gabriele Salvatores e Renzo Martinelli. Come produttore discografico, nel 1976, ha fondato l’etichetta discografia Best Sound, con la quale ha prodotto, tra gli altri, i Gemelli DiVersi, gli Articolo 31 e Space One e ha scoperto anche Drusilla Foer, dopo averla conosciuta come direttore artistico del Politeama di Prato decidendo di dedicarsi alla produzione dei suoi spettacoli.

 

“Mi piaceva l’idea di un album slegato da tempi e mode del momento, soprattutto suonato e arrangiato con creatività e ricchezza di sfumature, cucito su misura per Drusilla. Lei e io ci troviamo spesso in totale sintonia nel riconoscere le canzoni che ci piacciono, non solo perché sono belle canzoni, ma perché le sentiamo in qualche misura necessarie ad esprimere l’estetica musicale che ci appartiene. Sento che abbiamo fatto un lavoro sincero, senza risparmiarci, insieme ad Andrea Benassai e ai musicisti in studio.” (Franco Godi)

 

Nulla è stato lasciato al caso in queste tredici tracce e ci sono voluti quasi due anni per ultimare i lavori di un album già annunciato per la fine del 2022. Se la produzione e i suoni sono intimi ma insieme sontuosi, le orchestrazioni lasciano senza fiato ma la volontà chiara degli autori è quella di creare un universo sonoro spiazzante e senza tempo, in cui convivono più di settant’anni di cultura musicale, a livelli altissimi. Basterebbe citare gli autori coinvolti: Pino Donaggio e Maurizio Piccoli, Pacifico e Vittorio Cosma, Mariella Nava, Giovanni Caccamo, Mogol e Donida, Tricarico, Luca Rossetti, ma anche i “giovani” Ditonellapiaga e Fabio Ilacqua, in un disco che parla di amore in tutte le sue sfumature, ma anche di pregiudizi, guerre sbagliate, violenze terribili, il tutto rivisto attraverso la libera sensibilità di Drusilla Foer. Una voce che nella sua natura, contiene elementi maschili e femminili e sa dare il giusto peso a ogni parola cantata e narrata, ma è anche dotata di un timbro caldo ed espressivo.

 

Dru parte con “Stasera”, soave inno orchestrale, in cui un testo d’annata di Mogol appoggia sopra un acquarello sonoro quasi tenchiano, nella sua semplicità commovente:

“Stasera, quando tu ritornerai

Stasera, quando tu mi abbraccerai

Stasera, quando si ripeterà

il miracolo d’amore

E noi due saremo

Noi saremo angeli che volano più in alto

Più in alto, quando tu ritornerai.”

 

I chiaroscuri dell’amore sono ben rappresentati da una “Amami Se Puoi” che è un piccolo capolavoro di scrittura, raffinata e struggente, grazie all’apporto compositivo del mitico Pino Donaggio, ma è anche la voce di Drusilla a rendere alla perfezione tutte le emozioni del brano. “Moon In Champagne” è spensierata ed evoca la fine degli anni sessanta, tra Beatles e cori sbarazzini, donando leggerezza e una leggera malinconia.

Qualcuno potrebbe immaginare la leggendaria Mina, entrare nelle liriche e nelle ritmiche soffuse di “Il Tempo Non Esiste”, che incede delicata e offre uno dei ritornelli più evocativi del disco:

“Il tempo non esiste, è solo un'illusione

di pochi passi rubati, semplici parole.

Il tempo non esiste, è solo l’occasione

di ciò che avremmo dovuto, potuto dare.”

 

Se Mariella Nava è stata considerata un’autrice sottovalutata, appare chiarissimo in “Da Questa Parte”, intelligente gioco di specchi, rimandi e illusioni, in cui il nostro pregiudizio viene preso, analizzato e musicato con raffinata intelligenza. “Guerra” è stata portata dalla Foer sul palco di Sanremo 2022, e dietro a un ritmo vivace e swingato, nasconde parole taglienti e pesanti:

“Se ogni sesso avesse un verso giusto

se ogni bocca amasse un solo gusto

vorrei portarti ad inciampare di affondi e di sprofondi

di sguardi e preconcetti, di sguardi e slogature

di strappi e cuciture

Si nasce dietro muri con voci di altri in testa

Ma se un muro fosse un muro

se il nero fosse nero

se il giusto avesse un verso

se fossi come ero

non sentiremmo altro che la guerra.”

 

Sono i versi sghembi di Fosco Maraini, a essere omaggiati nel breve recitato di “Giorno Ad Urlapicchio”, in cui l’amore sincero riesce a essere compreso anche se le parole sembrano “straniere”, mentre ci godiamo la sorpresa pianistica della lieve “Buonanotte Rossana”, in cui Drusilla canta accompagnata da un’esecuzione del maestro Lelio Luttazzi registrata a Trieste nel 2008, due anni prima della sua dipartita.

Le sonorità si fanno nervose e taglienti, per una “Tanatosi” che affronta la violenza sulle donne (ma in realtà su tutte le vittime del mondo) con lucido dolore, nella ricerca di una forza salvifica, che vada oltre l’ignominia di questi maledetti “predatori”. In “Non Mi Parlare D’Amore” di Tricarico, la disillusione e la negazione sono cicatrici che nascondono il desiderio immenso di innamorarsi ancora, in una narrazione quasi teatrale ma insieme molto “quotidiana” e realistica.

La “Piccola Melodia” di Pacifico, ci offre una cesellatura acustica che ci catapulta nel Brasile di João Gilberto, tra bossa nova e il samba ironico e beffardo di “Amore Boh”, incontro artistico tra le penne e le voci di Drusilla Foer e Franco Godi. L’inaspettata e tenebrosa dance finale di “Io Ne Voglio Ancora” è un atto di liberazione scritto da Ditonellapiaga e condiviso con la vocalità ribelle di Asia Argento, in cui i vocalizzi della Foer si librano sopra una struttura sonora tutt’altro che facile o banale.

Dru è una delle uscite italiane più rilevanti e notevoli degli ultimi anni, in cui ogni nota e ogni parola sono compiute e hanno uno scopo preciso: emozionare. Drusilla Foer potrà non piacere a tutte le persone, ma lascia il segno, a modo squisitamente Suo. Buon ascolto.