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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
07/03/2022
Le interviste di Loudd
Due chiacchiere con... Biff Byford (Saxon)
Carpe Diem! La leggenda Biff Byford (Saxon) in collegamento dall’epica Inghilterra pochi giorni dopo il meraviglioso concerto di Londra (40th Anniversary Castles And Eagles Tour), dispensa questo monito, inaspettatamente attuale e calzante.

Ciao Biff, felice di conoscerti!

È un piacere conoscerti, mi chiami dall’Italia, giusto?

 

Si! Ti piace il nostro paese? Avete fatto molti concerti qui!

Si, amiamo l’Italia! L’album Carpe Diem ha un titolo in latino, quindi con forti richiami a Roma, all’Italia!

 

Era infatti la mia prima domanda: il titolo dell’album sembra una sorta di chiaro suggerimento per tutti noi, qual è il messaggio principale che volete trasmettere e com’è nato questo nuovo album?

La canzone parla dei Romani e dell’Inghilterra, parla di tempi lontani, migliaia di anni fa, ma è un motto molto moderno, perfetto per i giorni nostri, specialmente per questo momento. Stiamo uscendo dall’incubo del Covid e questo penso che possa essere un bel messaggio positivo. Sfrutta al meglio le tue giornate, i tuoi momenti. È un motto grandioso ed ottimista.

 

Hai prodotto quest’album insieme ad Andy Sneap, com’è lavorare con lui e quale pensi sia l’ingrediente magico che Andy apporta ai brani?

È il quarto album in cui a bordo abbiamo Andy. Il primo in cui lo abbiamo coinvolto è stato Sacrifice (2013). Andy lavora davvero alla grande. Il team Saxon è un team positivo, quando iniziamo a scrivere un album lavoriamo a stretto contatto con tutto il team. Andy apporta molto valore aggiunto, adora la musica metal degli anni ’80 e sa quindi esattamente cosa fare a livello di sound. È molto bello lavorare con lui.

 

Siete riusciti a lavorare insieme o, a causa della pandemia, è stato difficile vedervi?

Si, siamo riusciti a lavorare insieme, siamo comunque tutti molto vicini. Ci siamo visti più volte, abbiamo parlato molto via Zoom e abbiamo iniziato le registrazioni dell’album prima dello scoppio della pandemia, quindi siamo riusciti ad andare in studio a registrare diverse tracce. È stato leggermente diverso durante il lockdown, ma siamo riusciti a mantenere alto il livello di energia e a rimanere positivi, e penso che si percepisca dall’album.

 

Beh, sicuramente lavorare su un progetto importante durante il lockdown penso vi abbia aiutati a rimanere concentrati e positivi.

Si, assolutamente!

 

Dove trovi ispirazione per comporre le parole delle canzoni?

Da tutto, dalla vita. Le canzoni sono piene di materiale che deriva dalle esperienze di vita, sia che si tratti di storie di altri tempi, ambientate nella storia, sia che si parli dei giorni nostri. Può essere una foto o la lettura di un libro o del giornale o qualche programma in TV ad ispirarmi, oppure possono essere delle cose che ho imparato. Beh, in generale le parole arrivano tutte dal mio cervello! 

 

Quindi continui ad attingere dall’ambiente che ti circonda.

Siamo tempestati costantemente da informazioni, le assorbiamo, conserviamo alcuni dati e ne eliminiamo altri, è così che funziona!

 

Dite di essere guidati e trascinati dai riff, quali sono i tuoi preferiti in questo nuovo album?

Oh non so ancora quali siano le mie canzoni preferite, lascio la scelta al pubblico, all’audience.

 

Lo capirete sicuramente durante i live!

Esattamente!

 

Com’è stato tornare ai live con il Bloodstock Festival in agosto e ora il concerto del vostro quarantesimo anniversario, a Londra?

È stato fantastico, sia a Londra che a Manchester. Il pubblico ha conservato il biglietto per due anni ed è stato un onore vedere tutta quella gente!

 

Ho visto delle foto e dei video e sembrava un normale concerto, come quelli che eravamo abituati a vivere, è difficile vedere immagini del genere al momento.

Si! E faremo altri concerti quest’anno, speriamo che i vari paesi inizino a tornare gradualmente alla normalità. Abbiamo dei festival a giugno, mentre invece a settembre dovrebbe iniziare il tour per promuovere Carpe Diem, non vediamo l’ora! È stato fantastico iniziare a tornare sul palco, tutti erano entusiasti a proposito degli show di Manchester e Londra: la band, tutta la crew, il pubblico, sono stati momenti stupendi!

 

Avete anche fatto un omaggio ai Motörhead con “They Played Rock And Roll”: ci racconti qualche ricordo del famoso tour fatto con loro nel 1979/80?

Si, i Motörhead erano abbastanza matti, noi non eravamo così conosciuti, eravamo una sorta di gruppo naïve che arrivava dal nord dell’Inghilterra, ma il tour è stato fantastico e pieno di party! 

 

Se guardiamo al passato, tornando a dischi come Rock the Nations (1986) e Destiny (1988), molto AOR, quanto pensi che il producer possa influenzare un album?

Capisco cosa intendi. Non abbiamo mai avuto un producer fino al 1994, credo, e poi ho prodotto personalmente un sacco di album. Il producer può fare la differenza, specialmente se è caratterizzato da un differente background musicale, hai ragione, Rock the Nations e Destiny erano davvero più rock che metal, ma dopo questi due album ho preso in mano io il controllo della produzione e siamo tornati alle nostre radici metal.

 

La band è sempre libera di rimanere fedele al proprio DNA?

Si, devi seguire il tuo cuore, le tue impressioni positive, e fare da te. Ed è quello che abbiamo fatto. Ma abbiamo sempre avuto con noi persone e team di lavoro fantastici. In ogni caso, a livello di materiali e sound, penso di aver preso il controllo in prima persona a metà degli anni Novanta.

 

Vi ho visti nel 2018 al Leyendas del Rock a Villena, cosa ti piace dei festival? O preferisci i concerti dedicati alla band?

Non ho una preferenza in realtà. Mi piacciono molto i festival perché si suona su palchi molto grandi, ci sono molte più persone e la folla è in fermento. L’atmosfera è leggermente diversa rispetto a quella di un concerto collocato dentro ad un teatro o ad una grande location. Mi piacciono i festival, ma preferisco i concerti al chiuso, spesso ai festival può piovere e a volte fa freddo.

 

Specialmente in Inghilterra, ovviamente!  

Esattamente, specialmente in Inghilterra. In Italia non è così male invece, anche in Spagna, in realtà i Festival mi piacciono, incontri molte persone, trovi tanti amici, magari membri di altre band che non incontravi da molto tempo. I festival ti lasciano addosso una sensazione differente.

 

Com’è la situazione al momento in UK?

Conosco molte persone attualmente in difficoltà a causa del Covid, in Inghilterra le cose stanno tornando più o meno alla normalità, anche se non del tutto. Le persone iniziano ad uscire, vanno al cinema, vanno a teatro, vanno a sentire concerti dal vivo, va abbastanza bene qui ora, e spero possa accadere lo stesso prestissimo anche in altri paesi. 

 

Dimentichiamoci un momento della pandemia, cosa consiglieresti ad una band attualmente agli esordi?

Consiglierei di dedicare molto tempo a scrivere canzoni. Bisogna valutare davvero le canzoni: sono brani fantastici? È facile auto ingannarsi pensando di aver scritto una meravigliosa canzone, ma spesso si tratta solo di una bella canzone, non di una canzone magnifica. Suona davanti alle persone e ascolta il loro feedback, è molto importante. È molto facile oggi produrre un brano e piazzarlo su FaceBook o YouTube, è facile creare un piccolo video e pubblicarlo. Ma la canzone deve essere grandiosa, penso che questo sia il segreto.

 

C’è una grande attenzione qui in Italia sulle nuove canzoni in questi giorni, abbiamo il Festival di Sanremo…

Ah! Giusto! È fantastico!

 

Tornando al passato, passato, passato, da dove salta fuori la tua passione per la musica?

È successo, non è stato qualcosa di premeditato. Un amico suonava la chitarra e mi ha insegnato qualche accordo, così ho imparato a suonare la chitarra, e poi ho iniziato a cantare. Avevo circa 15 anni, negli anni Sessanta.

 

1960, con tutti i più grandi momenti della musica che stavano per arrivare…

Esatto!

 

E ora, 2022, usi tantissimo i social media. Ti aiutano a restare connesso con i fan? Vi fa sembrare più reali e più simili a noi comuni mortali? 

I social media sono fantastici, stiamo imparando ad utilizzarli. È ok, stanno prendendo il posto della classica pubblicità: tempo fa si usava pubblicizzare l’album sui giornali e le persone poi lo avrebbero comprato o meno, quindi penso che i social media vadano bene, se ti connetti ai fan con un mood positivo, se lasci che i fan entrino un po’ nella tua vita, penso che alle persone piaccia molto. Alle persone piace vedermi mentre porto a spasso il cane o faccio altre cose durante la giornata, quindi si, mi piacciono i social media!

 

Creano connessione diretta con i fan…

Esatto!

 

Ultimissima domanda! Vi aspettiamo in Italia in autunno?

Amiamo suonare in Italia, cerchiamo sempre di prevedere almeno due show durante i tour. Sicuramente pianifichiamo di tornarci, ma non so se accadrà già in estate in occasione di qualche festival. In ogni caso, annunceremo prestissimo il tour europeo, non ho ancora visto le date nemmeno io, quindi tenete gli occhi aperti, soprattutto sui social media!

 

Benissimo! E con l’album in uscita avremo qualcosa da fare nell’attesa! Grazie ancora e ciao! A presto!

Ciao! Carpe Diem!!!

 

 

 

***

SAXON

BIFF BYFORD – Voce

PAUL QUINN – Chitarra

NIGEL GLOCKLER – Batteria

DOUG SCARRATT – Chitarra

NIBBS CARTER – Basso

 

Prodotto da: Andy Sneap e Biff Byford

Mixato e Masterizzato da: Andy Sneap

 

***

Carpe Diem Tracklist:

Carpe Diem (Seize the Day)

Age of Steam

The Pilmgrimage

Dambusters

Remember the Fallen

Super Nova

Lady In Gray

All for One

Black is the Night

Living On the Limit