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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
30/01/2023
Le interviste di Loudd
Due chiacchiere con... i Janismirror
Due belle chiacchiere con i Janismirror dove la sintesi è una sola: il Rock deve essere ad alto volume!

Quando e come nascono i Janismirror?

Paul: I Janismirror nascono a fine 2011 quando decisi di formare una nuova band, dopo aver chiuso progetti musicali precedenti. L’obiettivo era quello di creare inediti in lingua Inglese, con contaminazioni sonore ispirate al Seattle Sound anni ‘90 ma allo stesso tempo caratterizzati da un’impronta attuale e moderna, con influenze Alternative Metal.

Siamo attivi live dal 2014; dal 2019 con una nuova formazione, che ha visto l’ingresso di Enrico alla voce e Maurizio al basso; una virata stilistica rispetto alla line-up precedente che comprendeva una voce femminile (Lisa) e un diverso bassista (Mirko). Dal 2019 abbiamo consolidato il nostro repertorio e proseguito con un’attività live più serrata. Abbiamo registrato da poco tre nuovi singoli che verranno distribuiti digitalmente sulle più importanti piattaforme di streaming nel corso dell’anno. Il primo, “The War isn’t Over”, è stato pubblicato il 25 novembre 2022 ed è già disponibile per l’ascolto.

Potete anche ascoltare l’EP Janismirror, rilasciato nel 2018 con la vecchia formazione, sia in formato digitale sulle piattaforme di streaming sia in copia fisica (CD).

 

Come avete scelto il nome della band? Significa qualcosa in particolare?

Paul: La genesi di “Janismirror” risale agli albori della costituzione della band. Ricordo che avevamo accuratamente selezionato una serie di nomi di nostro gradimento; l’ispirazione poteva provenire dalle fonti più disparate: film, libri, serie tv, canzoni, poesie… La scelta definitiva nacque dall’accostamento di due parole presenti nella lista (“Janis” e “Mirror”, appunto) che unite insieme “suonavano bene”.

 

Presentateci la band: cosa apporta ciascuno di voi al gruppo?

Enrico: Voce, testi, qualche composizione, influenza gotica e metal.

Paul: Chitarra, seconde voci, composizione, produttore seriale di riff e arrangiamenti.

Maurizio: Filtro anti-boomer negli arrangiamenti (sì, ce n’è bisogno), basso (“Hey ma c’è del basso in questo fuzz”).

Giacomo: Batteria e partecipazione agli arrangiamenti.

 

Qual’è la vostra storia, come avete iniziato a suonare/cantare?

Enrico: A 6 anni ascoltavo gli Europe, a 8 anni ho scoperto il metal con gli Iron Maiden grazie ad un lontano cugino, a 10 ho avuto la mia prima chitarra, una classica con la quale ho imparato alcuni accordi (20 anni dopo fu mandata in Africa tramite un farmacista in missione). A 13 anni sono riuscito ad avere una chitarra elettrica, da lì ho preso lezioni e non ho mai smesso di suonare.

Paul: Anche io ho iniziato ad approcciarmi alla musica in tenera età; ricordo con affetto la “scintilla” che fece scoccare la passione, nel mio caso vedere Bon Jovi in concerto in tv.

Maurizio: Ho mosso i primi passi nel mondo della musica quando ero piccolo, grazie a mio papà che mi ha insegnato i primi accordi alla chitarra, da lì ho vissuto tante esperienze che mi hanno fatto crescere molto: registrato album, suonato su palchi bellissimi e su palchi un po’ meno belli, fatto cose, visto gente. Dai sogni di gloria siamo passati ai sogni infranti, e la musica è rimasta solo un hobby, ma rimarrà sempre uno dei capitoli più belli della mia vita.

Giacomo: Ascolto musica da sempre, grazie alla passione trasmessami da mio padre e dal mio fratello maggiore (nostro grande fan). Ho iniziato a suonare la batteria a 12 anni, spinto e incoraggiato da mio padre e da allora non ho mai smesso. Sono autodidatta.

 

Suonate anche con altre formazioni?

Paul: Enrico è il frontman dei Voodoo Mars, gruppo rockabilly molto attivo nel circuito. Maurizio è bassista anche per Maurizio Pirovano e Ghost Mantra. Ascoltateli e seguiteli, hanno pubblicato diversi album!

 

Come compongono i Janismirror?

Paul: Seguiamo due approcci principali, che abbiamo affinato nel corso degli anni e con l’esperienza. Il primo prevede che si parta da un riff particolare, un groove o un’idea di base più o meno sviluppata; costruiamo quindi la parte musicale su cui poi aggiungiamo melodia e testo. Il secondo si basa su una bozza di voce e chitarra, su cui elaboriamo poi l’arrangiamento. Dato che nella nostra musica la presenza di riff è preponderante, il primo approccio è sicuramente quello più frequente; ma può capitare che entrambe le modalità si compenetrino e si alternino. Non abbiamo una regola fissa, ma solo l’obiettivo di creare canzoni musicalmente interessanti. In entrambi i casi registriamo le varie parti in sala prove e in home studio così da renderci conto di cosa funziona e cosa no.

Maurizio: Ecco, è proprio in questo punto entra in gioco il filtro anti-boomer.

Paul: Superato il test anti-boomer, una volta che la canzone ha preso la forma definitiva, registriamo tutto in home studio così da avere una preproduzione pronta per entrare in studio di registrazione con le idee molto chiare.

 

“The War isn’t over”. A cosa vi riferite con il nuovo singolo pubblicato a fine 2022?

Enrico: “The War isn’t Over” parla degli incubi di un soldato tornato dalla guerra, un uomo per cui la guerra non è finita, ma continua nella sua mente e nei suoi tormenti. Nel corso della Storia, in tanti paesi i governi hanno riempito la testa delle persone di slogan e ideali; questo continua a succedere anche oggi. In questo caso il protagonista uccide in guerra per conto loro, convincendosi di essere nel giusto. Quando la coscienza trasale accusa i bugiardi in giacca e cravatta che mandano altri uomini a morire al posto loro (“Thanks a lot pushers of lies, thank you so much jacket and tie”) ma non sopportandone il peso rifugge subito negli ideali inculcati, coprendosi la vista e giustificando le proprie azioni (da qui la frase “So I cover my eyes with my flag”).

 

Progetti per il 2023? A quando i nuovi singoli in uscita?

Paul: Il 2023 sarà dedicato alla promozione live e sui social media dei 3 singoli che abbiamo registrato al Magnitude Recording Studio; dopo “War isn’t Over”, infatti, pubblicheremo altri due brani a cadenza regolare, intitolati “Twisted Years” e “Sleepwalker”. Il nostro obiettivo è far ascoltare e far conoscere la nostra musica, ampliare la nostra fanbase e vedere sempre più persone ai nostri concerti. I singoli sono e saranno disponibili in distribuzione digitale mondiale su tutte le più importanti piattaforme di streaming (Spotify, Apple Music, Amazon Music, Youtube Music, Tidal, etc).

Seguiteci su Instagram, Youtube e Facebook per essere sempre aggiornati e tenete d’occhio le copertine (disegnate da Aeternum TPNG): saranno tutte unite da un filo conduttore.

 

Come lavorate con Black Dog Booking and Management per i live?

Paul: Black Dog Booking and Management è l’agenzia a cui ci affidiamo dal 2020 per l’organizzazione dei concerti. Solitamente cerchiamo ogni anno di coprire i principali live club di Milano e dell’hinterland. L’obiettivo è ampliare il raggio d’azione portando la nostra musica fuori dalla regione.

 

Descrivete la vostra musica con tre aggettivi:

Enrico: Potente: secondo noi il Rock deve essere ad alto volume. Ci piace la musica suonata realmente, ci piace usare amplificatori valvolari, avere un sound compatto e d’impatto (ogni tanto usiamo anche il digitale ma non ditelo a nessuno).

Riff-based: tutte le band a cui ci ispiriamo scrivono canzoni che contengono riff memorabili e accattivanti. Nelle nostre composizioni sono quasi sempre presenti riff orecchiabili e riconoscibili.

Melodica e atmosferica: amiamo inserire dinamica nei brani, per catturare ed emozionare l’ascoltatore. La componente melodica è importante tanto quanto l’impatto del nostro sound.

Al momento la nostra musica è caratterizzata in questo modo, ma siamo quattro elementi piuttosto poliedrici, chissà cosa ci riserva il domani!

 

Da quali band del passato e del presente prendete ispirazione?

Paul: Il nostro sound guarda alla strada tracciata delle band di Seattle, in primis Alice in Chains e Soundgarden e in generale alla proposta musicale anni ‘90/00. A Seattle si ispiravano a gruppi come Black Sabbath, che noi adoriamo e sono oggetto continua di analisi da parte nostra. In un certo senso, ci abbeveriamo alla stessa fonte. La nostra proposta evolve e attualizza queste influenze, incorporando elementi moderni vicini all’Alternative Rock e Metal, come per esempio Audioslave, Mastodon, Alter Bridge, Tool, Katatonia, Gojira, Black Stone Cherry, Monster Truck. Ognuno di noi è un grande fan e ascoltatore compulsivo di musica, quindi può capitare di prendere ispirazione dai Beatles agli Emperor, passando per gli Iron Maiden.

 

Come sono andate le registrazioni al Magnitude Recording Studio di Seregno?

Paul: Benissimo! Ci siamo affidati alla professionalità e alla competenza di Matteo Magni (proprietario del Magnitude Studio) perchè sapevamo che sarebbe stata la persona giusta per poter valorizzare e rendere al meglio il nostro sound. Matteo ci ha guidato in un interessante percorso di ricerca, scelta sonora e registrazione che possa rispecchiare in tutto e per tutto quello che siamo attualmente.

 

Un episodio divertente accaduto durante qualche live?

Enrico: Prima di un live chiesi le chiavi della macchina di Paul per prendere una maglietta; al termine dell’esibizione le chiavi non si trovavano più. Poco dopo abbiamo scoperto che le avevo dimenticate nella serratura della macchina.

Paul: Quindi la mia macchina è rimasta parcheggiata tutta la serata nel parcheggio, con le chiavi in bella vista! Ci sono altri aneddoti divertenti; ricordo un live dell’anno scorso, in un locale all’aperto. Il volume era talmente alto che a un certo punto una cameriera venne sotto la mia postazione del palco per chiedermi di abbassare il volume. Gentilmente la rimandai dal fonico. Probabilmente pensava avessi una mega-manopola per regolare il volume dell’impianto.

 

Il palco dove vorreste davvero suonare?

Paul: Il sogno sarebbe poter partecipare a qualche festival. Restando più con i piedi per terra, non ci dispiacerebbe ampliare le venue in cui ci esibiamo, in termini di grandezza e prestigio.

Maurizio: Va bene tutto purché venga garantito un pasto caldo.

 

Prossimi live in programma?

Paul: Abbiamo terminato l’anno con un’ultima data al Rock ‘n’ Roll Milano, il 23 dicembre. Siamo in pausa natalizia e attendiamo a breve lo scheduling per i mesi di Gennaio, Febbraio e Marzo: seguiteci sui social media per non perdervi gli ultimi update!

 

Prossimi concerti a cui vorreste assistere?

Enrico: 3 febbraio: Katatonia, non vedo l'ora! Mi piacerebbe vedere i Ghost che non ho mai avuto il piacere di ascoltare dal vivo.

Paul: Nel 2023 mi piacerebbe vedere dal vivo i Dirty Honey e i Rival Sons, due band che adoro!

Maurizio: Mi piace andare ai concerti non tanto per l’artista, ma più per stare insieme ai miei amici e persone care. Detto ciò, nel 2023 non vedo l’ora di sentire i Blur e i Pinguini Tattici Nucleari.

Giacomo: Ho già i biglietti per i concerti dei Depeche Mode e di Florence and the Machine, oltre a quelli del concerto di Ozzy, se mai verrà!

 

 

Componenti

Enrico Cappelletti - voci

Paul Basilico - chitarre

Maurizio Cambianica - basso

Giacomo Cocetta  - batteria

 

 

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