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MAKING MOVIESAL CINEMA
Elio
Adrian Molina, Domee Shi, Madeline Sharafian
2025  (Disney +)
FANTASCIENZA ANIMAZIONE
7/10
all MAKING MOVIES
03/11/2025
Adrian Molina, Domee Shi, Madeline Sharafian
Elio
Elio unisce buoni sentimenti a temi sentiti e universali, riuscendo a parlare a grandi e piccini con empatia. Un film non perfetto, ma capace di farsi portavoce di quel sentimento di solitudine che nasce dal sentirsi poco capiti o non apprezzati nel luogo che dovrebbe essere per tutti un rifugio: casa, famiglia, affetti.

Il problema – se di problema si vuol parlare – della Pixar più recente è legato alla fatica che si fa a trovare nelle opere della casa di produzione californiana quella spinta verso l’innovazione e quell’ambizione a superarsi che, fino a qualche anno fa, sembravano parte integrante del suo DNA creativo. È probabile che questi siano alcuni dei motivi che hanno contribuito a decretare l’insuccesso commerciale di Elio, l’ultimo film targato Pixar, un destino poco lieto che tutto sommato il film non meritava.

È pur vero che, sia sul versante grafico, sia su quello narrativo, Elio non presenta spinte rivoluzionarie né grandi passi avanti (o anche solo laterali) nel discorso che Pixar e anche Disney portano avanti ormai da diverso tempo; ciò nonostante rimane una narrazione piena di spunti e tematiche interessanti, soprattutto per i giovani in via di formazione, espressa con la solita perizia ed eleganza alla quale la casa della lampada ci ha sì abituati, ma che a ogni modo continua a essere garanzia per prodotti quantomeno validi.

In questo, Elio non fa eccezione: il film unisce buoni sentimenti a temi sentiti e universali (in questo caso è proprio il caso di dirlo), che non mancheranno di muovere nel pubblico empatia verso i piccoli protagonisti e momenti di commozione non rari in film di questo genere.

 

Elio Solis è un ragazzino che ha perso entrambi i genitori in un incidente, ora vive con la zia Olga, una ricercatrice che lavora a un progetto spaziale che ha lo scopo di monitorare i detriti vaganti presenti nello spazio. Elio soffre di solitudine, sente la mancanza dei genitori ed è convinto che la zia lo veda come un peso (cosa non vera) e un ostacolo alla sua carriera in campo aerospaziale.

Il ragazzino è affascinato dallo spazio e dalla possibilità che lassù ci sia  vita extraterrestre; con mezzi di fortuna cerca in tutti i modi di comunicare con altre civiltà nel tentativo di farsi rapire dagli alieni e vivere una vita diversa da quella sulla Terra, una vita da orfano con pochi amici e quasi nessun legame. Per una combinazione di eventi il suo messaggio viene davvero intercettato da alcune forme di vita aliena: il Comuniverso, un consesso di civiltà aliene che scambiano Elio per il leader della Terra e lo invitano a far parte della loro organizzazione pacifica intergalattica.

Elio vede il suo sogno avverarsi, è affascinato dal Comuniverso e vorrebbe restare; c’è però un altro candidato a far parte del Comuniverso, il più aggressivo e riottoso Lord Grigon. I membri del Comuniverso, spaventati da Grigon, daranno la possibilità a Elio di trattare con l’alieno guerrafondaio; Elio però è solo un bambino e presto farà amicizia con il figlio di Grigon, il vermiforme e tenerissimo Glordon, un giovane pacifico che non ha nessuna intenzione di diventare una macchina da guerra come la sua cultura impone.

 

Dato per assodato come in casa Pixar comunque si facciano sempre le cose per bene, pur non presentando elementi di grande innovazione, Elio si dimostra un film capace di farsi portavoce di un disagio che molti custodiscono gelosamente nel proprio animo senza mai esternarlo (o facendolo con gran fatica), ovvero quel senso greve di solitudine che nasce dal sentirsi poco capiti o non apprezzati nel luogo che dovrebbe essere per tutti un rifugio: casa, famiglia, affetti.

In Elio tutto muove da una perdita profonda, irreparabile; quello tra i due Solis rimasti è un rapporto d’amore incompreso, un rapporto difficile dove l’incomunicabilità porta a credenze erronee, tanto da scatenare un fuga e attenzioni rivolte all’esterno dove spesso è facile trovare nuovi stimoli e maggior comprensione. Pur non toccando vette viste in passato in casa Pixar, Elio sa toccare le corde giuste muovendosi all’interno di una narrazione sempre piacevole e comprensibile anche dai più piccoli.

Si prosegue su quella rotta “intimista” che non mette più al centro della storia la contrapposizione buono/cattivo (in fondo qui nemmeno Lord Grigon è malvagio, anzi) quanto piuttosto le relazioni, decisamente più complicate da dirimere, tra amici, familiari, consanguinei, etc…

Altro punto a favore del film è la scelta di non riproporre personaggi già visti, come accaduto con molti sequel recenti, andando così ad ampliare, con la fantascienza per giunta, un immaginario che si spera possa anche in futuro proporre cose nuove, magari con la speranza che qualcuna di queste si riveli anche (ancora una volta) innovativa.