Non si fa che parlare dell'ELP, l'Esercito di Liberazione del Pianeta. Il vicequestore Rocco Schiavone guarda con simpatia mista al solito scetticismo ai gesti clamorosi di questi disobbedienti che liberano eserciti di animali d'allevamento in autostrada. Semmai è incuriosito dal loro segno di riconoscimento che si diffonde come un contagio tra ragazze e ragazzi. La vera violenza sta però da un'altra parte e quando Rocco viene a sapere di una signora picchiata dal marito non si trattiene, «come una belva sfoga la sua rabbia incontenibile»: «un buon suggerimento» per comportamenti futuri. Solo che lo stesso uomo l'indomani viene trovato ucciso con un colpo di pistola alla fronte. Uno strano assassinio, su cui Schiavone deve aprire un'inchiesta da subito contorta da fatti personali (comici e tragici). Per quanto fortuna voglia che facciano squadra clandestinamente anche i vecchi amici senza tetto né legge di Trastevere, Brizio e Furio, che corrispondono al suo naturale sentimento contro il potere. Nel caso è implicata una società che sembra una pura copertura. Ma dietro questa copertura, qualcosa stride e fa attrito fino a bloccare completamente Rocco sull'orlo della soluzione del caso. Intanto crescono in aggressività gli atti dell'ELP fino a un attentato che provoca la morte di un imprenditore di una fabbrica di pellami.
E’ sempre una gioia riabbracciare il burbero vicequestore Rocco Schiavone e quella “famiglia allargata” di personaggi che il lettore ha imparato a conoscere, romanzo dopo romanzo, e che hanno assunto veri e propri connotati fisici grazie all’ottima serie tv che è stata tratta dai romanzi di Antonio Manzini.
ELP (niente a che vedere con la rock band degli Emerson Lake & Palmer) è l’ennesimo, coinvolgente capitolo di una saga che i fan, e sono molti, vorrebbero continuasse all’infinito. In scena, due diversi crimini e, quindi, due diverse indagini: la prima, ha per oggetto un brutale omicidio legato alla malavita organizzata e al traffico di droga; la seconda, invece, l’attentato a un imprenditore del settore pellami, che sembra essere stato presa di mira dalla sedicente organizzazione eco terrorista denominata ELP, Esercito Di Liberazione del Pianeta.
Senza nulla anticipare sullo svolgimento della trama, questo nuovo romanzo, come di consueto, è coinvolgenrte e ricco di colpe di scena, e il taglio poliziesco della vicenda non deluderà chi è appassionato del genere giallo e ama il lento, ma inesorabile percorso, che porterà Schiavone alla scoperta dei colpevoli.
Come si sa, però, il thriller è solo uno dei tanti elementi che rende così unici i romanzi di Manzini. In ELP, troviamo uno Schiavone sempre più arrabbiato, malinconico e deluso dalla vita, in bilico fra l’essere risucchiato dalla depressione e animato da quella lucida perseveranza che lo porta, sempre camminando sul sottile confine che separa ciò che è giusto da ciò che è legale, a inseguire con decisione la sua idea di giustizia. E come sempre, diviene centrale l’ingarbugliata e contraddittoria umanità del vicequestore, fonte di tanti tormenti, certo, ma anche carburante nobile che lo porta a schierarsi, senza compromessi, dalla parte degli ultimi e degli offesi.
Anche in questo nuovo romanzo, Manzini, come in passato, rende la complessità del suo personaggio attraverso posizioni politiche, solide e cristalline, come quelle di chi sa per certo da che parte della barricata posizionarsi: a fianco dei giovani ecologisti che, seppur in modo poco convenzionale (ma d’altra parte cosa c’è di convenzionale in Schiavone?), lottano per dare un futuro al pianeta, e contro il sistema del potere, gli intrallazzi, l’ipocrisia e i biechi calcoli rappresentati da quelle istituzioni che, agiscono nell’ombra, sulla base di un freddo calcolo politico, con disprezzo dell’etica e della giustizia.
Intorno a Schiavone, poi, come accennato all’inizio, ruotano i consueti personaggi, che il lettore ha imparato a conoscere e amare: troveremo il tragicomico D’Intino alle prese con una vecchia fiamma, Antonio preoccupato per i problemi economici del fratello, a cui i vecchi amici di Schiavone, Brizio e Furio, daranno un decisivo aiuto, Caterina che, seppur intenzionata a sposarsi, continua a essere attratta da Rocco, e tutti quegli indimenticabili comprimari che animo le pagine di Manzini.
ELP, come per i romanzi che l’hanno preceduto, si offre come una lettura piacevole e solo apparentemente leggera (sono numerosi gli spunti di riflessione che si trovano fra le pieghe della narrazione), che farà la felicità dei fan della prima ora e che ha tutte le carte in regola per entusiasmare eventuali neofiti.
Ora, c’è solo da aspettare le decisioni della Rai, e capire se questo nuovo, si fa per dire, governo, darà l’ok per mandare in onda la sesta stagione di quella che è, senza ombra di dubbio, la miglior serie televisiva nazionale da tempo immemore. Un’attesa snervante, che si guadagna la posizione fra le rotture di coglioni del decimo livello.