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REVIEWSLE RECENSIONI
Emotional Garbage
Oblomov
2019  (Oneiric Productions)
EXPERIMENTAL/AVANT-GARDE ELETTRONICA ROCK
7/10
all REVIEWS
15/02/2019
Oblomov
Emotional Garbage
Apatia indolente, poesia primordiale post-moderna, sintetizzatori, psichedelìa e surrealismo. Esiste una musica che comprenda tutto questo? Sì, è italo-russa e si chiama Oblomov.

Se vi chiedessi cosa significa “Oblomov”, così su due piedi, scommetto che solo una sparutissima minoranza saprebbe darmi una risposta che non sia un confuso borbottio. Nel caso vi riconosciate nella maggioranza, potreste allora rimanere stupiti dal fatto che posso fornirvi ben tre significati, dietro ai quali si nascondono altrettanti concetti: ognuno distinto e ognuno interrelato con l’altro, ognuno parte fondamentale del significato complessivo.

Il primo significato è quello che trovereste se lo cercaste in internet: “Oblomov” è un romanzo dello scrittore russo Ivan Aleksandrovi? Gon?arov, pubblicato nel 1859. Racconta di tale Il'ja Il'i? Oblómov, un uomo che vive di illuminata e spensierata pigrizia, giacendo nel disordine e prevalentemente su un divano, circondato da poche persone, tra le quali spicca il suo fedele, pigro e riottoso servitore Zachar, senza il quale non potrebbe nemmeno indossare le scarpe.

Il secondo è il concetto stesso di “Oblomovismo”, definibile come un atteggiamento di apatica e fatalistica indolenza, un torpore esistenziale.

Il terzo è che “Oblomov” è il nome del duo italo-russo protagonista di questo pezzo. I due si chiamano Ilja Ilic (voce) e Zachar Trofimov (basso e chitarre), musicisti russi stabilitisi dal 2015 a Bologna grazie ad una collaborazione con il pittore calabro Adriano Fida (neo-figurativista post-moderno, innamorato della Magna Grecia quanto della divina umanità del quotidiano, vincitore del premio Art Expo 2015). Compongono con tempi e modi oblomovistici, ispirati dai quadri del maestro Fida, ed eseguono i loro live seduti su un divano, tra stranezze e oggettistica vintage, ricreando il surreale salotto di casa Oblomov, comprensivo di un televisore del ’56 riassemblato per trasmettere continuamente video e suoni che si uniscono alla musica live, creati dal videomaker Flavio Sciolè. Che poi, più che un semplice video-maker, è in realtà un anti-artista italo-croato che agisce da anni nella ricerca anti-teatrale, nella sperimentazione anti-cinematografica e nella performance estrema, votato alla decostruzione artistica di qualunque arte classica, amante degli atti di deframmentazione e distruzione e iconoclasta per vocazione.

La musica stessa del duo è di difficile definizione. Sperimentale, contrastante, atmosferica, post-rock, elettronica, onirica e quasi lisergica. Così surreale da essere al contempo intima e universale, irrazionale e profondamente artistica. La dimensione live è parte integrante di quella che può essere identificata prevalentemente come un’esperienza personale, come quella che viene spesso offerta durante le mostre di Fida, in cui davanti a determinati dipinti vengono fornite cuffie che riproducono i brani che gli Oblomov hanno creato ispirati dalle sue opere.

Opera è infatti anche il disco stesso, disponibile in edizione limitata in sole 500 copie, in cui il cd è incastonato in una cornice da appendere al muro come un vero quadro. L’artwork dell’intero disco e il relativo booklet (contenente tutti i bellissimi testi) sono infatti firmati da Alessandro Sicioldr, pittore e illustratore perugino noto per le sue produzioni oniriche, frutto delle visioni nate dallo studio di arte, psicologia, mitologia, filosofia, letteratura e scienza.

L’etichetta stessa che ha prodotto il disco, l’Oneiric Productions, è un’entità più simile ad una factory che ad una label, nata con l’obiettivo di far incontrare e sviluppare diverse forme d’arte per farle evolvere in qualcosa di nuovo. Una somma che sia superiore al valore delle singole parti.

34 minuti per 10 tracce da ascoltare ad occhi chiusi o guardando il cielo notturno, perdendosi in trance osservando il nulla o scrutando i violenti e poetici segni che ogni persona porta sulla sua pelle e nello sguardo. O, magari, Emotional Garbage è da ascoltare a luci spente, cercando su internet i quadri di Adriano Fida e perdendosi nella surreale concretezza del suo pennello, per poi avere la curiosità di andare a recuperare i testi dalle foto del libretto che circolano in rete, e perdendosi nuovamente tra le parole degli Oblomov e i disegni di Sicioldr, incerti su quale dei propri sensi trasmetta le sensazioni più inquietanti e provando nel contempo un piacere subliminale e primordiale.