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REVIEWSLE RECENSIONI
25/11/2021
Davide Amati
Ep#1
Un Ep di una bellezza sfolgorante che allarga lo spettro del songwriting di Davide Amati e ne mette in luce le grandi potenzialità. Il futuro del Pop Italiano passa anche da qui.

Probabilmente l'It Pop, per quanto abbia dato frutti interessanti, sarà destinato ad essere ricordato come una parentesi, una fase ben specifica all'interno del vasto sistema della musica italiana. A rimanere, incurante di mode e cambiamenti vari, sarà sempre la tradizione cantautorale da cui, nel bene e nel male, rimaniamo dipendenti.

Davide Amati, classe 1998, nato a Roma ma al momento residente tra Santarcangelo e Bologna, ha una passione di lunga data per il Jazz e il Blues, ma nel momento di cominciare la carriera solista il riferimento a cantautori come Dalla e Battisti (quest’ultimo in particolare), non ha potuto non emergere con una certa evidenza, configurando dunque la sua proposta all'interno di quel Pop “colto”, raffinato e multidimensionale che nell'ultimo periodo sembra tornato maggiormente in auge, anche sulla scia del successo di nomi come Fulminacci o Lucio Corsi (ma anche il fatto che uno come come Chiello, che viene dalla Trap, abbia fatto il disco solista che ha fatto, a mio parere è particolarmente eloquente).

Ep#1 potrebbe essere l’ultimo passo prima del vero e proprio disco d'esordio ma è comunque già di per sé un inizio consistente. Arrivato dopo quattro singoli usciti tra il novembre 2020 e il marzo 2021, questo lavoro ha il grande merito di allargare lo spettro del songwriting di Davide Amati e di metterne nuovamente in luce le grandi potenzialità.

Ci eravamo già resi conto che avesse la stoffa, soprattutto gli ultimi due brani pubblicati, “Se te ne vai” e “Lenzuola” ci avevano impressionato per la freschezza e la forza melodica, ma qui si va decisamente oltre.

La produzione e il missaggio sono di Fabio Grande e già questo è un notevole punto di forza. Poi c’è la scelta particolare di impreziosire ciascuno dei quattro brani con altrettanti featuring, affidati ad artisti molto diversi tra loro, cosa che garantisce una notevole varietà stilistica, inusuale per un lavoro così breve ma per nulla penalizzante.

L'iniziale “Goodbye”, con la partecipazione di Cimini, è probabilmente quella dal maggiore appeal commerciale, dodata com'è di una strofa a ritmo sostenuto con batteria elettronica e Synth in bella evidenza e di un ritornello che fa esplodere il brano in maniera irresistibile. “Aspirapolvere” è scritta assieme all'amico Gregorio Sanchez, è incentrata sulla chitarra acustica e flirta simpaticamente con l'It Pop, grazie ad un refrain che richiama piuttosto da vicino il marchio di fabbrica di Gazzelle.

“I Santi” inaugura un sodalizio con Niccolò Carnesi che, se questo è il frutto, ci auguriamo davvero possa proseguire in qualche modo: brano splendido, che le due voci interpretano in maniera differente e compenetrandosi alla perfezione, un tiro magnifico e ancora una volta un ritornello dalla potenza devastante.

In chiusura arriva “Specchio”, firmata assieme all'amico di sempre Matteo Alieno; impronta chitarristica e vagamente Sixties, atmosfere battistiane e una curiosa alternanza tra una strofa ritmata ed un break centrale arpeggiato, con un finale lento e rumoroso. Un episodio musicalmente più ricercato, che lascia intravedere interessanti sviluppi per il futuro.

Quattro pezzi, 13 minuti appena. Questo Ep è di una bellezza sfolgorante e, ci possiamo scommettere sopra senza problemi, lancerà Davide Amati come uno dei nomi più promettenti del futuro Pop italiano.