In Epidemic il suono è ancora più fosco, più carico di emozioni e di riflessi psichici, rispetto al lavoro precedente (Cruel Tales, 2017); la forza propulsiva del basso, dei synth acidi e la spazialità della batteria costituiscono il fondo su cui si appoggia una devastante bolgia garage. L'album vuole essere una dedica alla bellezza con cui si propaga la musica nel mondo, una dolce epidemia, con cui ci si contagia a vicenda per avvicinare i popoli, per far crescere i movimenti. Alcuni brani delineano un'elettronica contaminata dal punk, dal rock, altri hanno una struttura ritmica di matrice funk, mentre i testi sono dei labirinti a libera interpretazione.
Drum machines martellanti, sintetizzatori acidi, basso distorto, chitarre fuzz dissonanti, noise lisergico: sono i composti della formula Unruly Girls, il moniker che fa capo al duo di Benevento, Luigi Limongelli, la cui partecipazione riguarda solo la fase di composizione e produzione, e Luca Zotti (Humbert Alison) che oltre a comporre e produrre, porta il progetto in giro in una performance one man band. Dalle opere del progetto trasuda un facinoroso e sferzante misto di industrial, garage ed un furioso, acido electropunk in contrasto con una sottile sensibilità pop, creando un sound vulnerabile, sporco, sognante. L'album d'esordio "Cruel Tales", (2017) registrato e mixato in casa propria, è stato definito dalla critica come un esordio di assoluto valore.
Il nome, una simpatica ed ambigua etichettatura, trova ispirazione nel brano degli Smiths "Barbarism Begins at Home" , in cui Morrissey canta :, "Unruly boys who will not grow up must be taken in hand, Unruly Girls who will not settle down they must be taken in hand".
13) We Go And Goods Remain