Eternals arricchisce il Marvel Cinematic Universe con alcune conferme ma anche con qualcosa di nuovo. Le due principali conferme sono la volontà in casa Disney, lo ribadiamo pochi giorni dopo aver parlato di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli, di perseguire a tutti i costi un progetto di inclusività, di razze, di genere, di colori (anche di specie viene da dire in questo caso conoscendo il fumetto originario), in modo da accontentare proprio tutti. Si prendono quindi i personaggi creati da Jack Kirby nel 1976 e si aumentano le quote rosa eliminando la preponderanza di uomini bianchi in favore di altre scelte, così il velocista Makkari diviene una donna di colore, anche Ajak, uno dei pochi Eterni in grado di comunicare con i Celestiali, nella fattispecie con il rosso Arishem, diventa donna (e che donna!), Sersi guadagna tratti asiatici e così discorrendo. Per questo tipo di operazione Eternals è proprio il film adatto, i protagonisti sono molti, dieci i personaggi principali, nell'immaginario collettivo sono praticamente sconosciuti se non per i Marvel zombies (e forse anche tra qualcuno di loro...) quindi le modifiche fatte ai personaggi originali filano lisce senza colpo ferire e risultano più che indovinate, che poi nel cambiare qualche caratterizzazione non c'è nulla di male, ma uno Steve Rogers ad esempio, che so io... maori, non lo potrei sopportare, un'icona deve rimanere riconoscibile, qui invece si può giocare in piena libertà. La seconda conferma è, purtroppo, quella sensazione di stanchezza dovuta alla sovraesposizione del genere, con Eternals si fanno dei passi avanti nella diversificazione del prodotto, e questo è bene, la scelta di una regista come Chloé Zhao è stata indubbiamente corretta in quest'ottica, purtroppo il film non è completamente riuscito, patisce dei momenti di stanca nella parte centrale e comunque è imbrigliato da dettami Marvel/Disney che non consentono più di tanta libertà nonostante proprio qui siano arrivate la prima scena di sesso (castissimo) tra due eroi e un protagonista apertamente omosessuale (Phastos).
Tra le novità la più rilevante è lo scarto dalla figura dell'eroe o supereroe classico, qui si crea una vera e propria mitologia, gli stessi Eterni sono ispirati in qualche modo agli dei greci, non per nulla anche tutta la narrazione supereroica viene considerata un po' la nuova epica. Abbiamo questa razza aliena proveniente dal pianeta Olimpia (guardacaso), gli Eterni appunto, inviata sulla Terra da entità ancor più inconcepibili, i Celestiali, per proteggere la razza umana in via di sviluppo (siamo nel 5000 a.c. circa) dai Devianti, sorta di mostri a metà strada tra dinosauri e creature uscite dalla computer grafica (in originale erano dei mostriciattoli dalle sembianze umanoidi); il compito di questi dieci esseri potenziati che gli uomini dell'epoca vedono come veri e propri dei, è quello di non interferire mai negli eventi della razza umana, nemmeno nei più sanguinosi, ma semplicemente eliminare tutti i Devianti che minacciano l'uomo, compito che i dieci termineranno all'incirca all'epoca dei conquistadores per poi dividersi e mischiarsi tra gli uomini conducendo delle vite più o meno normali. È così che la bella Sersi (Gemma Chan) si innamorerà dell'umano Dane Withman (Kit Harington, i marvelliani già fremono) prima del ritorno, ai giorni nostri, dei Devianti e di Ikaris (Richard Madden), il più potente degli Eterni e vecchio amore di Sersi. I due, insieme alla giovane Sprite (giovane solo nel corpo, anche lei eterna), sconfitti i devianti dovranno riunire i dieci per far fronte a una minaccia dalle proporzioni ben più grandi che farà impallidire anche lo schiocco di dita di Thanos.
L'arrivo degli Eterni sulla Terra non si dimentica, la scena d'apertura di Zhao è già stata accostata all'incipit del 2001 di Kubrick, di forte impatto la comparsa dell'astronave Domo, le note di Time dei Pink Floyd fanno il resto. Peccato che per questi film, anche nella ricostruzione delle location (Babilonia ad esempio) non si possa fare a meno del digitale, perché nelle riprese sui luoghi reali la regista Chloé Zhao porta tutta la sua sensibilità per i panorami e per i paesaggi che abbiamo imparato ad amare guardando Nomadland, gli scenari sono centrali in Eternals, gli spazi sempre molto vasti, abitati con rispetto, non manca nemmeno l'apertura al discorso sul cambiamento climatico inserito ad hoc all'interno della narrazione, anche il rapporto tra l'uomo e la natura ritorna, nelle sequenze che vedono protagonista Druig (Barry Keoghan), il più irrequieto tra gli Eterni, e il popolo tra il quale si è ritirato a vita privata. Interessante la scelta di inserire un personaggio sordo, Makkari, che parla con il linguaggio dei segni interpretata dalla brava Lauren Ridloff di The Walking Dead e già in Sound of Metal, attrice realmente affetta da sordità, altro segnale forte di inclusività. Eternals si differenzia dalla gran parte degli altri cinecomics per una minore invasività delle scene d'azione e anche un minor ricorso alla battuta pronta, c'è il tentativo di sviare un poco il prodotto dai binari consolidati, scelta apprezzabile ben condotta dalla regista sino-americana, a parere di chi scrive è ciò di cui c'è bisogno affinché la produzione (troppo) vasta di cinecomics non finisca per sfiancare anche i più irriducibili aficionados, purtroppo, complice anche un minutaggio importante, il film accusa qualche momento in cui un po' di stanchezza fa capolino. Sul finale, sui titoli di coda, la prima comparsa nel MCU di Harry Styles, cantante degli ex One Direction, e qualche purtroppo scarna informazione in più sul mitico Dane Withman...
Eternals imbocca un sentiero che è a questo punto doveroso provare a percorrere, non centra proprio il bersaglio ma nemmeno lo manca del tutto, ora ci vuole solo coraggio, gli incassi ci sono e quindi ulteriori tentativi per creare film diversi e migliori si possono fare, i film Marvel sono mediamente dei bei prodotti e spesso confezionati in maniera ottima, pensiamo però che ogni tanto si può realizzare un Logan, un Batman di Nolan, un Joker...