“Poi un giorno mi sono ritrovata senza una mappa o una bussola o a essere sincera senza qualcuno che potesse darmi un cazzo di buon consiglio. E so che può sembrare triste, ma indovinate un po’, non ho creato io questo sistema né l’ho mandato io a puttane.”
Rue sa benissimo come è finita in questo casino, ma non sa come uscirne, né vuole farlo se è per questo.
Appena uscita dalla rehab, non ha nessuna intenzione di restare pulita. La sensazione che cerca, e che solo le droghe riescono a darle, la mette al riparo da ciò che ha nella sua testa.
Cerca il silenzio, nella sua testa incasinata, incapace di gestire i mille stimoli di un mondo che cambia continuamente. Un mondo diverso da quello che la mia generazione ha conosciuto: un mondo che va 200 all’ora spingendo costantemente sull’acceleratore tra la scuola, i genitori e l’inadeguatezza sociale e fisica imposta dai social media. Solo l’incontro con Jules, la nuova arrivata, bella, folle e coraggiosa, la scuote dalla sua letargica quotidianità e le instilla una nuova consapevolezza: vuole vivere.
Ma Euphoria non è solo un viaggio nella testa di Rue, che resta comunque voce narrante non solo della sua storia ma di quelle dei personaggi che la circondano.
C’è Jules, giovane trans; la più centrata tra tutti, quella che nonostante i suoi 16 anni sa già chi è e cosa è meglio per lei.
C’è Nate, il bellissimo capitano della squadra di football, violento e con un terribile segreto che non riesce a confessare nemmeno a sé stesso.
C’è Maddy, la fidanzata di Nate, bellissima e disinibita. Crede che il sesso sia un’arma e vive una relazione tossica con Nate.
C’è Cassie, bella e dolcissima. non riesce a stare da sola e si fida troppo degli altri.
C’è McKay, brillante studente al primo anno di università. Insicuro, è innamorato di Cassie, ma non sopporta ciò che si dice in giro su di lei.
C’è Kat, ragazza robusta che cerca di nascondere la sua fragilità ostentando sicurezza ed esplorando la sua sessualità senza lasciarsi influenzare dai canoni e dai giudizi dei suoi coetanei.
Euphoria dà voce ad una generazione condannata, persa tra le aspettative dei genitori e l’uniformarsi agli altri per sentirsi accettati e amati. Perché alla fine Rue, Nate, Kat…tutti cercano la stessa cosa: l’amore. L’amore per sé stessi, l’accettazione, la consapevolezza di sé. L’amore degli altri, viziato dalle aspettative e dall’egoismo.
Ispirata all’omonima serie israeliana, Euphoria è una serie in 8 episodi creata da Sam Levinson (figlio di Barry Levinson), sceneggiatore e regista, per HBO. Visivamente stupenda, con una fotografia fortemente influenzata da un’estetica spinta all’eccesso, tra neon e utilizzo della luce come spettro emotivo dei personaggi. Euphoria è difficile da guardare, spesso è un pugno dritto allo stomaco, che toglie il fiato e spinge a distogliere lo sguardo. E’ dura, la realtà che ci racconta, spesso priva del minimo spiraglio di luce, senza speranza. E’ il racconto senza filtri di una generazione che cresce esposta e senza alcuna difesa: vittima e carnefice sui social media, la cui educazione sessuale è affidata a youporn.
L’interpretazione di Zendaya, nata su Disney Channel e che ricorderete probabilmente per la parte di MJ nel nuovo Spiderman, incredibilmente profonda e straziante, è in odore di Golden Globe. Ma l’intero ensamble di giovani attori, alcuni alla prima esperienza, offre una performance incredibile. Tra tutti sicuramente Jacob Elordi, nella parte di Nate Jacobs, che restituisce all’odioso e violento Nate un’umanità e una fragilità che ti colpiscono inaspettatamente, in piena faccia, quando pensavi di poter provare solo odio per un personaggio così ferocemente malato e spietato.
La serie ha ricevuto il plauso della critica, ma il Parents Television Council ne ha condannato aspramente la rappresentazione esplicita e senza filtri, tra cui le diverse scene di nudo integrale e lo stupro di uno dei personaggi, tacciando la serie di essere un pericolo per gli adolescenti.
Euphoria parla degli adolescenti, ma è decisamente un prodotto per adulti, sempre che abbiano il coraggio di guardare questo scorcio di dura realtà senza distogliere lo sguardo e smettendo di nascondersi dietro la convinzione che quello che vedono sia lontano anni luce da loro, anagraficamente e geograficamente.
Se ancora non vi avessi dato sufficienti motivi per guardare Euphoria (la trovate su Sky, interamente disponibile su On Demand), alla scrittura, la fotografia e le interpretazioni per le quali si qualifica come serie dell’anno, si affiancano una soundtrack originale e ipnotica interamente scritta da Labrinth, insieme a pezzi di Billie Eilish, Lizzo, Beyonce, Arcade Fire e Drake, che figura anche come produttore esecutivo della serie.
E poi c’è Fezco, lo spacciatore dal cuore d’oro, che vuole bene a Rue come un fratello e che ci regala un personaggio complesso e contraddittorio le cui scene con Rue sono tra le più belle e significative della serie.
Fezco stranamente, nonostante sia colui che rifornisce Rue di quelle sostanze che la allontanano dalla realtà, rappresenta poi quella bussola morale, quel Virgilio che Rue tanto cerca nel suo personale inferno dantesco.
“Davvero Rue ho visto molte persone morire, nessuna era come te. Non ho idea di che cazzo di casini tu abbia in testa e non so come aiutarti, ma posso dirti una cosa: questa merda non è la risposta”