La storia di questo disco è inseparabile da “Tutto brucia”, l’opera teatrale realizzata dai Motus, in scena a Roma dal 9 al 23 settembre. Si parte dalle “Troiane” di Euripide attraverso la rivisitazione che ne fece Sartre, per costruire un dramma che mette al centro la perdita, la violenza, lo sradicamento dalla propria terra, l’orrore della guerra. Francesca Morello, in arte R.Y.F., ne ha composto le musiche ed è parte integrante della rappresentazione, eseguendo dal vivo le canzoni e interagendo in alcuni momenti con le attrici, esattamente come accadeva con il coro dell’antica tragedia greca.
Il suo terzo disco ha preso le mosse da qui perché, quando la Bronson, storica etichetta con base a Ravenna, l’ha contattata per proporle la possibilità di pubblicare nuovo materiale, ha deciso di partire da qui.
Everything Burns traduce in inglese il titolo dello spettacolo ed incorpora nella scaletta alcuni brani che, in forma diversa, sono stati utilizzati per accompagnare l’azione.
Il senso di disagio che si avverte durante la visione è confluito in parte anche nel disco, che ne riprende i temi allargando il raggio d’azione anche alle discriminazioni di genere e ai temi legati all’identità sessuale.
Il risultato è un album che mischia Post Punk, No Wave, elettronica, nonché una certa attitudine Gothic e Industrial, per un insieme di canzoni di grande impatto, che presenta anche una certa varietà interna.
La parte iniziale è probabilmente quella che funziona meglio, con la bordata iniziale di “Cassandra”, versione molto più cupa e carica di quella presente nello spettacolo, uso disinvolto dei Sample e della Drum Machine, per costruire un assalto frontale che molto deve a certe cose di Soft Moon. “Normal is Boring” (un brano che sintetizza molto bene la filosofia che sta dietro al disco) e “Don’t Panic” si muovono sulla stessa falsariga e contribuiscono a creare una prima parte che calca terreni decisamente più scuri e rabbiosi, nonché più compromessi con l’elettronica, un linguaggio che Francesca ha sempre amato ma mai praticato all’interno della sua musica.
La title track, come spesso accade, è un po’ una summa dei principali elementi stilistici dell’album, è un episodio meno diretto ma sempre piuttosto tenebroso nelle atmosfere, echi di Nine Inch Nails qua e là ed una linea vocale più parlata che cantata, che affronta i temi del body shaming e delle discriminazioni.
La seconda parte è un po’ più varia: “My Sis” ha chitarre sporche ed un andamento a metà tra il Rock classico ed un disco della Sub Pop, “Muzik” e “Pocket Full of Ashes” (quest’ultima scritta per “Tutto brucia” di cui costituisce uno dei momenti centrali) sono due pseudo ballate eteree ed inquietanti, come se fossero sospese sull’orlo di un abisso e ci restituiscono il progetto R.Y.F. ai suoi primordi, quando era principalmente incentrato su composizioni chitarra e voce.
Con Everything Burns Francesca Morello realizza un’opera matura, che ha tutte le carte in regola per inserirsi nel mercato straniero e guardare a testa alta anche nomi più quotati. Ovviamente speriamo se ne accorgano anche dalle nostre parti.