L’avventura dei Miss Velvet & The Blue Wolf ha avuto una svolta decisiva quando l’ottetto newyorkese ha scelto l'iconico United Sound Studio di Detroit (che è stata la casa di leggende della musica come Earth, Wind & Fire, George Clinton - Parliament-Funkadelic, Red Hot Chili Peppers, Aretha Franklin, MC5, Death) per registrare il proprio album di debutto Bad Get Some (pubblicato il 27 ottobre 2017). Un esordio chiacchierato assai, che grazie a una miscela esplosiva di rock, funky e soul ottenne recensioni entusiastiche sia a livello internazionale che in patria, e valse alla band una certa notorietà anche in Europa, corroborata anche da parecchi live.
Poi, l’endorsement di George Clinton, che li volle nel ruolo di opener ai suoi concerti, portarono i Miss Velvet & The Blue Wolf dallo stato di promessa a quello di eccitantissima realtà. Un connubio quello fra il combo newyorkese e dr. Funkenstein, che oggi ha avuto il suo sbocco naturale in questo sophomore, dal titolo programmatico Feed The Wolf, in cui l’ex Funkadelic e Parliament compare in quattro brani. E non poteva esserci benedizione migliore a questa musica che vi travolgerà come uno tsunami.
Funk, rock, talvolta dagli accenti pesantemente hard, una spruzzata di soul e una di psichedelia per quella che, usando uno dei più abusati termini recensori, è una vera e propria miscela esplosiva. Si, perché questo disco lascia senza parole fin dal primo ascolto: potente, sanguigno, pervaso a tratti da un furore selvaggio e suonato da una band che spinge al massimo sull’acceleratore, senza mai abbassare, però, il tasso tecnico dell’esecuzione.
Un’irrequieta sezione ritmica (Nick Carbone alla batteria e James Jones al basso), il contrappunto scintillante degli ottoni (TJ Robinson e Dan Levine ai tromboni, Trevor Neumann alla tromba, a cui si aggiunge durante le performance live anche il trombettista JS Williams) i tappeti di tastiere e le spolverate di hammond di Constance Hauman, la chitarra dal tocco psichedelico di Henry Ott, col piede spesso pigiato pedale wah wah, sono la forza propulsiva grazie alla quale si dispiega la voce pazzesca di Miss Velvet.
E’ lei la vera protagonista delle otto canzoni in scaletta, su cui imperversa come una pantera bianca che canta e ringhia, selvaggia e sguaiata, ricordando inevitabilmente quella forza della natura che va sotto il nome di Betty Davis.
Il funk scalpitante di Super Bon, con i suoi strappi e le sue accelerazioni, apre le danze alla grande: impossibile non farsi travolgere dal groove o agitare il capo in un frenetico headbagging. Ed è solo l’inizio di una corsa a rotta di collo fra le vertigini in levare di Nasty Freak, le sportellate rock della concitata title track, i saliscendi vorticosi di Launch o l’incedere sensuale della caldissima Bitch Honey, che accelera furiosa nel finale, partendo da un incredibile assolo di hammond (incredibile perché vi verrà in mente Jon Lord dei Deep Purple).
Sigilla il disco Sweet Intoxication, il brano più morbido del lotto, sei minuti di funky soul che si srotola seducente fra le luci della notte, lasciandovi il desiderio di ricominciare ad ascoltare tutto da capo.