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REVIEWSLE RECENSIONI
18/04/2018
Blackberry Smoke
Find A Light
Find a Light è ordinaria amministrazione di una band che conosce a memoria lo spartito del southern rock ma che difetta del guizzo del campione, eccezion fatta per il suo capitano
di Alessandro Raggi

I Blackberry Smoke sono ormai una realtà nel panorama southern rock americano. Find a light è il loro sesto full-lenght e arriva a due anni di distanza dal precedente Like an arrow, un buon disco che conteneva tra l'altro una delle migliori canzoni della band, la trascinante title-track.

L’album in realtà non aggiunge molto a ciò che sapevamo della band di Charlie Starr. Il buon Charlie infatti resta il faro dei Blackberry Smoke, l'autore di tutti i brani (seppur alcuni in coabitazione con altri songwriter), il cantante, nonchè la chitarra più talentuosa delle due. Il problema è che la band oltre a Starr propone poco altro. Brandon Still alle tastiere è rilegato troppo dietro le quinte, l'altra chitarra di Paul Jackson fa il suo lavoro senza troppi alti e poi la sezione ritmica composta dai dei fratelli Turner, il tallone d'Achille della band. Come ormai da molti dischi avviene, infatti, è soprattutto la batteria di Brit Turner a non permettere ai Blackberry Smoke di fare il salto di qualità.

Le canzoni, come sempre, ci sarebbero anche. La ballad "Medicate my mind" ad esempio è costruita da manuale ed alterna ad una bella acustica iniziale un parte elettrica interessante. Il pop/rock di "Run away from it all" è un'apertura verso nuovi lidi, anche se nel ritornello la band si rifugia in territori più sicuri.

Quando Starr è ispirato, comunque, la band gira ed il talento soffia come il vento nelle vele. E' il caso della bucolica "I've got this song", una delle migliori prove country del quintetto e di "Let me down easy", che ospita la voce di Amanda Shires (moglie, tra l'altro, di Jason Isbell) in un duetto elegante. In generale, le proposte acustiche convincono e ci donano un Charlie Starr in grande spolvero, ormai leader indiscusso.

Per il resto è ordinaria amministrazione di una band che conosce a memoria lo spartito del southern rock ma che difetta del guizzo del campione, eccezion fatta per il suo capitano. La movimentata "Nobody gives a damn" ad esempio è un buon rock'n'roll, mentre poche novità si affacciano su canzoni quali "The crooked kind", segno che i Blackberry Smoke sono ad un bivio: restare nella nicchia oppure provare il grande salto.