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REVIEWSLE RECENSIONI
Gem Of The West
SENTRIES
2025  (Eau Claire Records)
INDIE ROCK EXPERIMENTAL/AVANT-GARDE ALTERNATIVE
7,5/10
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05/06/2025
SENTRIES
Gem Of The West
Gem Of The West, l'ultimo album a nome SENTRIES, stupisce l'ascoltatore con un sound esplosivo, in equilibrio tra la volontà di innovare e il rispetto per gli eroi musicali del recente passato.

Gem Of The West è il nuovo lavoro di SENTRIES, pseudonimo dietro al quale si cela l'eclettico musicista canadese Kim Elliot. Responsabile in toto di ogni singolo aspetto del progetto, Elliot compone, registra e produce in quella che è letteralmente la sua cameretta, andando ad incarnare fedelmente la filosofia do-it-yourself (and don't give a fuck, verrebbe da aggiungere) alla base del concetto di musica indipendente.

Elliot comincia a scrivere musica durante la pandemia, nel 2020, e il primo lavoro, AGONIZER, pubblicato nel 2023, fa in realtà parte del suo progetto finale per il college; per questo motivo i fan considerano come vero e proprio album d'esordio il successivo Snow As A Metaphor For Death del 2024.

Gem Of The West è un disco forse non adatto al circuito mainstream, in quanto la densità musicale che gli è propria esige ripetuti e minuziosi ascolti, ma non è nemmeno privo di spiragli accessibili dai quali possiamo intravedere le tante influenze che hanno guidato la mano dell' autore: un vero e proprio frullato di alternative rock anni '90 e 2000, industrial, indie, post punk, noise, metal, con una vaga vena prog e psichedelica a tenere insieme il tutto. Non mancano inoltre spunti originali, come la presenza in ogni pezzo di dettagli apparentemente "fuori posto", ritmicamente o melodicamente: piccole sequenze di note out o che quasi “galleggiano” sul tempo, contribuendo a rendere il lavoro interessante e fruibile su più livelli.

 

Il compito di aprire l'album spetta alla distopia sonora di "Code", in cui uno sghembo arpeggio di chitarra si miscela perfettamente con suoni meccanici da incubo, portando l'ascoltatore a identificarsi in un alienato Charlot futuristico alle prese con una catena di montaggio della Boston Dynamics; la voce si fa via via sempre più inquieta, fino alla spirale discendente di urla laceranti che chiudono il brano.

"Cowboy's Carcass" è una lunga cavalcata di quasi sette minuti, caratterizzata da un scintillante e ostinato combo di synth e chitarra su cui si staglia un cantato preso a piene mani da un' idea di indie rock molto popolare negli anni Zero, ma it's a trap!: l' atmosfera a metà brano si fa infatti claustrofobica, con distorsioni esagerate e cluster di note dissonanti a fare da contraltare a una linea di basso accattivante che ha il compito di riportare la carcassa del cowboy sul sentiero iniziale, per un finale luminoso come un tramonto nel Vecchio West. "Cowboy's Carcass" è un ottimo esempio di come le composizioni contenute in Gem Of The West siano quasi tutte il frutto di un minuzioso lavoro di stratificazione sonora, con i layer che vengono utilizzati come mattoni per costruire architetture musicali di inquietante efficacia.

 

Il successivo "I Can, And I Will" è forse il brano più musicalmente violento del disco, con suoni elettronici esasperati e un beat techno-hardcore a farla da padroni, mentre l'arpeggio di chitarra classica che accompagna la strofa di "Red Eye Removal" (impreziosito da un sorprendente feel bossa nova) va poi a schiudersi come un uovo di xenomorpho nel malinconico chorus della canzone, che diventa di qui in poi quasi un omaggio ai Radiohead per intenzione e sonorità: non una sorpresa, visto che il sound di Thom Yorke e soci aleggia in un modo o nell' altro su ogni composizione del nuovo lavoro firmato SENTRIES.

"Dungeon Crawler" è un breve strumentale electro-rock, parente non così lontano di alcuni episodi dei Muse del periodo Absolution, "Stockholm Syndrome" su tutti; "Charmed Houses" alterna invece momenti di relativa quiete ad altri in cui le bordate noise simulano perfettamente la sensazione di subire un'operazione al cervello da svegli, con una sezione ritmica quasi tribale a fare da collante.

 

"I Saw Someone Die In Sudbury, ON" è una ballad delicata e rarefatta come la rugiada sulle foglie in una mattinata autunnale; il ritornello è sostenuto dalle note da carillon del piano, che accompagna per mano l'ascoltatore nel crescendo fatto da pad angelici e da una batteria caotica sulla quale la voce - pesantemente filtrata, quasi fangosa - fatica a tenere il passo, per poi sfociare in un più rassicurante giro di chitarra acustica.

Il brano finale, "Nails", è forse il più radiofonico del disco: qui le dissonanze e i suoni estremi fanno il posto a una melodia catchy, sostenuta da una ritmica in ottavi che più indie non si può, mentre i fraseggi lirici del solo di chitarra elettrica in chiusura creano momenti di sorpresa che contribuiscono all'atmosfera epica generale.

 

Con Gem Of The West SENTRIES dimostra di essere un artista in costante evoluzione, in grado di plasmare le proprie molteplici influenze in un discorso musicale coerente e originale; forse alcune delle linee vocali sono un po' troppo monocordi quando invece i brani trarrebbero giovamento da una maggiore varietà melodica, in grado di reggere il confronto con la straripante trama sonora, ma è uno dei pochi angoli da smussare in quel che rimane un lavoro ispirato e convincente. Promosso.