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RE-LOUDDSTORIE DI ROCK
28/07/2025
Don Nix & Friends
Going Down – The Songs of Don Nix
Nel 2002 Don Nix, uno dei padri del rock blues recentemente scomparso, riusciva finalmente a rileggere il suo leggendario songbook con una band da sogno. Andiamo a rivivere quella pubblicazione con la magica macchina del tempo di Re-Loudd.

«Going Down mi è sempre piaciuta tantissimo e, naturalmente, Jeff Beck l'ha fatta sua, si divertiva così tanto a suonarla. L'intero brano di Don Nix (in realtà, tutto l’album!) è registrato in modo molto reale, dal vivo e informale, quindi mi ha fatto piacere essere invitato a divertirmi e a dare una mano».

(Brian May, intervistato da jungleroom.com, racconta del suo contributo per Going Down - The Songs of Don Nix).

 

Going Down – The Songs of Don Nix è un disco imperdibile, ricco di ospiti pronti a celebrare uno dei personaggi più misteriosi e sconosciuti del genere rock blues, pur essendone stato uno dei creatori.

Non può e non deve assolutamente stupire, quindi, la lunga parata di musicisti importanti “nascosti” sotto la sigla “Friends”, perché in teoria la lista degli artisti con i quali Don Nix ha collaborato nella sua lunga carriera di autore, interprete e produttore è davvero quasi infinita.

Rockstar del calibro di Brian May, padri del brit blues come John Mayall e istituzioni quali Steve Cropper, Bonnie Bramlett, Dan Penn, Tony Joe White, Bobby Whitlock e Leslie West sono solo alcuni grandi nomi presenti nel lavoro e aiutano a classificare l’opera e il lignaggio del personaggio. E per inquadrare il livello di Nix bastino alcune coordinate “forti”, che muovono dal 1962 con i Mar-Keys (insieme a Cropper, Donald “Duck” Dunn e i futuri Memphis Horns, Wayne Jackson e Andrew Love), passano per la mitica etichetta Stax dei primi anni Settanta, ove il nativo di Memphis lavora come compositore e produttore (fra i suoi clienti Delaney & Bonnie, Albert e Freddie King) e si fissano in una manciata di dischi solisti, sempre concentrati in quel decennio, peraltro tristemente sottovalutati.

 

“I'm going down
Down, down, down, down, down…
…I've got my big feet in the window
Got my head on the ground”

("Going Down")

 

Going Down prende il titolo da una delle sue canzoni più note, incisa per la prima volta dai Moloch, un gruppo anch’esso di Memphis guidato dal chitarrista di culto Lee Baker, e poi da una pletora di artisti tra cui Jeff Beck, e qui presente in una versione di fuoco a quattro chitarre con Brian May, Leslie West, Audley Freed e Jon Tiven. L’album rappresenta una sorta di greatest hits riaggiornato, con versioni nuove di zecca di brani che perlopiù oggi hanno cinquant’anni.

Alcune di queste composizioni vengono originariamente incise da Nix nel corso dell’avventura solista (“Black Cat Moan”, “On the Road Again” e “Plastic Flowers”), altre invece giungono dal repertorio di Albert King (la paludosa “Going Back to Iuka”, “Like a Road Leading Home”, “Everybody Wants to Go to Heaven”) e Freddie King (le celebri, bellissime “Same Old Blues”, “In the Palace of the King” e “Living on the Highway”, ma anche la già citata “Going Down”).

Tutte insieme, comunque, da “Lucinda”, un salto indietro agli anni Cinquanta in onore di Little Richard, quando trasudava da tutti i pori il suo spirito da rocker, alle inedite “One More Repossesions” e “Right Where You Want Me”, costituiscono un impressionante corpo di rock blues dalle classiche inflessioni sudiste, una moderna interpretazione del Memphis Sound, fatta da chi quel suono ha contribuito a costruirlo.

Un classico, dunque, reso ancor più prezioso dai camei regalati dai tanti ospiti, tutti a loro agio, come il padrone di casa, nell’indossare le calde tessiture blues delle “creature” di Nix. A volte, si sa, il tempo è galantuomo: chissà se nei prossimi anni verrà rivalutato a dovere questo personaggio rimasto nelle pieghe nascoste della musica, tuttavia fondamentale per il successo di tanti artisti. Come diceva il grande profeta delle sette note Bob Marley, “Time will tell”, il tempo lo dirà. Per adesso consoliamoci godendoci le sue meravigliose canzoni.

 

“Sunshine, sunshine is all you see now
But it all, it all looks like clouds to me
But as I sit in my room, staring out at the gloom
It's the rain, it's the same old blues, yeah, now”

("Same Old Blues")